Con le tombe chiuse fioccano le disdette

di Anna Duchini

In una lunga intervista, concessa a Laura Valdesi e apparsa su La Nazione di oggi, la direttrice del Museo archoelogico di Chiusi, Monica Salvini, spiega la situazione e le conseguenze della chiusura delle tombe.

Le tombe “sono chiuse dai primi di dicembre. Speriamo di poterle riaprie a marzo. Voglio essere ottimista”, afferma la direttrice. Il problema consiste in “adempimenti in merito alla sicurezza”.

Non c’è quindi una data certa per la riapertura; la direttrice sottolinea poi che la chiusura è stata decisa in un periodo di minore affluenza turistica ma non nasconde “di aver già ricevuto numerose disdette di gruppi che acquistano il pacchetto con visita al museo e poi, appunto, alle nostre preziose tomnbe. Si tratta soprattutto di stranieri”.

La Salvini rende quindi noto che lo scorso giovedì c’è stato un incontro con il comune (era ora!) ma forme e modi di lavorare insieme ancora non ci sono. Auspica una “rivalorizzazione complessiva, un rilancio dei beni cultutrali dell’area chiusina”.

Insomma dopo quella del Leone, chiusa definitivamente dall’estate scorsa ora anche le tombe della Pellegrina e della Scimmia non sono più visitabili e non si sa fino a quando.

Certo, per una città che dice di puntare sul turismo è un bel biglietto da visita. In compenso non ci sono né risorse né è stato ancora predisposto un piano di intervento.

Dopo oltre un mese comune e soprintendenza finalmente hanno trovato cinque minuti per parlarsi. I cittadini possono dormire tranquilli, non saranno disturbati dal rumore dei turisti, in particolar modo di quelli stranieri.

Questa voce è stata pubblicata in CULTURA, ECONOMIA, POLITICA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

5 risposte a Con le tombe chiuse fioccano le disdette

  1. pscattoni scrive:

    Finalmente ho capito, purtroppo non sono molto veloce a comprendere le contorsioni dei burocrati. Il problema di sicurezza non riguarderebbe le due tombe, quanto piuttosto l’incolumità dei dipendenti del museo che a turno accompagnano i visitatori delle tombe con i mezzi dei visitatori stessi. Non la direttrice del museo, quanto piuttosto gli uffici della sovrintendenza archeologica che avrebbero fatto la solita obiezione: “e se capita un incidente agli accompagantori chi paga il conto?”
    Mi chiedo come si possa andare avanti così. Possibile che non si riesca a trovare una soluzione decente? Forse un esperto di assicurazioni può risolvere questo insormontabile problema 🙂

  2. marco lorenzoni scrive:

    Sulla questione è intervenuta ieri, direttamente la Soprintendente della Toscana, Dott.ssa Barbera. Le sue precisazioni sono su http://www.primapaginachiusi.it.
    Ed è singolare che abbia deciso di intervenire, chiedendo la pubblicazione agli organi di stampa. Forse le assicurazioni della direttrice Salvini non le ha ritenute sufficienti. Quanto alle motivazioni della chiusura, al di là della smentita su una ipotetica “vertenza strisciante” tra Soprintendenza e dipendenti del Museo, par di capire che si tratti proprio di una questione riguardante la gestione del personale… L’agibilità c’entra poco, a quanto pare.
    E la setssa dott.ssa barbera conferma pue il ritrovaento di strani segni nei pressi delle tombe: sassi in cerchio e un giaciglio di fortuna… chi gioca con gli spiriti degli etruschi?

    .

  3. pmicciche scrive:

    Lo Studio Ambrosetti ha individuato che 1 euro speso nella Cultura ne produce 2,47 di ritorno diretto o indiretto. Vengono calcolati anche gli effetti sull’occupazione e sull’incremento che se ne ottiene.
    Vedi dettaglio:
    http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/articolo/mangiare-cultura-si-puo.aspx
    Io proporrei un monumento a Tafazzi da collocare in Piazza della Stazione (visibile quindi anche dal treno per chi solo transita), con tanto di inaugurazione completa di scuole, banda, sbandieratori e via discorrendo. Anch’io, questa volta, prometto di esserci plaudente e raggiante.

  4. carlo sacco scrive:

    Nella Nazione nella stessa data dell’articolo al quale fa riferimento Anna Duchini è apparso anche un altro articolo che parla di rilevamenti di qualcosa relativa a certi sassi disposti in formazioni inequivocabilmente legate all’esoterismo e ” messe nere” che si pensa possano essere state presenti in qualche tempo nei luoghi delle tombe etrusche od aperti vicino ad esse.Per far plausibile tale tesi si scomodano anche le convergenze di segni che inficerebbero in qualche modo l’appartenenza ai luoghi di culto etruschi e dei loro ”mondi sotterranei” se ho ben capito.Con tutto il rispetto dell’articolista a me sembra una tesi piena di ”acqua fresca”, del tipo di quella paventata da molti seguaci di Giacobbo che la quinconce di Angkor in Cambogia sia stata realizzata e continuata sull’allineamento delle tre piramidi di Cheope,Chefren e Micerino con la cintura di Orione.
    Non si nega nulla, ma a primo sentore non nascondendo la mia malizia che senz’altro è tale -per carità- ho pensato che dal momento che ”bambole non c’è una lira” anche un po’ di sassi disposti a mo’ di cerchio o di altra posizione possano essere oggetto di indagini e di rinvii di lavori.Talvolta è stato sufficiente che qualcuno abbia detto di aver visto il Mostro di Loch Ness per aver incrementato a dismisura le gite di una gran parte di Scozzesi e di Inglesi al famoso lago. Stai a vedere che il Centro Commerciale Naturale sarà di nuovo frequentato da turisti domenicali con qualche ”Bestia di Satana” in occulto a comperare qualche mutanda o giarrettiera…C’è da scherzarci…

I commenti sono chiusi.