La frenesia di questi giorni innevati sembra volgere al termine…
Un bambino svegliato dalla mamma che gli dice: ”Stai pure a letto lillo che fori nevica!”, oppure la mail del capo che recita: “L’azienda per non correre rischi resta chiusa, buon divertimento!”, e in un modo o nell’altro la neve cadendo ha portato con sè un po’ di felicità, almeno per me.
Non voglio sembrare insensibile nei confronti di chi per la neve sta vivendo dei brutti momenti, voglio solo parlare di quello che non si vede nei giornali, nelle tv e nelle critiche poco costruttive dei disagi, delle responsabilità ecc…
Il silenzio della città innevata, gente di nuovo per strada a passeggiare, farsi un giro della stazione in mezzo alla strada senza guardarsi indietro, andare a Ficomontano e ritovarsi a Courmayeur.
Per chi non lo sapesse, dei volenterosi ragazzi, hanno creato una pista per slittino favolosa, mancava solo un’impianto di risalita, (si vede che l’allerta meteo non era arrivata in tempo a questi ragazzi…) dove grandi, medi e piccoli, attrezzati con i più svariati mezzi quali buste della spesa, camere d’aria, slittini più o meno professionali; chi ha usato se stesso per lanciarsi e lasciarsi dietro i pensieri, ritrovarsi bambini incoscienti, vivere la situazione per quello che è, cioè un evento straordinario (molto improbabile intendo), confondersi sotto centimetri di neve e poi andarsi a riscaldare nei bar con gli amici più o meno stretti ma uniti dal divertimento e la spensieratezza di questi giorni…
Tirare una pallata a metri di distanza e colpire il bersaglio è motivo di orgoglio, fare un pupazzo, andare al supermercato a comprare la carota per farci il naso, fare foto in pose stupide con il proprio capolavoro (che spesso capolavoro non è ma da un grande senso di compiacimento!)…Per un attimo fermiamoci a pensare anche a questo, come la neve ha fermato tutto, distaccarci dalla fretta del mondo e sentirsi liberi.
Spero che nel profondo ognuno di voi si sia sentito come quella mattina che la mamma vi ha detto di restare a letto leggendo queste poche, ma sentite righe.
“Non vedo bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”
Gentile Rosa Iannuzzi, i suoi interventi sono benvenuti. Le ricordo, però, che c’è un limite da lungo tempo deciso di 1400 caratteri. Oltre quella soglia il sistema automaticamente classifica il messaggio come spam ed è assai probabile che vada perduto.
Condivido pienamente quanto hai scritto. Purtroppo non è facile raccontare – e ancora meno tentare di condividere – lo stato emotivo che questa abbondante nevicata ha riattivato. Sì perchè come te credo che questa situazione abbia anche qualcosa da insegnarci. E senza nulla togliere alla fatica di chi non si è fermato mai, ai seri problemi quotidiani che persone anziane, famiglie senza corrente o senz’acqua, persone malate, hanno dovuto tragicamente affrontare. Senza irriverenza o mancanza di rispetto per chi questa nevicata l’ha subita, credo che queste giornate ci abbiano insegnato qualcosa.
Ad uscire di casa, per esempio, a ritrovarsi con persone mai viste a spalare la neve, a riabituarsi al silenzio che la modernità ci ha costretto a dimenticare. A riscoprire un contatto, un’emozione, un sorriso. A fare a meno del superfluo e a riabituarsi al poco, perchè quel poco è essenziale. A riscoprire che abbiamo due gambe e due braccia e non siamo una specie ibrida metà uomo e metà macchina e che le nostre gambe ci portano là dove possiamo andare riscoprendo la fatica e la lentezza del nostro agire. E che non siamo mai la somma delle cose che abbiamo, che diciamo o che facciamo finta di fare, mettendoci in mostra. Ma siamo quello che siamo nei piccoli gesti, nelle piccole cose, che sempre e comunque ci appartengono e che in situazioni come queste possiamo ancora ritrovare.
Grazie delle parole che hai voluto condividere e per il coraggio che ti ha mosso a farlo e una profonda solidarietà a chi si è trovato in grandi difficoltà.