Un Piano strutturale non sostenibile nè dal punto di vista economico, nè tantomeno per l’aspetto riguardante il consumo di territorio per le nuove edificazioni previste, in molti aspetti anche in cotrasto con quanto previsto dalle normative provinciali e regionali e contraddittorio anche nei confronti del Quadro conoscitivo che avrebbe dovuto orientare le decisioni riguardo alle previsioni di edificabilità.
Un Piano che non ha le qualità per programmare il futuro di Chiusi.
Queste le conclusioni condivise al termine di un incontro tra l’opposizione istituzionale, rappresentata dalle liste “La Primavera di Chiusi”, la “Lista Fiorini” e rappresentanti dell’associazione culturale “Abc”, del gruppo giovanile “Uidù”, del Pdl e il partito della “Rifondazione Comunista” sul documento recentemente approvato in Consiglio comunale.
Durante l’incontro è stato deciso anche un piano d’azione comune per l’elaborazione delle osservazioni da presentare, secondo quanto prescritto dalla legge, entro 60 giorni dalla pubblicazione del nuovo Piano strutturale.
La data di pubblicazione sul bollettino regionale è confermata per il 18 gennaio.
Ci sono quindi poco più di due mesi a disposizione per coordinare e redigere le osservazioni, e a tale scopo è stato formato un “Comitato tecnico”.
Non si parte da zero perchè molto del lavoro è già stato fatto.
Le conclusioni del “Comitato tecnico” verranno rese pubbliche e portate all’attenzione dei cittadini.
@ Carlo Sacco. La Regione deve in qualche modo difendere la fama di regione pilota in relazione al governo del territorio. Allora la trasparenza e il dibattito può avere qualche effetto.
Poi ci sono anche le vicende del 1982/83. Alla fine sulla cosiddetta zona Baldetti la Regione pensò di cavarsela con una botta al cerchio e una alla botte. Sulla falsificazione o l’assenza di autorizzazione paesaggistiche. Evidentemente ha funzionato come tu credi che funzioni sempre. Certi poteri più o meno coperti ebbero allora un forte peso. Può darsi che lo abbiano anche questa volta, ma non è certo con la riservatezza di ciò che fa chi si oppone che si può rovesciare la situazione. Anzi.
Paolo, sul piano teorico il tuo discorso è ineccepibile(specialmente le prime tre righe), su quello pratico invece mi rende abbastanza perplesso poichè la sensibilizzazione che sarebbe una bella cosa e doverosa, in pratica non esiste-l’abbiamo visto con l’accettazione delle truppe cammellate ma non solo con quelle.Avresti potuto proporre anche di fare un canale che da Marina di Grossetto avesse portato l’acqua salata a Chiusi per farci una spiaggia di mare e sarebbe stato accettato,criticato, discusso formalmente in 2 o 3 riprese o più ma senz’altro fondamentalmente accettato.E’ li che andrebbe portata in camera operatoria la bestia e con tutte le connivenze categoriali e non, per sezionarla e dare ai cani la parte marcia.E se non esiste il chirurgo che fa questa prescrizione perchè è anch’esso una cinghia di trasmissione delle istanze,che ti fa apparire che le modifica un po’ ma che in fondo le fà passare,e che non si metterà mai contro le decisioni fondamentali già prese, allora è tutto fumo quello che c’è per aria. Non andiamo poi a scomodare Provincia e Regione.Loro ci sono con i loro regolamenti e disposizioni per fortuna ma non ti devo insegnare che contro l’interesse non si và.Lo sai già da te.Dirai senz’altro che non sei d’accordo ma basta guardare alla storia di Chiusi per capire cosa è che ha pesato in passato e che peserà nel futuro.Spero di essere contraddetto ma chi vivrà vedrà.
@Carlo Sacco. la maggior parte dei cittadini di questo comune non è abituata a discutere di urbanistica per le vicende che l’hanno caratterizzata negli ultimi 50 aani: da un esperimento assai avanzato poi fatto abortire per instaurare una gestione assurda (dal 1965).
Non c’è possibilità di miglioramento se non si comincia a spendere un po’ di tempo per capire come si formano e come vengono gestiti gli strumenti urbanistici Allora la trasparenza è fondamentale per questa opera di sensibilizzazione.
Oggi come ho già avuto modo di scrivere abbiamo la possibilità di no peggiorare ulteriormente le cose sperando nella valutazionbe di Regione e Provincia. Allora la trasparenza è ancora più importante per fare in modo che il tecnico istruttore della pratica non si “distragga” troppo. Dunque più se ne parla (comprese le valutazioni tecniche) e meglio è.
Paolo, è’ vero che la trasparenza paga sempre, ma credi che in tali situazioni possa valere ai punti in cui siamo in Italia e localmente( sembra che la trasparenza interessi poco ai cittadini votanti la maggioranza)e si potrebbe-dico si potrebbe- essere in presenza di una situazione paragonata a quell’ aneddoto che riguarda il marito assente da casa che 10 minuti prima di rientrare avverte per telefono il suo rientro onde evitare brutte sorprese…..La moglie lo sà ed il marito pure ma per restare formalmente puliti non si disdegna l’ipocrisia….e succede spesso. Perchè poi Paolo si scomoda sempre ” l’interesse comune” a nostro piacimento e poi si osserva che il ”Direttore dei Lavori” dell’interesse comune gli interessa quanto il due a briscola anche al punto di essere tirato per i capelli quando si tratta dell’interesse comune ?(tipo le riprese del consiglio ma anche altro) Almeno così si dice da parte dell’opposizione.Sbaglio ?’Allora sarebbe la maggioranza che non ottempererebbe all’interesse comune. Basta mettersi d’accordo.In quanto alla trasparenza che dice Tomassoni o alla perfidia, è una lama molto sottile che si percorre e sinceramente non sò ciò che possa prevalere in certi casi…
Grazie, Luciano, per il chiarimento.
Beh, non so se il coinvolgimento coatto in pubblico rientri nella trasparenza o nella perfidia… 😉
Non ho gli stessi dubbi di Carlo (Sacco). Sono convinto che la trasparenza paga sempre e che al congtrario l’opacità del processo comporti sempre risultati contrari all’interesse comune.
La bellezza del blog è quella della diffusione della conoscenza senza dubbio, per cui è uno strumento utile che si aggiunge ad altri altrettanto utili. Nella prassi comune però quando si tratta di dimostrazioni che possano servire a forze contrapposte (mettendo un momento da parte l’interesse dei cittadini che pur dovrebbe essere quello da far prevalere per entrambi gli schieramenti) mi permetto di fare una domanda che può sembrare grezza, malevola, concepita con limitatezza politica, prevenuta, ed ancora qualche altro aggettivo si può benissimo aggiungere: ma spiattellare le ragioni di ogni procedura intentata (perchè in fondo di strategia politica si parla e non ditemi di no) e rendendola così ”corampopulo” non vi passa mai un momento per la testa che tutto questo possa servire anche all’altro schieramento per pararne i colpi? Voi mi direte: li parino pure poichè la nostra iniziativa tende a chiarificare i problemi a maggior gente possibile ed è ritenuta cosa giusta , ma in un ambito così ristretto e considerando il passato e considerando pure che sorgono associazioni con referenti così ”disinteressati” e così ”scevri da interessi di gruppo” non sarebbe meglio parlarne a quattro occhi? Perchè sennò si corre il rischio che il topo d’appartamento che senz’altro sà che il proprietario è assente di fargli trovare perfino la via di fuga quando questi rincasa…E’ greve lo sò, ma c’è anche un aspetto pratico che non dovrebbe essere sottovalutato anche perchè gli altri di aspetti grevi quanto questo se ne sono pasciuti a dismisura ed ancora insistono imperterriti facendo finta di nulla. E’ un idea come un altra ma andrebbe valutata invece di spifferare ai quattro venti le iniziative che si ritiene di prendere.
Caro Giampaolo (Tomassoni) ti ringrazio per la disponibilità. Se riusciamo a condurre il workshop dimostreremo che un piccolo, ma non irrilevante, gruppo di persone (minimo di 15 a un massimo di 25) può in un giorno comprendere il problema e le principali posizioni in gioco e aumentare così le proprie capacità di incidere. Come avrai sicuramente intuito gli elementi ci sono tutti e le diverse ipotesi di edificabilità compressiva possono produrre scenari alternative ed elementi per il negoziato. L’apparato come sai è molto semplice: 1 computer, un videoproeittore, una stampantina da battaglia e la docuemnatzione di base.
Nei prossimi giorni invierò un post con i possibili attori da introdurre nella nostra simulazione: fronmte del si (amministrazione), fornte del no (variegato), le imprese di costruzione più grandi, le imrpese piccole legate all’edilizia, commercianti, Regione, ed eventualmente altre che possono emergere. Secondo me ci divertiamo. Ovviamente se ci sono interessati diretti sarà meglio, ma una discreta conoscenza di ciò che si muove in questa vicenda sarà sufficiente per assumere il ruolo.
Ecco. Se Provincia e Regione possono al massimo giocare al rendere salomonicamente atto a tutti, da 1.000.000 di mq potrebbero solo dimezzare quella cifra se il lato B chiusino ipotizza una crescita 0.
Che si fa, si propone l’abbattimento di strutture esistenti per ridurre ulteriormente la cifra?
Delatore! E pure un po’ subdolo: come faccio ora a dire che non ci vengo, che son preso da altro, ora?
Ci vengo, ovvio. Anche se ho il sospetto che ormai altri ne sanno illustrare l’uso meglio di me.
Giampaolo (Tomassoni) mi meravigli. Dopo aver lavorato, come informatico sull’urbanistica e sui metodi dellantarcciabilità della decisione sai benissimo che il processo non chiude mai. Certo il momento delle osservazioni può soltanto determinare mofiche, anche sostanziali al piano, si spera frutto di un modo ‘partecipato di strutturarle.
Ma poi un salto a Chiusi a darci una mano per il workshop di un giorno utilizzando il tuo splendido programma STAN Lo fai? ;-))
Ecco, appunto. Quindi in teoria non sono organismi ai quali ci si può appellare per la mancata partecipazione “popolare”. Cioé, una cosa è fare proclami e comunicazioni al (e in) pubblico, un’altra è l’Agenda o qualsiasi altra forma di confronto con chi il piano lo “subirà”.
Quello che chiedo è: Provincia e Regione potranno di fatto solo “mettere le pezze” ad un Piano poco partecipato, ovvero possono anche rigettarlo per questo? Sarà quindi possibile “riscriverlo” o gli si possono solo apportare le modifiche che Provincia e Regione hanno indicato?
Un Piano rigettato con forza, si rompe? (vabbé, questa m’è scappata…)
Quello a cui fa riferimento Nicola (Nenci) è ovviamente roba pregressa che si realizza solo ora.
Cioè fa parte del vecchio piano e le autorizzazioni, se ben ricordo, sono state rilasciate non dall’attuale amministrazione ma da quella precedente.
Su Querce al Pino dopo il chiasso che fu fatto in campagna elettorale è saltato l’insediamento artigianale perchè la provincia non lo consente.
Nel nuovo piano si prevede comunque di costruirci ma ancora nessuno ha spiegato precisamente cosa.
Una volta dicono un incoming, un’altra attrezzature ricettive con piscina…
Quel che è certo che vogliono far costruire ancora nei paraggi del casello ma stavolta nel versante che da su Sarteano.
Non so né a chi né dove chiedere, per cui pongo qui un mio dubbio. Trovandomi a passare per Querce al Pino ho notato che un’area considerevole compresa fra il cinema e la strada è diventata un imponente cantiere edilizio. Così mi sono tornate in mente alcune delle parole spese in campagna elettorale che, parlando di una fantomatica “vetrina”, rassicuravano la cittadinanza fugando i dubbi di eventuali colate di cemento che, si diceva, erano tirate in ballo da taluni a puro pretesto utilitaristico e per motivi strumentali. Non ho molti dati per capire bene la situazione, per cui chiedo se qualcuno possa spiegarmi meglio cosa sta succedendo con quel cemento a Querce al Pino.
Il piano non deve essere necessariamente condiviso da tutti. Chi ha il potere e il compito di decidere decida, Quello che però non accetto è il sostanziale rifiutio a prendere in considerazione le obiezioni per un dibattito costruttivo, nonostante i proclami.
Come dice Francesco (Storelli) compito di Provincia e Regione è quello di valutare la coerenza del Piano strutturale con il Piano Terriroriale di Coordinamento (Provincia) e Piano di Indirizzo Territoriale (Regione). Quindi è fondamentale analizzare il Piano strutturale in relazione a questi piani sovraordinati.
Non ero presente alla riunione di cui al post. Non so se è stato effettivamente detto che le scelte debbano scaturire la Quadro Conoscitivo non sono d’accordo.Il quadro conoscitivo è solo un elemento che contribuisce alle scelte. Anche qui però è fondamentale che le scelte non siano in contraddizione con il quadro conoscitivo, POer esempio non si può dire che la domanda di nuove abitazioni è quantitativamente trascurabile e poi prevedere quello che il Piano prevede. Di contraddizioni comunque ce ne sono molte altre.
Caro Gampaolo (Tomassoni), la tua prima domanda ce la poniamo tutti e non credo che ci sia una risposta razionale, o chiara, a tutto ciò, eventualmente dobbiamo cercare la risposta tra le soluzioni irrazionali, o poco chiare. Per quanto riguarda la tua seconda domanda invece la regione può fare molto perchè ha dei suoi precisi piani di indirizzo e se un piano strutturale confligge nettamente con le linee di indirizzo regionale, la regione ha facoltà di opporsi energicamente. Ovviamente si tratterà di vedere poi chi “ha più santi in paradiso”, se gli amanti della legalità o i servi dei poteri forti e degli interessi di pochi (anche questi privati potenti), a scapito della collettività dei più che subirà nel silenzio e nell’indifferenza. Dico nell’indifferenza perchè, nel frattempo è scoppiata una campagna propagandistica che tende ad enfatizzare il “miracolo economico e demografico” che seguirà all’attuazione di questo piano, creando così una cortina fumogena che copre il vero volto di questa operazione volta solo a favorire “pochi intimi”.
Domande.
Perché ostinarsi a presentare alla Regione un Piano così poco condiviso dall’opposizione / parte della popolazione?
Di quali gradi di libertà dispone la Regione in caso di opposizione al Piano presentato?