Sul “recupero urbanistico” c’è un equivoco (voluto?) e anche l’assessore Micheletti abbocca

di Paolo Scattoni

L’assessore Micheletti è persona aperta e cordiale. Ai nostri occhi ha poi un merito, quello di dare un’occhiata, di tanto in tanto, a questo blog. E qualche volta è addirittura intervenuto, anche se soltanto a rettifica. Insomma non ha gli stessi misteriosi pregiudizi nei confronti di questo spazio che hanno i suoi colleghi consiglieri di maggioranza.

Siamo però costretti, questa volta, a rilevare che negli ultimi giorni si è un po’ distratto. Sarà stato per il tempo speso a decorare l’albero, ad acquistare regali, a inviare biglietti di auguri e a tutti gli altri “obblighi” natalizi, ma questa volta è inciampato in un incidente di percorso. Mi riferisco alla sua dichiarazione di voto nel consiglio di mercoledì 21 dicembre sul Piano strutturale.

Dopo i riconoscimenti di rito al sindaco e all’impostazione del Piano strutturale ad un certo punto entra davvero nel merito e dichiara:

Per capire che l’obiettivo di puntare principalmente sul completamento e recupero urbanistico-edilizio sia stato raggiunto dalla nostra amministrazione è sufficiente leggere direttamente i numeri indicati nel dimensionamento del PS: totale CRUE (Completamento e recupero) Mc. 1.052.142; totale Nuove Urbanizzazioni Mc. 398.609, con una percentuale intorno al 74% di priorità che viene data al recupero e alla riqualificazione dell’esistente. Numeri chiari ed inequivocabili.”

L’enfatizzazione in grassetto non è nostra ma dello stesso assessore. Insomma Micheletti sembra rispondere ai suoi ex compagni di partito che l’hanno accusato di incoerenza per approvare la linea della maggioranza sul Piano.  In definitiva sembra affermare: “Perché criticate la mia posizione se questo piano è tutto indirizzato al recupero?”

Ma è proprio sicuro l’assessore Micheletti che sia davvero questa la realtà? O quei numeri, che cita con tanto puntiglio, non sia solo un modo per nascondere una previsione assurda? Non credo che l’assessore Micheletti sia in malafede; anche fra i consiglieri di minoranza questo dettaglio non è stato ben messo in evidenza nel dibattito in Consiglio.

Il numero “inequivocabile”, citato da Micheletti, è quello del CRUE 1.052.142, il 74% di priorità che viene data al recupero. Quello che forse ignora Micheletti è che una buona parte di questo “recupero” sono attualmente campi coltivati. Insomma quel terreno agricolo che secondo la legislazione regionale deve essere il più possibile preservato. Infatti CRUE è un acronimo che sta per Completamento, Recupero Urbanistico Edilizio. Ma per completamento si intende, secondo i progettisti, anche il RESIDUO del vecchio PRG. E quanto sarebbe questo residuo? Nessuno lo vuole dire. Grave inadempienza perché un Piano decente dovrebbe contenere una seria analisi dello stato della pianificazione.

Allora, per semplificare, quella quantità che l’assessore Micheletti crede essere di recupero in realtà va suddivisa almeno in tre parti:

1) Recupero urbanistico-edilizio, che si riferisce a volumi che vanno ad insistere su aree ed edifici non utilizzati o diversamente utilizzabili. Un esempio per tutti la fornace.

2) Aree fabbricabili, non ancora realizzate ma per le quali è stata stipulata una convenzione con i proprietari (Piano di lottizzazione), per le quali c’è l’impegno del privato a realizzarle. Ma passati 10 anni senza realizzazione la convenzione decade e non ci sono più obblighi da parte del comune.

3) Aree fabbricabili previste dal vecchio PRG, ma senza Piano attutivo approvato.

Se l’assessore Micheletti fa una verifica vedrà che le aree di cui ai punti 2 e 3 sono nei fatti ancora terreno agricolo. Per la legge non è detto che quei terreni debbano necessariamente continuare ad essere previsti come fabbricabili nel nuovo piano urbanistico.

Abbiamo già scritto che queste analisi dovevano essere fatte. Un’analisi che non avrebbe preso più di qualche ora di lavoro da parte di un impiegato dell’ufficio tecnico. Un costo risibile rispetto alle centinaia di migliaia di euro presumibilmente spesi per il quadro conoscitivo. Perché non è stato fatto? Si ponga la domanda l’assessore Micheletti poi però la risposta la comunichi a tutti.

Se si voleva redigere uno strumento urbanistico davvero sostenibile la scelta doveva seguire, per l’edilizia residenziale, i seguenti passaggi:

1) Qual’è una previsione ragionevole e motivata del fabbisogno abitativo dei prossimi 10 anni? Abbiamo visto che a stare molto larghi si tratta di 150 unità residenziali.

2) La domanda presunta può essere soddisfatta con le potenzialità edificatorie delle aree dismesse da recuperare (Fornace, etc.)? La risposta a parere di chi scrive è sicuramente affermativa.

3) Se le aree di recupero non sono sufficienti, la domanda può essere soddisfatta nelle aree già soggette a Piano di Lottizzazione convenzionata? Qui non c’è bisogno neppure di approfondire.

4) Se le aree di lottizzazione già convenzionate non fossero sufficienti la domanda può essere soddisfatta dalle aree non convenzionate già previste dal vecchio Piano?

5) Infine, se tutte le aree già previste non fossero disponibili quante e quali aree nuove andrebbero individuate?

Solo rispondendo a queste domande si potrà dire di aver rispettato la legge. E’ gravissimo che i dati necessari siano stati “annegati” in una voce assai generica.

A spanne, secondo me, ci si può fermare alla prima domanda perché il vero recupero di aree dismesse può soddisfare abbondantemente il fabbisogno abitativo di Chiusi per un decennio. Ritengo in ogni caso che l’assessore di Sinistra Ecologia e Libertà dovrebbe rispondere a queste domande. Altrimenti la rivendicazione  di SEL del termine ecologia (come minimo) è pubblicità ingannevole.

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3 risposte a Sul “recupero urbanistico” c’è un equivoco (voluto?) e anche l’assessore Micheletti abbocca

  1. anna duchini scrive:

    Anche per le case che vogliono costruire nel vecchio campo sportivo parlano di “riqualificazione”.
    Figuriamoci se gli mette pensiero “recuperare” un po’ di campi di grano a case.
    Il tutto naturalmente in modo sostenibile. Forse intendono che la terra sostenga bene il cemento.

  2. pscattoni scrive:

    Nella fretta? Dopo 13 anni? Il problema è che certi dati, per altro chiaramente previsti dalle linee guida regioanali, possono essere raccolti in poco tempo. Sappiamo quante sono le lottizzazioni “correttamente chiuse” e con le opere di urbanizzazione primaria prese in consegna dal Comune? Delle lottizzazioni “aperte” occorre semplicemnte indicare quando scadono e le opere e le quantità realizzate e quante da realizzare. Basta davvero poco.

  3. Daria Lottarini scrive:

    Condivido pienamente le considerazioni fatte da Paolo Scattoni . Anche io non capisco a cosa effettivamente corrispondano i numeri relativi al recupero dell’edificato. Purtroppo sulla questione c’è stata molta leggerezza, perchè i nostri assessori non hanno mai chiaramente spiegato cosa sia compreso nei 1.052.142 mq. Forse nella fretta di approvare il P.S. hanno rinunciato ad un lavoro più serio.
    Eppure il requisito principale del piano strutturale dovrebbe essere la “chiarezza”, come recita la relazione generale al punto 1.1.

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