Il declino di Chiusi: Senza soldi e senza idee

di Carlo Sacco

La tendenza di ogni centro storico in Italia e all’estero è stata ed è quella dell’eliminazione del traffico delle auto e ormai da anni si va in tale direzione. Che venga la proposta di riaprire al traffico poichè si spera di vendere più prodotti (poi, quali e quanti?) mi sembra una cosa veramente abominevole. Segno che qualche testa pensante che ipotizza tutto questo sarebbe bene che fosse impiegata in qualche altra attività che non merita neanche specificare quale possa essere per rimanere nella decenza.

Non esistono ricette se non quelle che facilitino l’afflusso dall’esterno di persone che si muovono in sintonia di una cultura che Chiusi possa esprimere: turismo, territorio, cibo, paesaggio. Chiusi ha anche sicuramente maggiori strutture relative al suo passato lontano che altri luoghi limitrofi ed è quello che occorre valorizzare, ma se non c’è la volontà anche politica e la fantasia di metterle a sinergia allora si continua ad investire verso i soliti noti, con legami di “fratellanze”,”conoscenze”, ” benefici”, aprendo rubinetti che raggiungono solo e sempre gli stessi.

Ormai questa è divenuta una prassi consolidata, asfittica, segno anche di povertà culturale di chi ci ha guidato in passato e che continua a guidarci e fruire di consenso. Pur nella crisi generale, altri paesi che hanno meno si comportano diversamente ed allora spiegatemi perchè Chiusi non lo fa e continua a non farlo. Che poi qualcuno si risenta e chiama detrattori coloro che sollevano questa giusta critica è cosa che succede regolarmente. E’ successo più volte, anche avverso la stampa locale che quando dice che i negozi non vendono e che sono vuoti, gli stessi negozianti dicono che si dovrebbe dire il contrario.

Con tali teste non si va lontano. La Fiera di Chiusi tanto per dirne una comprende un buon 85% di banchi e di rivenditori che commercializzano gli stessi identici generi di articoli (confezioni, camicie, calze, mutande e magliette). Tutti debbono poter lavorare ben inteso, ma con le teste pensanti che decidono questo genere di ricerca e quindi anche di attrazione di vari esponenti di settori, non necessariamente tutti merceologici non sarebbe opportuno anche poter allargare ad altri settori i contenuti della fiera ? La presentazione di settori di storia, di notizie riguardanti il passato, di storia delle persone legate al territorio, cose che ormai si stanno totalmente perdendo ma anche di settori legati alla evoluzione tecnologica che non siano le solite automobili, le solite moto, ma per esempio le possibilità creative di natura biologica di prodotti del cibo e della loro distribuzione di filiera tanto per dirne una.

Le possibilità ci sono, basterebbe avere la voglia di ricercarle, analizzarle, proporle, metterle in atto riservando una parte del flusso di denaro che, sia nel passato ma anche nel presente (pur con la crisi esistente), le Banche continuano a destinare ai soliti noti, senza differenziarsi in maniera marcata dal passato. La vedo dura, ma varrebbe la pena tentare. Qualcuno forse si risentirebbe e correrebbe ai ripari ma per tentare una fruizione più democratica e lineare di tutto questo potremmo senz’altro dire che il calore del quale risentono quei settori che stanno vicino al fuoco potrebbe essere meglio ripartito, facendo un po’ di posto anche ad altri settori che ne sono stati sempre esclusi. E questo vale anche per l’Istituzione Pubblica. Altre soluizioni non le vedo, se non quella del tipo Civita di Bagnoregio.

Questa voce è stata pubblicata in ECONOMIA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

14 risposte a Il declino di Chiusi: Senza soldi e senza idee

  1. pietro bacosi scrive:

    Chiedo scusa, lo riscriverò. Grazie. Sono un cattivo scrittore con il computer ma sbagliando si impara, anche con la musica e’ cosi tra una stecca e l’altra poi viene bene. Ho steccato anche qui ma mai più di chi amministra no il blog— qualcosaltro scusatemi vado meglio a braccio dal vivo, Davanti ad una platea mi diverto di più, ma riscriverò quello che devo dire .a presto

  2. pscattoni scrive:

    Ricordo a Pietro Bacosi che i commenti non debbon0o superare le 1400 battute (spazi inclusi). Quello non pubblicato ne aveva poco meno del doppio.

  3. lucianofiorani scrive:

    XBacosi. Nessuno ha bocciato niente. Il tuo commento era finito tra gli spam perchè eccessivamente lungo.
    Viene pubblicato come articolo.

  4. pietro bacosi scrive:

    non scrivo piu ho scritto e me lo avete bocciato basta

  5. marco lorenzoni scrive:

    Nel precedente post mi è saltato un punto interrogativo: “vuol dire che non c’è e non ci può essere di meglio?” La risposta implicita è no, ovviamente.
    Cominciamo a ragionare sul perché la gente non si incazza o lo fa senza darlo a vedere. E’ nella coscienza civile, nel modo di rapportarsi al potere, che questi ultimi 20 ani hanno prodotto più danni, facendoci credere, magari, che le cose si risolvono con soluzioni individuali, con rapporti vis a vis col potente, cercando la sua benevolenza, piuttosto che azioni politiche coerenti… Il problema più grosso di tutti è che una certa “filosofia” ha attecchito e faccio breccia sia a destra che a sinistra, e anche chi si oppone all’andazzo spesso lo fa – noi compresi – senza troppa convinzione, con una indignazione minore di quella necessaria, con rassegnazione, quasi. Sembra che ognuno reciti la sua parte in commedia, senza però avere la pretesa di modificare il copione. Nè tantomeno di cambiare il regista…

  6. lucianofiorani scrive:

    Proviamo allora a ragionare sul perchè la gente non si incazza. O perchè, se si incazza, non lo da a vedere.

  7. marco lorenzoni scrive:

    Ok, noi siamo d’accordo sull’analisi. Ma come si fa a farla fare – l’analisi – anche alla gente di Chiusi?
    A dibattere su questo blog quanti siamo? Quanti tra i lettori di Primapagina sono pronti a discutere di queste cose, “serenamente, pacatamente”, ma dicendoci le cose come stanno?
    Pochi. Troppo pochi.
    Nei partiti – o ciò che ne rimane – c’è qualcuno disposto a ragionare di questi temi: per esempio su chi ci guadagna e chi no con il Piano Strutturale o con lo Stadio o con altre operazioni?
    A giudicare da ciò che si vede e sente in giro no. Questo è il problema. Ma se la gente non si schiera, non si incazza, non si indigna, non prende “i forconi” (ma quello è un movimento populista, ‘antipolitico’ e di destra), se i giovani non vanno alle inaugurazioni a contestare fischiando i rappresentanti della Fondazione Mps… vuol dire che va bene così, che non c’è e non ci può essere di meglio. Vent’anni d berlusconismo non sono mica passati invano, hanno lasciato il segno, di qua e di là… altro che se l’hanno lasciato.

  8. lucianofiorani scrive:

    D’accordissimo con Marco (Lorenzoni). In questi anni, per alcuni, sono stati di vacche grasse. Come sempre.
    Questi “alcuni” sono nella stragrande maggioranza dei casi quelli contigui alla politica. Quella che comanda e tiene i cordoni della borsa.
    Ora però quella “mucchina” non produce più latte. Vediamo cosa s’inventano.

  9. marco lorenzoni scrive:

    Guarda Carlo che anche a Chiusi (come altrove) c’è chi nelle pause zen… ha “sviluppato” enormemente e rapidamente il proprio conto in banca, patrimonio e portafogli, mentre tutti gli altri fanno sempre più fatica a tirare avanti. Il probema è che sono proprio quelli lì che adesso vorrebbero anche indicare le ricette per uscire dal tunnel…

  10. carlo sacco scrive:

    Paolo, le ”pause zen” se le sono prese loro da anni mentre ricercavano un possibile sviluppo di Chiusi.

  11. lucianofiorani scrive:

    “Il peggior americanismo patinato, individualista e consumista” dice Miccichè.
    Purtroppo non solo è vero ma quello che è più grave è che con zelo da neofiti ci mettiamo anche del nostro da diverso tempo.
    Prendete il disastro della Costa Concordia. A cosa lo stanno riducendo? A un capitan codardo e a un eroe.

  12. pmicciche scrive:

    Carlo, non ti arrovellare….forse è arrivato il momento di una pausa zen; tanto le Idee – platonicamente – hanno vita propria e sono lì, pronte: vanno solo colte e messe in pratica. Però, se nessuno le coglie…….Ancora oggi mi dicevano che almeno Berlusconi era un ottimista mentre con tutto questo catastrofismo non si fa che peggiorare. Vedi, si confondono gli effetti con le cause, immersi come siamo in una cultura intrisa del peggior americanismo patinato, individualista e consumista. Ne è infetta una larga quota di popolazione sia di destra che di sinistra, tanto per essere chiari (anche nel nostro piccolo, dove non ci facciamo mancare nulla). Mi torna in mente “L’invasione degli ultracorpi” di Don Siegel: grande e profetico film.

  13. Io pensavo di mettere un cartello li alla vecchia Porta: Lasciate ogni speranza, o voi che entrate.
    Con tanto di scuse a Dante.

  14. marco lorenzoni scrive:

    La risposta è semplice, purtroppo. A Chiusi abbiamo un centro Commerciale Naturale “che tutti ci invidiano” ed è preso a modello, ma che è senza più negozi (quanti ne sono rimasti nel centro delo Scalo?, contateli), quindi un CCN inesistente. Un Centro Storico con grandi risorse, ma che non riesce a farle diventare un’attrattiva. Se il Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago registra 4 volte e forse più i visitatori del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi una ragione ci sarà. Se mentre tutte le Tv e i giornali della Toscana scrivono e dicono che “i saldi partono a rilento” e il Corriere di Siena titola il 6 gennaio: “Chiusi, è partenza boom dei saldi”, qualcuno non dice il vero… Chi era a Chiusi e ha visto quanta gente c’era in giro nei giorni intorno alla Befana, sa chi è che non dice il vero…
    Serve una “politca” del genere. O sarebbe meglio cominciare a riflettere seriamente sulla crisi e cercare tuti insieme soluzioni credibili, senza mascherare la situazione? ai posteri l’ardua sentenza…

I commenti sono chiusi.