Chiusi contribuì alla Crociata indetta a Mantova nel 1459 da Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, il papa originario di Corsignano (ribattezzata in seguito, da lui stesso, Pienza), contro i Turchi che avevano occupato l’Impero d’Oriente. E’ chiaro, ovviamente, che non partecipò alla spesa di sua spontanea volontà, la miseria che ha sempre accompagnato Chiusi, da dopo il periodo etrusco, era tale che anche i topi del luogo avevano le lacrime agli occhi. L’imposizione, come il solito, giunse da Siena. Fu così che nel 1464, si trovò costretta a consegnare la non trascurabile somma di duecentoquaranta fiorini. Per la stessa ragione fu tassato, sempre dai signori senesi, anche un nostro “concittadino”, “Moysè”, ricchissimo ebreo, medico, che da solo dovette versarne duecento.
Il campanile della Cattedrale era in origine una torre di avvistamento del sistema difensivo. La cella campanaria che si erge sulla sommità di esso, fu fatta costruire dal Vescovo Masseo Bardi, frate fiorentino, nel 1585. Nella parete che guarda il Palazzo vescovile, egli stesso, fece apporre il suo stemma e la seguente iscrizione: ”Masseus Bardus Florentinus Episcopus Clusii culmen huius turris proprio aere construxit. A. D. MDLXXXV”.
Il palazzo, detto delle logge, di fronte al Municipio, in Piazza XX Settembre, era sede dell’ospedale della Fraternita di Santa Maria. Sotto il loggiato, costruito nel 1603, sulla sinistra, c’era la “Rota”, luogo dove venivano depositati i neonati rifiutati. Accanto ad essa c’era, ed ancora oggi esistente, una specie di sarcofago in travertino, fatto costruire da Borghese Samuelli nel 1620, dal cui fronte escono due protuberanze a forma di mammelle. Da queste, ad orari prestabiliti della giornata, era distribuito latte per i bambini delle famiglie povere. Sopra di esso, oltre allo stemma della famiglia Samuelli, c’è quest’iscrizione: “Ad tutoria espositorum custodia 1620 – Charitatis ubera et meliora vino” Che in italiano suona in questo modo: “ Per la più sicura custodia degli esposti 1620 – Mammelle della carità migliori del vino”.
Nel 1640, periodo di massimo degrado e spopolamento, dovuto all’impaludamento dei terreni sottostanti e alla conseguente malaria, a Chiusi risiedevano un capitano, un giudice, un notaio, un graduato e due soldati con i cavalli. Gli abitanti erano 2.086. Anche di commercianti e artigiani erano rimasti pochissimi: una merceria, una bottega di stoffe, una di alimentari (spezieria), quattro fabbri, quattro venditori di legna, due macellai e una canova (deposito di cereali).
Esisteva negli ultimi decenni del settecento, fino alla prima metà dell’ottocento, un carcere collegato alla pretura chiusina denominato “l’inferno”. Esso era situato al piano terra dell’odierno palazzo comunale.
Nel 1808 la Toscana, già aggregata alla Francia dall’anno precedente, fu divisa in tre dipartimenti: dell’Arno, del Mediterraneo e dell’Ombrone. Chiusi fu inclusa in quest’ultimo, sotto la giurisdizione della Sotto-Prefettura di Montepulciano. Il municipio divenne “Mairie” con a capo il “Maire” (sindaco).
La città di Chiusi, nel 1825, era abitata da 3.103 persone, le quali componevano 450 famiglie. Di queste, 157 vivevano nelle case rurali con una popolazione di 1.256 anime.
Nel 1829, Giuseppe Mazzini, intento a propagandare le proprie idee e a far proseliti per la sua “Giovane Italia”, venne in Val di Chiana. Soggiornò a Montepulciano e, in gran segreto, a Chiusi, ospite dell’albergo Italia.
Abito a Chiusi da poco tempo, ma leggo sempre volentieri le storie che vengono raccontate da Fulvio.
Anche io sono sempre stato curioso di storia sopratutto locale. Nel caso nascesse qualcosa, mi piacerebbe essere informato.
X Paolo (Giglioni) Ho sempre avuto una grande passione per tutto quello che è storia, in special modo quella della mia città. Noi, oggi, siamo, in qualche maniera, quello che i nostri antenati sono stati. Allora perché non conoscere come siamo arrivati ad essere quello che rappresentiamo e da quale cultura veniamo. Purtroppo, e lo dico senza ombra di polemica o rimpianto, il mio pensiero, le mie idee, non sempre vicino ai “potenti di turno”, mi hanno escluso dal giro. Per quanto riguarda il tuo coinvolgimento, ne sarei ben lieto. Mettiamo in piedi un progetto e lavoriamoci. Senza escludere chiunque altro ne volesse far parte.
Se ho ben capito siamo riusciti a fare di Chiusi un posto ancora più ‘morto’ di quello del 1640!
Fulvio ma quante storie importanti sai ! Per me leggerti e’ sempre un piacere ! Cicerone diceva che la storia e’ maestra di vita ! Avrei piacere che qualche volta tu mi coinvolgessi in queste ricerche !