Nel numero di primapagina in edicola viene pubblicato un duro documento di quattro associazioni senesi (Circolo Pietra Serena, Associazione la Città ai Cittadini, Siena 5 stelle, Circolo Città Domani-Sinistra per Siena) sulla situazione del gruppo Monte dei Paschi.
Se, come paventano le quattro associazioni, dovesse saltare la “senesità” del Monte è facile capire cosa potrebbe significare per l’intera provincia un evento di questa portata.
Primapagina richiama anche con “una breve” le disavventure giudiziarie dei massimi dirigenti della banca (Caltagirone condannato per la scalata di Unipol a Bnl e Mussari indagato per la privatizzazione dell’aereoporto di Ampugnano).
Il quindicinale diretto da Marco Lorenzoni torna dunque a dare spazio alla difficile situazione dell’istituto di credito senese, ed è una rarità nel panorama editoriale della provincia. Rari sono infatti i pezzi che vengono dedicati all’argomento.
Eppure in ballo c’è il nostro stesso tenore di vita visto che la banca è la più importante “fabbrica” della provincia e tramite la Fondazione piovono (o almeno fino ad oggi sono piovuti) nel nostro territorio un sacco di soldi.
Di seguito riportiamo l’attacco del documento:
“Fra qualche mese, molti di voi si chiederanno come sia stato possibile dissolvere nel breve giro di una decina d’anni un patrimonio plurisecolare. Fra qualche mese tanti si chiederanno come mai non ne sapevano nulla, perché nessuno li aveva informati. Fra qualche mese, i senesi si sveglieranno e non avranno più la loro banca: i nodi di una gestione fallimentare verranno al pettine e il Monte dei Paschi rimarrà “di Siena” solo nel nome. Quel legame che durava dalla metà del quattrocento fra la comunità cittadina e la sua banca si spezzerà per sempre. Quand’anche la banca infatti riuscisse a conservare la sua autonomia e non fosse assorbita da un gruppo più grande, la Fondazione ne perderà il controllo. E sarà già un miracolo se la Fondazione non sarà costretta a chiudere e conserverà almeno una quota seppur di minoranza della banca che solo fino a pochi anni fa la comunità locale possedeva completamente. Fra qualche mese, vi diranno che è stata colpa del destino avverso, di una congiuntura economica nefasta, della crisi finanziaria, prima e di quella dei debiti sovrani, dopo. Vi diranno che se il Monte piange, le altre banche, italiane ed estere, non ridono. Vi diranno insomma cose vere ed innegabili ma vi nasconderanno la ragione principale della crisi del Monte dei Paschi di Siena: la banca e la Fondazione sono state gestite malissimo…”
E’ davvero songolare il fatto che pochissimi media della provincia parlino dell’argomento. Sembra che non stia succedendo nlla e invece è proprio di questi giorni la notizia che l’associazione delle Fondazioni bancarie sè scesa in campo per “salvare” la Fondazioe Mps… e al Mps dedicano pagine intere il Sole 24 Ore la Repubblica, il Corriere dell Sera… Nazione, Corriere di Siena ecc. inveve neanche una riga. Magari parlano delle luminarie del Natale finanziate da Mps a Radda, Sarteano o Sovicille…
E’ per questo che le 4 associazioni che hanno firmato quel documento citato hanno costituito un “osservatorio civico” du Mps e Fondazione… Per vigilare sugli assetti di una banca che non è solo la Storia di questa provincia, ma anche la cassaforte e una buona fetta di futuro e di presente. I dipendenti, pagati con azioni e titoli sanno bene quale sia la situazione…
Forse un Banca che si PREFIGGE di voler sviluppare INDUSTRIALMENTE, specialmente nei tempi odierni, una zona come la Val di Chiana non potrà che andare a gambe all’aria. Chiaro che ci sono altri fattori che hanno contribuito, ma credo che questo sia un altro esempio di immaginazione che ha perso qualsiasi contatto con la realtà, purtroppo.