Presepe: La novità viene da Montevenere

di Marco Fè

“E se fosse un Natale più vero, quest’anno di crisi?” ha scritto il Vescovo Rodolfo nell’ editoriale dell’ Araldo Poliziano. Ed è stato profeta.

Attenuato infatti il superfluo è apparso l’essenziale. Mai come quest’anno a Chiusi c’è stata una partecipazione numerosa e attenta alle liturgie di Natale ed una riscoperta della più autentica tradizione, che si è espressa soprattutto nell’invenzione e nell’allestimento di presepi e di sacre rappresentazioni.

Grande ed entusiasta è stata la partecipazione al presepe vivente allestito la sera di venerdì 23 in S. Maria della Pace a Chiusi Scalo per celebrare l’ottantesimo anniversario dell’istituzione della Parrocchia.

Oltre cento persone tra coristi e figuranti, per lo più giovani, hanno dato vita ad alcuni quadri che, dal prologo del Vangelo di S. Giovanni, passando per l’ Annunciazione, la Visita ad Elisabetta, l’annuncio ai pastori, l’adorazione dei Magi, hanno raccontato la Natività per poi concludere con una riflessione su Maria che custodisce “tutte queste cose nel suo cuore”. La chiesa parrocchiale si è rivelata troppo angusta per ospitare l’enorme afflusso di persone che, da circa due mesi, sono state coinvolte nell’evento, curato del resto nei minimi particolari.

Il presepe tradizionale preparato dai giovani nel Duomo di S. Secondiano in Chiusi Città ha invece attualizzato il “non c’era posto per loro” di cui parla il Vangelo. Sullo sfondo la grotta con la porta chiusa da una pila di mattoni ed una pecora che bruca, sconsolata, all’esterno. Sul davanti, in una terra arida e deserta, la Sacra Famiglia con S. Giuseppe nell’atteggiamento di chi bussa alla porta. Chiaro invito a fare posto al Salvatore che viene e a liberarsi di quegli orpelli, ricchezze, false sicurezze e onnipotenze che impediscono di fare, dentro di noi, quel vuoto che è indispensabile per accogliere la pienezza della Vita.

Un’autentica e bella sorpresa è stato poi il presepe vivente di Montevenere del giorno di S. Stefano. Una ventina di quadri, per lo più rappresentanti di quei vecchi mestieri che vanno scomparendo, sono stati sapientemente disposti lungo la strada che, dalla base del colle, sale sulla vetta, dove è stata sistemata la capanna con la Natività. L’ idea, indubbiamente vincente e foriera di interessanti sviluppi, è stata dell’insegnante Doretta Rossi che è riuscita a coinvolgere gli abitanti di Montevenere, frazione di Chiusi fino ad ora refrattaria ad iniziative del genere.

“Dovreste riprendere la tradizione del presepe vivente dei Terzieri” sentenziarono i padri Ardorini nella relazione finale delle Missioni popolari di metà ottobre a Chiusi Città. L’appello è stato recepito, misteriosamente ma efficacemente, dagli abitanti di Montevenere, quelli ai quali nessuno avrebbe mai pensato, che da sempre non hanno neppure una cappella per la Messa domenicale. Imprevedibile fantasia e al contempo profezia degli eventi, grandi e piccoli, della storia della Chiesa!

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14 risposte a Presepe: La novità viene da Montevenere

  1. enzo sorbera scrive:

    E’ evidente che il presepe, al di là dello spirito che anima la partecipazione individuale (ma, in fondo, marxisti o meno, non smettiamo di essere i bambini che siamo (stati)), è un aspetto di socialità che Francesco d’Assisi, il suo inventore, ha saputo cogliere con una durata plurisecolare (da quando è stato “inventato”, non ha mai smesso di essere rappresentato e di esercitare il suo fascino: tuttora, se passo per Napoli, vado a emozionarmi al presepe del Monastero di Santa Chiara). Il punto, però, mi pare nel passaggio che Marco ha lanciato in apertura: occorre essere più poveri per poter apprezzare il vero spirito del Natale. Un apparente calembour, che però mette allo scoperto lo spirito del cattolicesimo tanto che, parafrasando il Cardinal Martini, mi domando “ma in cosa crede, chi crede?”.

  2. Io ho notato altre cose: 1) durante la messa di mezzanotte l’assemblea era tutta presente al momento dell’ ingresso dei ministri (alla celebrazione ebdomadaria della domenica qualcuno arriva appena in tempo per la benedizione finale) 2) l’ assemblea era molto attenta e guarda caso era formata da molte di quelle persone che vengono in chiesa due o tre volte l’ anno. Forse ha ragione il Papa quando dice che è meglio un ateo in ricerca di un professante per abitudine!

  3. pscattoni scrive:

    Sono in totale disaccordo con l’impostazione di Francesco (Storelli). Ho visto il filmato di Mauro (Bischèri) e a parte uno o due passaggi un po’ troppo enfatici di Marco (Fé) ritengo la rappresentazione bella e utile. Io non credo che la partecipazione a una rappresentazione a tema religioso debba richiedere una professione di fede. Che un dirigente del PD dovesse astenersi mi sembra davvero fuori luogo. E perché mai? il PD è un partito aconfessionale e chi vi milita non deve rendere conto a nessuno se la domenca va a messa oppure no. Era così anche con il vecchio Partito Comunista. Potrei citare molti esempi a partire dal btraccio destro di Berlinguer Tatò.
    L’iniziativa di Montallese a mio avviso può vantare due punti a suo favore. Il primo è quello di una piccola comunità che si è organizzata e ha fatto una cosa “insieme” autorappresentandosi nei mestieri di una volta. Il secondo importante aspetto è quello didattico: la comunità ha voluto far conoscere ai più giovani qual’era la realtà del lavoro 60 o 70 anni fa. Non mi sembra poco.

  4. Caro Mauro, non sto dicendo che il presepe non andava fatto, o che non sia stato bello (questo non posso dirlo). La mia riflessione riguardava una certa parte di “Marxisti” che vi hanno preso parte attiva, e che forse era più decoroso si fossero astenuti. C’è una morale cattolica, ma c’è anche una morale marxista, e ambedue andrebbero riscoperte, ne trarrebbe vantaggio tutta la società.
    intendiamoci questo senza toccare il legittimo diritto di ciascuno alla propria spiritualità, che però deve rimanere qualcosa di molto intimo e personale. Fino al punto che io, a casa mia faccio il presepe, perchè mi ricorda mio padre, che ho amato infinitamente; ma non per questo avrei partecipato ad un presepe vivente come iniziativa “sociale”.

  5. forse sarebbe il caso che anche Marco Fè confermasse che non stava parlando “solo” di presepi! Non me ne volere Paolo.

  6. Mauro Bischèri scrive:

    Al di là delle discussioni che si sono generate, per me fuori luogo, il presepe di Montevenere è stata una bellissima e lodevole iniziativa (anche per un ateo come me) e per chi se lo fosse perso; pochi perchè c’era tanta gente (la strada è rimasta bloccata per un paio d’ore); vi ripropongo il link video per farsi un’idea:
    http://youtu.be/laJvLolC6Ms
    che ha già fatto 280 visite in 2 giorni.

  7. carlo sacco scrive:

    Dalle risposte date dagli altri non mi sembrava che fosse un post sul presepe, anche se non vedo il motivo di tanto ”riscaldarsi”. Il Post sul presepe, al di là della cosa in se stessa che può piacere o no, mi sembrava che contenesse anche dei temi di riflessione che ne potevano derivare. O si crede che la gente di Montevenere(feudo di ferro una volta di ben altri partiti di quello odierno) sia stata evocata casualmente per far mangiare il bue o l’asinello ? Allora mi sembrerebbe più consono e ”normale” non scaldarsi tanto ed accettare lo spirito dei lettori che sono chiamati a commentare ed a rispondere su temi che chiaramente racchiudono un interesse che può andare benissimo oltre il presepe.Io non ci vedo nulla di strano.

  8. pscattoni scrive:

    Ma che cavolo c’entra con il tema originario? Questo era un post sui presepe. Se poi quella che era una battuta diventa oggetto di discussione sui massimi sistemi che ci possiamo fare?

  9. carlo sacco scrive:

    Per Enzo( Sorbera). No, perche per i credenti che trippa c’è ? Quella del bue e dell’asinello ? O forse quella che si annuncia sull’onda di Monti della restaurazione della nuova DC, con Casini a rappresentare l’unità nazionale? Guardando al futuro vedo solo una grande destra nascosta sotto le spoglie di un centro che se frega di coloro che dovranno vendersi la casa per mangiare.Da che mondo è mondo e soprattutto ancor di più valido per l’Italia è il fatto che dalle crisi si esce sempre a destra.A coloro che votavano PCI e che adesso fanno il presepe e vanno in processione,rinnovo i miei auguri.Ma servono a poco.Chi tiene il timone sà bene come funziona il cervello della gente.

  10. enzo sorbera scrive:

    Ecclesia triumphans, verrebbe da dire. Ma di strano non ci trovo assolutamente niente. Un PD senza altra voce che quella di Monti – e siamo stati fortunati: gli piaceva Tremonti – lascia spazio solo al doversi raccomandare a Babbo Natale e a Gesu bambino. Per gli atei, invece, non c’è trippa 🙂

  11. carlo sacco scrive:

    La vittoria politica dei cattolici c’è stata quando è stato formato il PD altro che il Presepe di Montevenere. Il fatto che gli ex dirigenti del PCI facciano il presepe mi scuote poco. Qualcuno di mia conoscenza una volta mi disse a proposito del PCI: ”A parecchi la storia li ha fatti trovare di quà dal fosso verso le nostre posizioni, ma sarebbero ugualmente stati bene al di là”. Parole sante. Difatti, vedi Francesco, quale fine abbia fatto? Ciò vuol dire forse che era portatore di teorie balzane? Io credo di no, ma il mondo è nonostante questo sempre più balzano. Altro che Camillo e Peppone…

  12. Obiettivamente, fa bene Marco Fè a rimarcare la vittoria politica dei cattolici, perchè di questo si tratta.

  13. Ho sopportato con dignità la caduta del muro di Berlino, Ma, confesso, ho avuto una stretta al cuore vedendo dei gloriosi quadri dirigenti del PCI locale lavorare alacremente all’organizzazione del presepe. Mi hanno fatto pensare, con simpatia, a Don Camillo e Peppone. In cuor mio, però, non so se ridere o piangere di tutto ciò. 🙂

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