Tanto per far capire l’evoluzione della fotografia per arrivare al digitale in gente come Steve Mc Curry.
Lo conoscevo fin dagli anni ’70 quando solcava l’India ed anche allora era un nikonista (utilizzava una macchina fotografica Nikon).
Ha avuto una vita densa di avventure trainate soprattutto dalla fotografia di reportage. Ha fotografato le ultime guerre dall’Afganistan all’Irak ed il suo ”colpo grosso” l’ha fatto fotografando Sharbat Gula prima e dopo 25 anni averla ritrovata. Prima di quella era riuscito a passare il confine fra Pakistan e Afganistan dalla provincia di Paktia, finendo nelle mani dei Talebani del comandante Massud ”dell’alleanza del Nord”che non si accorsero che aveva cuciti nel vestito i rotolini che inviò poi a New York per lo sviluppo.
Pochi anni fa, dopo essere entrato a far parte della Magnum ha fatto un workshop a Lucca e sono andato ad incontrarlo sottoponendogli dei miei scatti fatti in India a delle persone normali e non a personaggi che anche lui aveva fotografato casualmente in 35 anni di viaggi. Incredulo mi rispose: Impossible. Gliele mostrai e per poco non svenne dalla meraviglia. Ho tutti i suoi libri autografati personalmente, anche quelli che riportano i ritratti delle persone che, inconsapevolmente, abbiamo fotografato tutti e due…
In India ci sono più di 1 miliardo di persone e, si badi bene, che quelli fotografati da tutti e due non sono personaggi ma persone comuni…. Ne avrei anche delle altre da raccontare sul suo conto come quella dell’incontro in Rajasthan da lui fatto con un mio amico di Siena, anche lui fotografo di buon livello, che si trovò all’improvviso davanti al famoso Steve MC Curry mentre fotografava la fiera dei cammelli in Rajasthan.
Aveva 5 Lland Rover con 20 persone a disposizione che montavano bank, luci, riflettori e fondi e i suoi ritratti che vedete nei suoi libri, tranne quelli degli anni ’70 ed 80 e qualcosa degli anni ’90, sono tutti fatti in digitale con dette apparecchiature.
Non voglio togliere nulla a Steve che per me è, e rimane uno dei più grandi, ma oggi la domanda è anche questa: non credete che se anche altri avessero quelle possibilità farebbero cose di quello stesso livello?
La mostra di Roma è stata anche a Perugia l’anno scorso, allestita nel Palazzo dei Priori ed è stato un grande successo che ha richiamato migliaia di visitatori.In quello di Roma dove vorrò andare(Piazza Giustiniani 4-Discesa Metro Piramide) ci sono anche immagini che riguardano l’Italia.Segnalo pure che è aperta anche all’Ara Pacis una mostra di fotogiornalismo di guerra molto interessante con i nomi di fotografi al top della produzione mondiale di questi ultimi anni ed anche antecedenti come Bob Capa,Tom Stoddart, Gilles Caron, Larry Burrows, del quale ho incontrato la vedova anni fa a San Marino in compagnia di Mary Ellen Mark.E’ merito proprio di Larry Burrows il fatto per il quale abbia realizzato il mio libro fotografico
sulla Cambogia dal titolo ”Angkor, I figli degli Dei” e la sua foto notturna della quinconce di Angkor con la luna dietro della fine degli anni ’60 pubblicata da Life è rimasta per me una icona che non mi ha mai lasciato e mi ha spinto alla realizzazione di detto libro.Burrows morì in Laos in una missione assieme a Huet ,Keisaburo Shimamoto e Potter il 10.02.1971 quando il loro elicottero fu colpito da una artiglieria leggera del Pathet Lao.Esiste un bellissimo libro che tratta della ricerca dei loro corpi e della loro atttrezzatura andata distrutta nella tragedia in una remota località del Laos nella quale sono passato vicino nel Febbraio 2008 ma era impossibile e proibito anche fermarsi perchè ancora zona militare (”Lost Over Laos” di Richard Pyle e Horst Faas). Per informazione dei lettori l’Archivio The Face of Asia possiede anche tutta la storia e le cartine originali della CIA sulla guerra del Vietnam, nonchè moltissime immagini d’agenzia di detta guerra.
Bella testimonianza quella di Carlo. Magari indurrà qualcuno a visitare la mostra al Museo di Arte Contemporanea di Roma.