di Paolo Scattoni
Nella presentazione del Piano strutturale del 21 novembre al teatro Mascagni il Sindaco ci ha detto che le famiglie sono cresciute in media di una sessantina di unità all’anno.
Anche la relazione parla di un non meglio specificato aumento del numero delle famiglie. Le 60 famiglie indicate dal sindaco, se moltiplicate per i 15 anni di validità ipotizzata per il Piano strutturale si arriva a 900 e quindi, anche se la popolazione non aumenta, di 1.000 nuove abitazione avremmo pur sempre bisogno.
Il dato mi è sembrato strano perché da qualche tempo penso che il trend di aumento delle famiglie sia ormai giunto agli sgoccioli a livello nazionale, ma soprattutto locale.
Infatti a Chiusi i componenti per famiglia sono meno di 2,3. Non si può pensare che ci sia ancora una diminuione significativa.
I dati che sono riuscito a raccogliere sono quelli degli ultimi quattro anni
Anno Famiglie
2007 3875
2008 3868
2009 3863
2010 3876
La fonte è abbastanza sicura perché è l’ISTAT. Di fatto, la fonte vera è l’ufficio anagrafe che riempie annualmente una scheda dove comunica dati di base quali popolazione, numero delle famiglie e poco più.
Dunque, in quattro anni il numero delle famiglie è rimasto stabile. Se poi consideriamo che alcune volte le badanti non vengono inserite nello stato di famiglia dove prestano servizio, il calcolo delle famiglie ai fini delle previsioni del fabbisogno abitativo è ancor più al ribasso.
Ma allora a che serve buttare fumo negli occhi?
E’ pur vero che noi urbanisti siamo un po’ approssimativi e arruffoni; posso quindi essermi sbagliato.
Ci illumini allora il Sindaco sulle famose sessanta famiglie.
Le schede inviate annualmente all’ISTAT non sono certo una corrispondenza privata fra il sindaco e il nostro Istituto nazionale di statistica.
Allora, forse, qualche volenteroso consigliere può procedere alla visione delle schede degli ultimi 10 anni, senza che debba essere a chiederlo, come al solito, chi scrive, al quale si dà accesso agli atti in tempi alquanto lunghi.
Forse anche il “giovane Stefano” sta perdendo (o sprecando) un’occasione.
Mi pare che giustificazioni serie per un dimensionamento “mostruoso” del Piano strutturale non ce ne siano di nessun tipo.
Eppure tetragoni provano in tutti i modi a far passare una decisione presa in pochi e diverso tempo fa.
Il sindaco, dopo l’apertura e la disponibilità annunciate nella prima assemblea al teatro, ha visto bene di chiudersi a riccio e rifugiarsi nel classico:”Così è se vi pare”.
Questa vicenda dimostra, tra le altre cose, che a comandare sono sempre i soliti con buona pace di chi sperava in un affrancamento del “giovane Stefano”.
E’ difficile non vedere l’ombra lunga del passato in questo Piano e nel mandato del giovane sindaco.
Se parlano di sviluppo, di 2000 abitanti in più… in qualche modo devono pur giustificare tali affermazioni…
E allora ecco la moltiplicazione delle famiglie. Come quella dei pani e dei pesci di antica memoria. Con la differenza che quella fu un… miracolo.
Donatelli, risiamo sempre al punto di partenza. A me sembra strano e stupisce che una grande quantità di persone si bachino la testa ad andare a cercare l’esattezza o meno di stati giustificatori per piattaforme dalle quali si dovrebbe partire per compiere un tragitto già ormai da tempo tracciato dalla politica, anzi da chi ne usufruisce.
E tutti dietro a prendere per seriosa la cosa e a stupirsi che ad ogni sguardo esterno non vi sia corrispondenza con quanto espresso oppure che la direzione sia giusta. Si fa finta di non capire in quale status siamo, mentre lo sanno tutti sia chi è a favore e chi contro.
A livello nazionale della politica è la stessa cosa. Le reazioni ed i commenti e prese di posizione sul pacchetto Monti sono illuminanti. Una destra rinvigorita che scarica la maggior parte del costo della manovra come sempre sulle classi meno abbienti e la sedicente sinistra -che sinistra non è più- che balbetta e che spera che il padronato sia magnanimo verso i poveri. E’ fatta Donatelli, altri 50 anni di buchi alla cintura altro che la salvezza dell’Europa…
…..”se si inventa la realtà…” è proprio questo il punto.
Noi non posiamo far altro che “inventare la realtà” con la nostra Immaginazione “forza creativa della mente” che non può far altro che creare ciò che non esiste, sennò sarebbe copiare. Sono sicuro che “capire” questo potrebbe far si che l’Immaginazione venga usata in maniera positiva, invece che
essere seguita ad occhi chiusi.
@ Marco Lorenzoni. In effetti negli ultimi decenni il numero delle famglie è aumentato a popolazione praticamente costante sia alivello nazionale che a Chiusi. I motivi sono molti e non c’è bisogno di andare nel dettaglio.
Le 60 famiglie all’anno che ci ha raccontato il Sindaco sono a mio avviso una gigantesca balla. Lo dicono i dati degli ultimi quattro anni qui riportati.
Ma è possibile che con i soldi che sono stati spesi per qudetso piano non si sia sentito il bisogno di rilevare questo dato? Costa al massimo una mezz’ora di ricerca d’archivio. Prima di azzardare numeri per giustificare un fabbisogno che non c’è sarebbe il caso di documentarsi.
Ma se tutte le statistiche dicono che in Italia i figli restano nella famiglia dei genitori fino a 30-40 anni… (e la crisi accentuerà questa tendenza) come si fa a pensare che Chiusi faccia eccezione. Se non sono giovani che se ne vanno di casa, quali sono le “figure” che fanno salire il numero delle famiglie? Gli stranieri che sono arrivati in buon numero adesso se ne vanno… Dai paesi limitrofi non c’è flusso verso Chiusi… e allora? Il sindaco pensa alle badanti? Oppure a Chiusi c’è un trend vertiginoso di divorzi?
Anna (Duchini) veramente la cosa è scritta anche sulla relazione illustrativa del Piano strutturale. Nel quadro conoscitivo non si riesce a travare uno straccio di statistica sul numero delle famiglie. Sarà il caso che qualcuno raccolga i dati sul trend degli ultimi 10 anni. Ci sarebbero anche altri dati da racccogliere. Che cosa costerebbe ad esempio completare le statistiche sulle autorizzazione edilizia sino ad oggi? Secondo me se ne vedrebbero delle belle.
Nella prima assemblea al teatro il sindaco si presentò dicendo che la popolazione di Chiusi sarebbe aumentata in poco tempo di 2.000 abitanti.
Dopo la raffica di contestazioni sull’inconsistenza di questa previsione nella seconda assemblea si è cambiata musica. Hanno detto che se non cresce la popolazione crescono le famiglie.
Ora Paolo Scattoni ci dimostra che anche questa affermazione è campata in aria.
Eppure il progettista, professor Andrea Filpa, ha confermato che il numero delle famiglie è in crescita.
Se si inventa la realtà tutto diventa fittizio. E anche il bel sistema di autocontrollo, di cui è dotato il Piano, sulla congruità tra le scelte tecniche e le premesse politche e il Quadro conoscitivo, diventa un inutile esercizio che ai cittadini comporta solo un maggior costo.