La notizia non è da mettersi sotto l’albero come un dono di Natale. Il Monte dei Paschi, fiore all’occhiello e motore economico della nostra provincia, tra le banche più antiche del mondo ed una delle più prestigiose e potenti d’Europa, versa in gravi difficoltà e, di conseguenza, non più in grado di sostenere tutte quelle istituzioni e iniziative che storicamente da lei dipendevano.
Pesante ricaduta locale della profonda crisi che sta attraversando l’Europa ed il mondo occidentale. Il collasso più evidente è quello economico. A monte c’è la crisi della politica, orfana da tempo dell’indispensabile connubio con la morale; e c’è anche la crisi profonda della cultura, impaludata in quello che è stato definito “pensiero debole” e in una visione miope dell’uomo e del mondo.
Alcuni ravvisano alcune similitudini tra il panorama che ci sta davanti e quello del V secolo, quando cadde l’Impero Romano, che poco prima era giunto all’apice del suo splendore. Ora come allora c’è una profonda caduta di valori, la poderosa organizzazione dell’impero romano può essere raffrontata alla struttura del capitalismo, le invasioni barbariche di quei tempi oggi potrebbero chiamarsi globalizzazione. Anche ora come allora il baricentro del mondo si sposta ad oriente: allora a Costantinopoli ora in Cina.
Oggi come allora viviamo in un’epoca di transizione tra un mondo che se ne va ed uno che se ne viene. C’ è da ripensare un’economia nuova, da inventare una politica diversa, da tutelare un creato il cui mirabile equilibrio è stato alterato. C’è da assicurare un futuro alle nuove generazioni. Gli storici elencano tra le cause della caduta dell’Impero Romano l’avvento del Cristianesimo, che, in verità, fu una concausa ma che, a lungo andare, non solo salvò l’ Europa, il mondo occidentale, la sua cultura e la sua civiltà, ma perpetuò l’impero di Roma in quello che divenne il Sacro Romano Impero.
Oggi, come allora la Chiesa potrebbe compiere quella salvezza storica che umanamente appare impossibile. Ne ha tutte le prerogative. Ha il potere infatti di cambiare il cuore dell’uomo, scaturigine di ogni male e di ogni bene. E’ lo specifico del suo essere nel mondo e nella storia. La crisi economica e politica si potrebbe trasformare per la Chiesa nel taglio provvidenziale di quei vincoli, dipendenze e compromessi che non la rendono pienamente libera.
Questo fatto potrebbe apparire come un segno dei tempi che si aggiunge al Concilio Ecumenico, al pontificato di Giovanni Paolo II, e soprattutto alla “nuova evangelizzazione” di cui Papa Wojtyla è stato lo straordinario profeta. La speranza del mondo può essere ancora nelle mani della Chiesa.
Dopo tanto chiasso degli uomini è forse giunto il tempo di ascoltare il silenzio di Dio che, nella notte, diventa parola, carne. Ed è un silenzio che prima sa di attesa e poi di stupore di fronte al mistero d’amore di Dio che si fa uomo, anzi, Bambino. L’Emanuele, il Dio con noi, che non disdegna di camminare con gli uomini per le vie del mondo e per rendergli così possibile l’impossibile.