Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che Lance Bosch, figlio del soldato sudafricano che combattè la battaglia di Chiusi nel giugno del ’44 e che tornò nello scorso settembre in visita nella nostra città, ha inviato a Giorgio Bologni in seguito all’uscita del suo libro: Guerra in Valdichiana https://www.chiusiblog.it/?p=12077
“Caro Giorgio
Grazie mille della traduzione in Inglese, dell’introduzione del tuo libro e per aver menzionato in modo speciale, mio padre, Bill Bosch, foto allegato, con anche una foto dell’incontro con lui, il 14 Settembre 2011.
Con molto dispiacere devo comunicarti che mio padre è mancato, serenamente, il 12 Novembre dopo aver subito un’ictus, la settimana precedente.
Mio fratello ed io, eravamo così fortunati di aver trascorso due settimane felici, pieni di ricordi, insieme con mio padre, visitando l’Italia e specialmente godendo l’ospitalità della gente italiana, caso specifico durante la nostra visita a Chiusi.
Quei giorni visitando Chiusi, hanno formato una parte di ‘chiusura’ di una parte molto ardua della sua giovane vita, che hanno segnato profondamente tutto ciò che lui ha fatto, per il resto della sua vita. Lui era felicissimo e molto grato del nostro viaggio. Non riusciva a smettere di parlarne con i suoi amici al suo ritorno in Sud Africa.
Di tutti i suoi ricordi della guerra, quello più vivido era l’attacco mal destinato, il 22 Giugno 1944, per liberare Chiusi. Ha trascorso molto di quella mattina, nella casa di proprietà della famiglia Paolozzi, sotto fuoco dei carri armati ‘Panzer’ dei tedeschi. Claudio Paolozzi ci ha generosamente permesso di vedere la casa, che è stata ricostruita dopo la destruzione quasi totale (vedi foto di prima e dopo).
E’ stata un’esperienza commovente e toccante stare insieme, dentro la casa dove 67 anni prima, mio padre della tenera età di 18 anni, era stato sotto circostanze ben diverse.
Quando ci siamo incontrati più tardi quella mattina, mio padre era stanchissimo e non tanto comunicativo o volubile, quanto avrebbe voluto essere. Credo che proprio le emozioni risuscitati nel rivisitare Chiusi, che rappresentava una montagna di ricordi per lui, l’abbiano stancato psicologicamente insieme con il fattore fisico di aver fatto molte scale quella mattina.
Ti auguro tante belle cose per il libro e ti ringrazio per aver reso onore ai sacrifici fatti dai soldati Sud Africani, fatti per liberare la tua cittadina
Saluti sinceri e cordiali
Lance Bosch”