I malefici effetti della crsi cominciano a dispiegarsi e assumono le forme più disparate. Non solo si è bloccato l’afflusso di immigrati (bene, dirà qualcuno) ma sembra iniziato il controesodo. Sono i rumeni, la comunità più numerosa, quelli che se ne stanno tornando a casa. A partire sono intere famiglie che con la perdita del lavoro non trovano altre ragioni per rimanere qui.
Tanti lavoravano nell’edilizia, ma anche nelle piccole fabbriche della zona che stanno drasticamente riducendo il personale o fanno sempre più ricorso alla cassa integrazione.
L’occupazione femminile che per le rumene significava prevalentemente pulizie e assistenza agli anziani non è esente da questa falcidia. Se regge bene o male la figura della badante, per chi trovava occupazione nei servizi di pulizia i tempi si fanno duri.
In tante, occupate negli alberghi chiancianesi, hanno già ricevuto la brutta notizia che non ci sarà posto per loro nella prossima stagione.
Circolano voci sui risultati del censimento di ottobre che parlano di una riduzione di popolazione per Chiusi nell’ordine delle centinaia di persone (4/5/6?) dovuta in larghissima parte alla fuga di chi era venuto qui in cerca di lavoro.
Il ritorno in patria di questi immigrati avrà ovviamente ricadute per il nostro paese. Meno studenti, meno case affittate, meno consumi…
E pensare che c’è, con questa aria che tira, chi parla di sviluppo progettando di costruire tante nuove case!
Che ci sia la crisi non è una scoperta. Che questa attacchi con maggiore forza Chiusi rispetto al resto delle nostre zone non mi pare.
Comunque le previsioni vengono di solito fatte sulla popolazione nel suo complesso. Gli abitanti a più basso reddito, in assenza di politiche pubbliche specifiche, di solito occupano le case lasciate libero di chi si sposta su abitazioni di maggior costo.
E’ mia opinione che di utilizzare il tema del rientro degli stranieri (per ora fenomeno quantitativamente modesto) nel dibattito sul piano strutturale non c’è né proprio bisogno.
Non credo che il Piano Strutturale sia stato pensato in questo modo tenendo conto degli immigrati. E’ sovradimensionato e “fuorimercato” a prescidere.
Le lottizzazioni previste tra Santa Caterina e Chiusi Città, al Porto, a Montallese, a Querce al Pino ecc. sono ipotizzate per gli immigrati? Non mi pare.
La questione del flusso e riflusso migratorio inciderà piuttosto su altre dinamiche sociali, non è indice della adeguatezza o meno del piano. Il problema si porrà per le scuole, per gli anziani soli che faranno più fatica a trovare una badante… per certe imprese che faticheranno a trovare manodopoera disponibile.
E in ogni caso, la tendenza reale ad andarsene di un certo numero di immigrati segnala che la crisi è forte e Chiusi ne è investita in pieno e che l’epoca delle vacche grasse – se mai c’è stata- è finita.
Scrive Marco (Lorenzoni) che il calo demografico degli ultimi sei mesi è di 44 unità, diciamo un’ottantina per tutto il 2011. Non è quello che viene ipotizzato nell’articolo che riprende voci che circolano: da 400 a 600 unità. La popolazione degli ultimi dieci anni è sostanzialmente stabile, come più volte è stato scritto anche su chiusiblog. Questo è il vero solido input per il Piano strutturale.
Certo, con i si dice, non si possono impostare previsioni.
La sensazione diffusa però è che molti immigrati se ne stiano andando.
Se poi l’ordine sarà delle decine o delle centinaia non ce lo diranno neppure i dati del censimento che fanno riferimento alla fine di ottobre, mentre un’accelerazione del fenomeno si è avuta a fine anno.
Dall’anagrafe qualcosa potrebbe uscir fuori, almeno la conferma della tendenza.
Non credo comunque che qualunque sia l’entità dell’esodo possa cambiare il giudizio su un Piano strutturale decisamente sovradimensionato.
Un calo c’è e, ufficialmente, è di 44 unità da luglio a dicembre 2011. I dati del censimento si conosceranno dopo il 31 marzo.
Va detto che a Chiusi è molto alto anche il saldo negativo morti-nati… Ma che ci sia una tendenza di una parte di immigrati a tornare al proprio paese o andare comunque via da Chiusi, anche questo è sicuro. Sono gli stessi immigrati a parlarne e a dichiarare la volontà di partire.
Essere a fine censimento non ci avvantaggia con i dati a breve perché la loro ufficializzazione avverrà in una seconda fase. In questo blog sono stati riportati i dati ufficiali degli ultimi anni di abitanti e famiglie. Nei primi nove anni si è assistito a un live aumento e non mi risulta che ora ci sia la caduta ipotizzata. Ci sarà un lieve decremento. Anche l’ipotsi della professionalità acquisita per poi essere spesa nel paese di origine è alquanto dubbia.
Quello che però vorrei sottolineare è che anche con una popolazione stabile le previsioni del Piano Strutturale rimangono assurde.
Gli stranieri a Chiusi costituiscono il 12-15% della popolazione e il 25% della popolazione scolastica.
Quella rumena è la “colonia” più numerosa e risulta anche a me che molti rumeni hanno già lasciato Chiusi o stiano per farlo, per tornarsene in patria. Gente che ha perso il lavoro, ma anche gente che ha imparato un lavoro e decide di farlo nel proprio paese: pizzaioli, camionisti, muratori, impiantisti… Ci sono poi coloro che vanno via dall’Italia per andare in Germania, in Olanda, in Inghilterra… Sono rumeni, ma anche sudamericani, nord africani, e molte donne ucraine, russe, bulgare… Chiusi che aveva tenuti sul froe demografico (e non solo: basti pensare alle scuole) grazie a loro, adesso regredisce di nuovo. Anche io ho notizia di qualche centinaio di persone già partite o in partenza… In compenso cresce il numero dei cinesi che acquistano bar, ristoranti e attività varie… Cambia colore anche l’immigrazione?
Ho qualche dubbio sull’ipotesi di un calo di 400 abitanti o più. Negli anni 2001-2010 abbiamo assistito a una leggera crescita di popolazione (circa 200 abitanti). Mi sembra poco credibile il calo in un anno di centinaia di persone. Il rientro delle famiglie rumene probabilmente è di venti/trenta unità al massimo. I disoccupati che hanno comprato in patria una casa e un po’ di terra affrontano meglio in Romania la disoccupazione. Il dramma è per i bambini che qui avevano costruito relazioni e amicizie.
Avremo quindi un leggero calo degli abitanti, ma la considerazione sull’assurdità di previsioni come quelle del Piano strutturale rimane tutta.