Ieri una piccola rappresentanza di chi, anche in questo blog, ha cercato di valutare il Piano Strutturale ha avuto l’opportunità di capire gli orientamenti sulle osservazioni che la Regione presenterà.
L’incontro si è reso possibile grazie alla consigliera regionale di Rifondazione, Monica Sgherri. Siamo stati ricevuti con grande cortesia, ma soprattutto con molta disponibilità. Il lavoro che stanno conducendo, ci è stato presentato dai tecnici regionali, nello spirito di massima trasparenza.
Non vogliamo certo strumentalizzare questo lavoro che è ancora in corso. Vorremmo però riferire la nostra impressione su una valutazione che finora è stata, indubbiamente, svolta con rigore. Si possono evidenziare alcuni risultati provvisori del lavoro dei tecnici regionali che sembrano concordare con i nostri rilievi. Nell’occasione, è stata consegnata la documentazione di alcune considerazioni maturate all’interno del gruppo locale che si sta impegnando in un lavoro di valutazione del Piano.
Ci è parso che fra i due lavori (lo ripetiamo ancora non conclusi) vi siano ampie convergenze. Anche i tenici della Regione hanno rilevato la indeterminatezza della voce CRUE (Completamento, Recupero Urbanistico- Edilizio). Quella voce infatti dovrebbe essere definita in maniera più precisa distinguendo fra effettivo recupero (per esempio l’area della Fornace) e quella parte che invece si riferisce al territorio aperto ancora ad uso agricolo.
C’è poi forte preoccupazione per le possibilità di saturare aree di notevole valore paesaggistico, come le ipotesi riguardo all’UTOE di Poggio Gallina e propaggini di Chiusi Città. E, più in generale, il Piano strutturale non risponde alle esigenze di piano paesaggistico che invece la legge regionale richiede.
Sembra quindi che le osservazione saranno veramente tante.
L’assemblea pubblica era in programma e si farà a inizio marzo anche per raccogliere ulteriori firme per la presentazione delle osservazioni.
Il lavoro fin qui fatto ha visto impegnate singole persone di diversa ispirazione politica oltre a gruppi politici ben defini tra cui Pdl e Lista Fiorini oltre a quelli ricordati da Romanini.
Un gruppo di persone, ognuna con le proprie capacità e competenze, ha prodotto un lavoro che sembra essere di ottima qualità, adesso è il momento di tradurlo anche in un’azione polItica pubblica , ma solo adesso dopo aver costruito delle argomentazioni forti. Andare in un’assemblea due mesi fa a dire genericamente che il piano non ci piaceva credo avrebbe avuto poco senso, andarci adesso con argomentazioni forti vale molto di più.
I fatti ci raccontano che il lavoro svolto è frutto di persone singole, di gruppi organizzati, della Primavera e di Rifondazione Comunista. Adesso deve essere portato in una manifestazione pubblica perchè possa essere discusso e condiviso con tutti coloro che ne hanno interesse. Personalmente non nutro alcun interesse per le categorie “Fronte del No”, “spaccatura interna al PD” e compagnia cantante.
Si Anna, non metto in dubbio che la vicenda venga percepita in questo modo da chi lodevolmente si è impegnato per realizzarla. Dico che senza una Assemblea pubblica e/o un informativo (volantino, manifesto o altro), un cittadino senza internet, a stento è venuto a conoscenza di questa iniziativa su un tema centrale come il Piano Strutturale. Nel sistema di comunicazione attuale, non basta più dare solo una notizia su un organo di stampa ma essa va ribadita e amplificata, altrimenti rischia di non essere percepita, il che – nel suo risvolto pubblico e politico – conta come se non fosse esistita. In questo senso – mancando anche un soggetto pubblico proponente – passa per un’azione meritoria di un gruppo di cittadini che hanno creato una sorta di Comitato e che sono riusciti nel loro intento.
Quello che mette in luce Paolo (Scattoni) mi pare assai interessante.
E’ ovvio che il Piano è stato pensato e “benedetto” da equilibri politici ed economici che si sono nel frattempo dissolti e che ancora non si sa bene come si ricomporranno.
Eppure le vicende ultime della Fondazione dovrebbero aver fatto aprire gli occhi: ciò che ieri sembrava un potere monolitico con equilibri consolidati oggi assomiglia a un magma che fatica a trovar forma.
La politica dello spendi e spandi è finita e allora se la biada non c’è più anche gli asini potrebbero cominciare a scalciare.
Non so se sono una componente. Se lo sono è una componente “da uno solo” 🙂
Da un punto di vista “disciplinare” questa vicenda è invece molto interessante. Gli oltre tredici anni di “cova” del piano sono serviti a tradurre in scelte, aspirazioni e interessi, ricomposti attraverso processi decisionali di cui non ci si è peritati di dare pubblico riscontro. L’adozione finale con la “graziosa” concessione di un mese in più di pubblicità delle scelte, ha prodotto, a mio modestissimo avviso, un piano che non è più neppure lo specchio fedele di quelle aspirazioni e interessi.
Mi sbaglierò, ma ciò che oggi avviene a Siena, i nuovi equilibri che si stanno delineando, rende questo piano come una patetica rappresentazione di quello che fino a qualche mese fa era ormai data per scontata anche qui da noi.
E’ la forza dell’incertezza che alcuni politici un po’ troppo sicuri di sé si illudono di poter dominare.
Non mi trovo d’accordo con la valutazione della carsicità dell’opposizione (almeno in questo caso).
L’iniziativa di coordinarsi così come i numerosi rilievi critici al Piano strutturale sono stati di dominio pubblico.
Tutte le componenti che hanno partecipato al lavoro avevano autonomamente e pubblicamente dato un giudizio fortemente negativo al Piano adottato.
Tutto si può dire tranne che sia un’operazione nascosta perchè ogni passaggio è avvenuto alla luce del sole. E così sarà per quello che resta ancora da fare per presentare le osservazioni.
Che poi i tecnici regionali siano giunti alle stesse conclusioni (anche se il loro lavoro non è ancora terminato) che da posizioni diverse siamo giunti anche qui a Chiusi dimostra che non si tratta di posizioni strumentali.
Il conflitto (e quindi un’opposizione) c’è: tra chi comanda e un’ampia parte della popolazione.
Che poi non ci sia un unico contenitore politico per le opposizioni è evidente, ma questo è un altro discorso.
Caro Paolo, 1) so bene che nessun partito oggi può invocare il centralismo democratico, ma il fatto che iscritti/esponenti del Pd esprimano posizioni critiche sul Piano è un fatto che in qualche misura pesa e peserà sugli equilibri interni di quel partito (ammesso che esista ancora). 2) mi pareva che un “fronte del no” fosse in qualche modo emerso dopo varie discussioni sull’argomento e prese di posizione di esponenti di vari gruppi politici, vuol dire che mi sono sbagliato o avevo capito male; 3) anche il sottoscritto e Primapagina hanno più volte espresso posizioni critiche verso il Piano, ma nessuno ha invitato né me, né il giornale a far parte della delegazione che ha incontrato i tecnici fiorentini. Nessun problema, non avrei potuto comunque partecipare… ma dire che si è trattato delle persone “disponibili a impiegare una giornata di tempo e un po’ di soldi” mi pare, senza nulla togliere alle persne in questione, una cazzata. E mi scuso per la parola poco urbana. In ogni caso il risultato dell’incontro mi pare interessante ed è questo quello che conta. Quanto all’opposizione che dire? Forse un’azione politica di critica al piano più caratterizzata come azione delle forze di opposizione, supportata da assemblee pubbliche e incontri tematici (non solo da azioni di pochi lodevoli volenterosi) sarebbe stata più efficace. Ma questo è solo il mio pensiero…
X Marco Lorenzoni.
Perchè ti ostini a voler individuare una fonte unica di Opposizione? Anche in questo caso si è trattato di un gruppo trasversale, necessariamente supportato da Paolo Scattoni (nella veste tecnica e semmai di cittadino ma non di iscritto al PD, ormai ridotto a generico “contenitore”) e, nel caso specifico, anche da Rifondazione Comunista (guarda caso, un Partito). Chiusi non ha una Opposizione politica; ha il tuo giornale, un blog e alcuni gruppi dalla identità variabile che possono convergere talvolta su delle questioni. Almeno questa è la percezione del cittadino che, se non fosse stato per il risalto dato dal Blog e da Prima Pagina, nemmeno avrebbe saputo di questa iniziativa, ovviamente lodevole. La poca trasparenza – lo dimostrano i frequentatori delle vene carsiche di Opposizione – deve essere un difetto del luogo.
Infatti, il centralismo democratico era proprio e funzionale ad un partito com’era il PCI, mentre le correnti che una volta erano peculiarità della DC oggi lo sono per il PD.
Nessuno ci vede una qualche similitudine ?
@ Marco Lorenzoni. La discussione sul piano è avvenuta attraverso inziative e ambienti diversi-Gli interessati talvolta si sono confrontati sugli studi fatti senza iniziative preordinate. Insomma non c’è “un fronte del no” ma cittadini che vogliono confrntare i poropri dubbi su uno strumento urbanistico che potrebbe condizionare la nostra vita per anni.
Le persone che sono andate a Firenze sono state quelle disponibili a impiegare una giornata di tempo e un po’ di soldi per ascoltare alcuni tecnici che hanno svolto un lavoro di analisi e valutazione sul Piano strutturale di Chiusi.
Per come la penso io, il lavoro svolto da un po’ di eprsone di impostazioni culturali e/o politiche diverse non può essere condizionato da appartenenze partitiche e personalmente non ho ricevuto nessuna pressione o condizionamento. Insomma ho “giocato” da solo. Marco (Lorenzoni) sa che ormai non c’è partito che possa invocare quello che una volta si chiamava centralismo democratico.
Un primo piccolo passo per chi ha dedicato molto del suo tempo negli ultimi mesi a questa questione, studiando con impegno argomenti anche ostici. Una prima piccola soddisfazione per chi vuol dare seriamente un contributo al proprio paese perché il piano divenga veramente un mezzo per migliorare la qualità della vita nel nostro comune e non uno strumento di propaganda che nasconde gli interessi di pochi.
Fa piacere sapere che i “giovani tecnici della Regione” e qualche consigliere regionale valutino con attenzione il Piano Strutturale di Chiusi e che gli stessi siano per ora ( alavori di valutazione ancora in corso) sulla stessa lunghezza d’onda di chi ha espresso perplessità e dubbi su diversi aspetti del Piano. Vedremo più avanti in cosa si concretizzeranno tali valutazioni. Una domanda: la delegazione che ha incontrato i tecnici regionali e la consigliera Sgherri da chi era composta? dai promotori del blog (leggo che c’era l’architetto Scattoni); da rappresentanti delle opposizioni consiliari, dal comitato per le osservazioni al Piano o da chi altro? Era una delegazione espressione del cosiddetto “fonte del no”?
E siccome Paolo Scattoni è anche iscritto al Pd, partito di maggioranza che esprime buona parte della giunta, l’iniziativa si configura come una ennesima rirpova della spaccatura interna a Pd oppure no?
Ero presente anch’io. Confermo la buona impressione ricevuta. E’ bello vedere come i giovani tecnici di oggi siano motivati come i personaggi storici degli anni ’70 e ’80: i De Zordo, i Caldarelli e i tanti altri che hanno “fondato” quegli uffici.
I giovani tecnici oggi hanno anche il vantaggio di lavorare con un assessore competente ed efficiente.
Debbo anche dire che in qualche modo mi sono sentito rassicurato. Quanto è stato elaborato in questi ultimi tempi a Chiusi da chi ha dubbi sul Piano strutturale, può anche non coincidere completamente con quanto elaborato dai tecnici regionali, ma è del tutto plausibile e da giudicare con la dovuta attenzione.