Nessun commento ma solo un’opportuna precisazione al fine di dare piu’ forza al ragionamento: “Affidamento all’Unione dei comuni della Valdichiana senese del servizio di gestione in materia di reclutamento e concorsi”.
Come rappresentante della Lista civica Rita Fiorini Vagnetti e personalmente, rivendicando anche il mio ruolo e la mia esperienza professionale, proprio nella seduta dell’11 luglio, ho VOTATO CONTRO, adducendo, in modo sintetico ma concreto e ritengo chiaro, le motivazioni che oggi sembrano essere quelle reali, effettive e, in qualche modo, frutto di un atteggiamento solo “politico, o piuttosto, partitico”.
Non sono certo contraria alle forme di “associazione in rete” la’ dove producono effetti di rilievo in ordine al risparmio e al miglioramento dell’efficienza dei servizi legati ovviamente alla presenza del personale e del complesso dell’organizzazione.
Pero’ sorprendentemente, come gia’ fatto da me notare , i consiglieri di maggioranza nella seduta fiume del giorno 30 novembre, hanno revocato quanto sostenuto e deliberato nel luglio scorso.
La scrivente ha fatto di nuovo presente nell’occasione (30 novembre) l’incoerenza e la pericolosita’ di “fare e disfare”, quando soprattutto si ragiona della “cosa pubblica e, di conseguenza, del denaro pubblico”. E SOPRATTUTTO DI “PERSONE” CHE HANNO DIRITTO AL RISPETTO E ALLA PROPRIA DIGNITA’ umana e professionale.
Ho aggiunto anche una battuta che forse, considerata l’ora tarda della riunione, non e’ stata attentamente valutata e presa in considerazione:
“NON AVEVO CERTO LA SFERA DI CRISTALLO” nella seduta del mese di luglio per rilevare cosi’ come fatto in altre significative occasioni nell’interesse del paese (Bioecologia, Piano strutturale, sviluppo economico…), progetti per un corretto piano urbanistico in ordine alla disposizione dei parcheggi (annoso problema che da sempre pone i cittadini, i turisti, i pendolari davanti all’impossibilita’ di sostare senza incorrere in multe che “fanno male”…) che prima di decidere e deliberare e’ necessario “capire bene” di cosa stiamo parlando, di quali sono le prospettive certe e di quali sono gli impegni economici e cosi’ via.
Rischiamo altrimenti non solo di fare “brutte figure” ma anche di danneggiare quelli che hanno creduto in noi e nel nostro operato come individui e come comunita’.
FORSE HO ANCHE AGGIUNTO : LA MIA DETERMINAZIONE ERA ED E’ SOLO FRUTTO DI BUON SENSO E DI ESPERIENZA POGGIATA SULLA CONOSCENZA DIRETTA DI DETERMINATE PROBLEMATICHE, SVILUPPATESI NEL TEMPO.
E’ vero che e’ da “saggi mutare parere” ma e’ pur vero che ci vogliono valutazioni attente, convincenti per tornare indietro alle decisioni “caparbiamente” sostenute solo con il diritto di “maggioranza”.
Non sono solo i numeri che fanno il bene del paese e fanno muovere il mondo ma piuttosto ci vogliono le idee, le certezze, gli opportuni approfondimenti.
Citando chi ne “sapeva” piu’ di me posso, infine, affermare: “DIETRO OGNI SAPERE C’E’ IL DUBBIO, SII SEMPRE PRONTO A CAMBIARE PARERE, SE TROVI QUALCUNO CAPACE DI CONVINCERTI CHE LA TUA OPINIONE E’ SBAGLIATA”.
E’ la prima volta che sento questo termine “peggiocrazia”, ma rende l’idea.
Il fenomeno però non è certo nuovo.
Si dice che Fanfani suggerisse per le lottizzazioni 5 dei “nostri”, 2 dei “loro” e 3 BRAVI, sottintendendo che qualcuno che mandasse avanti la baracca ci voleva e che non si potesse certo contare sui 7 “lottizzati”.
Oggi hanno eliminato la quota di quelli bravi, insomma hanno affinato la tecnica.
E, naturalmente, da queste parti non si fa eccezione.
Dopo aver scritto il mio commento precedente, ho letto un articolo su “Il Sole 24 Ore” di un economista, Luigi Zingales, che parla della realtà nazionale ma si attaglia bene anche a quelle locali.
Nell’articolo si dice che il vero problema nazionale è la mancanza di crescita alla base della quale ci sono due cause: la “peggiocrazia” e la conseguente mancanza di fiducia che questa genera.
La “peggiocrazia” è la mancanza di merito nelle nomine e la mancanza di rigore logico e morale nelle scelte.
Affinché i cittadini comincino a sentirsi tali e non più sudditi le scelte di chi governa devono essere giustificate e devono seguire un rigore logico e morale, solo così si può creare fiducia.
Direi quindi che anche a Chiusi siamo in pieno clima di “peggiocrazia” in cui le nomine, o gli incarichi, non seguono criteri di merito ma di appartenenza e le scelte non hanno nessuna logica comprensibile ma solo giustificazioni dubbie e facilmente confutabili.
Caro Alessandro Bologni, ormai è chiaro che cercare una logica in tali provvedimenti è tempo sprecato. Come ho ribadito nel mio articolo, che è stato intitolato “Siamo stufi di queste gestioni clientelari”, l’unica logica è quella politico-clientelare secondo la quale si prendono decisioni finalizzate a gestire situazioni politiche e poi si cerca di trovare le motivazioni per giustificarle, sapendo bene che in ogni caso chi comanda ha sempre ragione.
Qualche volta le motivazioni sono talmente banali che sembrano quasi un’offesa all’intelligenza di chi le valuta. Basti pensare alle motivazioni ridicole e facilmente smentibili con cui si cerca di giustificare la volontà di edificare ad ogni costo in una zona di pregio ambientale per giunta vincolata da una legge regionale.
L’istituzione del teatro Mascagni viene alienata e, come da delibera del consiglio Comunale, meglio dire della maggioranza, del 30 novembre i compiti vengono momentaneamente affidati alla struttura interna al Comune, 5 servizi precedentemente affidati all’unione dei comuni vengono revocati per essere assolti dai dipendenti comunali e udite udite con deliberazione di giunta del 28.11, pubblicata all’albo il 2.12, si conferisce un incarico di collaborazione occasionale ( un mese) extra-impiego a dipendente di altro ente locale con competenze e professionalità sviluppate nel settore economico-finanziario, per la definizione di pratiche arretrate dovute all’assenza per malattia di un dipendente, in particolare per le seguenti
attività:
– formazione ruolo 2011 lampade votive e spedizione avvisi di pagamento;
– registrazione fatture attive;
– emissione mandati di pagamento e reversali di incasso;
Non c’erano dipendenti comunali che potessero assolvere a ciò?