Nel Consiglio comunale dell’11 luglio, di fronte alle nostre perplessità sull’opportunità dell’affidamento all’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese del servizio di gestione in materia di reclutamento e concorsi, senza un preventivo studio di fattibilità economica che evidenziasse i benefici, sia tecnici che economici, il sindaco ci disse che la gestione associata doveva essere approvata facendo soprattutto una valutazione politica che tenesse conto del principio di solidarietà tra comuni.
Ci disse poi che all’interno del Comune l’ufficio personale era ridotto all’osso e quindi il Comune poteva conseguire solo benefici.
Noi ci astenemmo perché siamo favorevoli alle gestioni associate, però quelle vere, quelle che ricercano effettivamente il risparmio e il miglioramento dell’efficienza e la proposta in oggetto non ci convinceva perché, ripeto, non era supportata da un esame serio ma solo da considerazioni di opportunità politica.
Nel Consiglio Comunale del 30 novembre i consiglieri di maggioranza hanno revocato la decisione presa solo quattro mesi fa, confermando così che le loro valutazioni erano sbagliate e le nostre perplessità giuste, ma su quali considerazioni hanno basato questo cambio di rotta non ce lo hanno detto perché, ancora una volta, manca uno studio economico serio che dimostri con precisione quanto sarebbero costate le gestioni associate e quanto invece ci costeranno, dopo averle riportate all’interno del comune. Né ci hanno detto quali saranno i benefici in ordine di efficienza. Né ci hanno detto come faranno a gestirli con il personale ridotto all’osso e con una situazione economica che non permette assunzioni.
Non solo, ma sono stati revocati gli affidamenti di altri servizi che venivano gestiti dal 2005. Perché si sono accorti dell’errore solo oggi?
Allora si tratta nuovamente di decisioni basate su considerazioni politiche che dimostrano che la ricerca associata dei servizi non risponde a nessuna logica di beneficio per i cittadini ma solo a logiche politiche finalizzate alla creazione di centri di potere che di volta in volta vengono utilizzati per scopi che niente hanno a che vedere con l’interesse pubblico.
Centri di potere utilizzati per premiare, con assunzioni facili o con concessioni di incarichi politici, senza nessuna considerazione del merito individuale, servizi resi nelle campagne elettorali o scambi finalizzati a carriere politiche.
Questo è quello che l’atteggiamento incoerente della maggioranza ci porta a pensare e questo non lo possiamo condividere perché siamo stufi di queste gestioni clientelari e come noi sono stufi i cittadini che vedono i loro interessi in mano ad una classe politica che persegue come obiettivo principale la propria sopravvivenza e quella dei propri privilegi.
In Consiglio Comunale avevamo tutti, maggioranza e opposizione, la possibilità di dissociarci da questo modo di concepire l’amministrazione pubblica. Il modo era quello di rinviare la proposta di disdetta e riportarla in Consiglio Comunale accompagnata da uno studio serio che dimostrasse che i servizi riportati all’interno del Comune sarebbero stati gestiti in maniera migliore e con l’ammissione che in passato chi aveva votato l’affidamento aveva sbagliato. Noi, questa occasione l’abbiamo colta, votando contro, la maggioranza non l’ha fatto.
Peccato perché, vista la situazione italiana nella quale siamo costretti a vivere nostro malgrado (ma forse neppure tanto) sarebbe stato un bel segnale politico, peccato davvero!
*Capogruppo de La Primavera di Chiusi
Ma il sindaco Scaramelli non si è dichiarato anche lui “estraneo” anzi “contro la casta senese” che dirige il Pd e gestisce il potere in questa provincia? Lo disse chiaramente poco più di un mese fa a Città della Pieve al forum Cronache Italiane…
Su primapagina e sul sito del giornale la cosa è stata riportata e Scaramelli non ha corretto il tiro…
Forse se le è già dienticate le cose che disse a Città della Pieve, e allora potrebbe essere utile che qualcuno gliele ricordi anche in Consiglio…
Condivido anche il tono di Giorgio Cioncoloni.
Oltre l’emergenza economica qui c’è un’emergenza democratica che si continua a ignorare, e allora chiamare le cose col proprio nome non può far che bene.
Se il cosiddetto decreto “salvaitalia” verrà approvato i responsabili eletti dell’Unione comunale non riceveranno più alcun compenso.