Dall’Istituto Valdichiana può decollare l’economia verde della zona

di Carlo Giulietti

In più occasioni, si è parlato dell’importanza della nostra scuola secondaria per l’economia della zona, sollecitando anche  l’interessamento dei cittadini alle sue sorti.

Penso sia indubbio che la tipologia di scuola frequentata possa incidere anche nel futuro delle popolazioni giovanili.

Una scuola come il Tecnico-Professionale di Chiusi è veramente una possibile fonte di occupazione e di creazione di impresa, sottovalutata purtroppo.

Basterebbe leggere alcuni dati riportati in un manualetto che il ministero ha predisposto online per rendersi conto delle difficoltà che esistono, addirittura in periodi di crisi come questo, perché ci sia un incontro tra domanda e offerta di lavoro, evidentemente a causa di errate scelte formative.

LE IMPRESE CERCANO GIOVANI E NON LI TROVANO”…, quante volte sfogliando quotidiani economici ci si imbatte in titoli del genere?

Dal 2010 al 2011 gli Istituti Tecnici registrano un aumento dello 0,4% di iscritti

Gli Istituti Professionali perdono il 3,4% di nuovi iscritti mentre la domanda delle imprese aumenta.

 Nel 2009 la domanda di diplomati tecnici-professionali è stata di 214.000 giovani.

Nel 2010 la domanda di diplomati tecnici-professionali è stata di 236.000 giovani (Fonte: Excelsior); 110.000 sono i diplomati tecnici e professionali che le imprese ancora non trovano.

Alcune figure professionali più richieste dal mercato del lavoro sono proprio tra quelle che forma l’istituto Valdichiana di Chiusi , qui mi limito a citare i dati che si riferiscono a queste:

 Settori degliIstituti Tecnici  Indirizzi degli istituti Tecnici Figure professionalirichieste dal mercatodel Lavoro Su 100 assunzioni stabili, n. posti scoperti per mancanza di diplomati
Economico Amm.ne Finanza e Marketing Contabili ed assimilati 20,6
 Tecnologico Costruzioni, Amb. e Territorio Tecnici della costruzione civile e assimilati 26,2
Elettronica ed Elettrotecnica Elettrotecnici 48,2
Meccanica, Meccatronica ed Energia Tecnici meccanici 49,3
Settori degliIstituti Professionali Indirizzi degliIstituti Professionali Figure professionalirichieste dal mercatodel Lavoro Su 100 assunzioni stabili, n. posti scoperti per mancanza di diplomati
 IndustriaeArtigianato   Manutenzione eassistenza tecnica Tecnici meccanici 49,3
Elettrotecnici 48,2
Installatori e riparatori di apparati elettrici edelettromeccanici 22,8
Manutentori e  riparatori di apparecchi elettronici industriali 19,5

(Fonte: Unioncamere-Ministero del Lavoro)

Sempre nella guida ministeriale, si fa notare che: chi studia negli Istituti Tecnici e Professionali ha più probabilità di trovare un lavoro, prima degli altri meglio retribuito e con contratti più sicuri.

Ad un anno dal diploma, ad esempio, 813 € è la retribuzione media di un diplomato del Professionale, 746 € di un diplomato del Tecnico e 364 € di un diplomato del Liceo (Fonte: Almadiploma – Almalaurea)

In più occasioni, nel blog, si è parlato anche di Economia Verde, Efficienza Energetica e via dicendo, i nostri istituti possono formare i giovani della zona anche in questi settori (efficienza degli impianti, efficienza della produzione energetica, efficienza nelle costruzioni, ecc.) anzi è da qui che dovrebbe partire la spinta, se vogliamo che nel futuro delle aziende locali possa affermarsi, svilupparsi, questo settore strategico dell’economia e possano anche nascere nuove imprese.

Non si può contare che tali attività piovano qui da altre parti, se le vogliamo dobbiamo creare i presupposti e quello della formazione è  primario.

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6 risposte a Dall’Istituto Valdichiana può decollare l’economia verde della zona

  1. enzo sorbera scrive:

    Sono perfettamente d’accordo, Carlo. Il problema però è che bisogna essere realisti e …. chiedere l’impossibile! Lo sforzo che caratterizza l’istituto d’istruzione di cui fai parte è notevole e lo apprezzo moltissimo. Fa parte del background culturale (lo humus di cui parlavo) su cui si innestano le eccellenze: ho voglia ad essere un bravo ingegnere e designer, ma se gli artigiani che devono tradurre in essere quanto ho immaginato non sono all’altezza, dovrò sempre limitarmi. Se pensi alla situazione attuale dell’edilizia – per es. – dove basta murare e tout se tient, poi abbiamo le schifezze di scale storte e superfetazioni che troviamo ad ogni angolo. L’idea che occorra arricchirsi senza badare ad altro porta alla mancanza di orgoglio dell’aver fatto bene il proprio lavoro (non è solo questione di coscienza, ma soprattutto di cultura). Ma forse è un altro film.

  2. Carlo Giulietti scrive:

    Enzo, ricordo lo scambio di idee che sull’argomento formazione avemmo nel vecchio blog, tu “voli sempre alto” io in questo caso ho parlato sopratutto di precisi settori che al momento potrebbero essere potenziati “..efficienza degli impianti, efficienza della produzione energetica, efficienza nelle costruzioni, ecc.”.. per questi non c’è necessità solo di “scienziati”, ma pure di persone semplicemente intelligenti e con formazione adeguata. Comunque non penso si possa pretendere che a Chiusi si fondi un’università.
    Devi tener conto poi del fatto che la formazione tecnica può essere un’ottima base anche per proseguire gli studi in facoltà universitarie e cosa molto importante, anche nei nuovi Istituti Tecnici Superiori istituzione di cui finalmente anche L’Italia, al pari dei maggiori stati europei si è dotata.
    Tra l’altro siamo tra i partecipanti alla fondazione (insieme a varie scuole, enti locali, imprese e ordini professionali di tre province) proprio dell’ITS Energia e Ambiente che ha sede a Colle Val d’Elsa e ha iniziato i corsi di durata biennale quest’anno.
    A mio parere quindi, impegno primario è cercare di consolidare gli indirizzi di cui disponiamo, tenuto conto anche che nell’istruzione superiore non si può creare un tipo di formazione difforme da quella istituzionale e in questa noi abbiamo i settori attualmente tra i più strategici, pur nella loro “normalità”

  3. pscattoni scrive:

    Il mio parere è diverso da quello di Enzo (Sorbera). Alcuni degli indirizzi sono sicuramente promettenti e possono favorire alcuni settori presenti nel tessuto produttivo locale.

  4. Enzo Sorbera scrive:

    Non vorrei apparire bastian contrario, ma i dati che fornisce Carlo, per quanto incoraggianti, sono comunque legate a professionalità che, seppur necessarie e vitali, sono però di secondo livello rispetto a quello che vedo come problema prioritario: il rilancio della competitività del marchio “made in Italy” come elemento caratterizzante di alta qualità dell’innovazione e originalità del prodotto. Questo rilancio passa per la formazione di quadri di livello superiore, formazione che l’ultimo trentennio ha sistematicamente mortificato. E non solo quadri, ma tutto lo humus culturale che funziona come terreno di coltura per questo tipo di innovazione. O sbaglio?

  5. Carlo Giulietti scrive:

    In effetti appena costituita la commissione, quasi al completo, nella quale mi imbattei casualmente, fece un sopralluogo presso la scuola. Personalmente non so se la cosa abbia avuto sviluppi successivi, ma sicuramente potrebbero dire qualcosa di più Giorgio Cioncoloni o lo stesso assessore Micheletti.
    L’importante è che non si riducano le soluzioni di eventuali necessità ad operazioni “politiche”, come è parso, in precedenza, si stesse facendo

  6. pscattoni scrive:

    Carlo, grazie per aver riaperto il dibattito sulla scuola e sull’importanza dell’istruzione tecnica e professionale.
    E’ arrivato, secondo me, il momento di orientarlo anche alla NOSTRA scuola quella di Chiusi.
    C’è stata una commissione consiliare che ha suscitato molto dibattito su chi la dovesse presiedere, poi però i risulotati non sono stati adeguatamente diffusi e non sono stati oggetto di dibattito. Forse si potrebbe ripartire da lì.

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