Ieri sera Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (piccolo paese dell’hinterland milanese), nell’incontro organizzato da Abc, ci ha raccontato la sua esperienza: come è riuscito a non consumare neppure un metro quadrato di suolo per nuove edificazioni.
Ci ha parlato della partecipazione dei cittadini a quella scelta e di come si è dovuto ingegnare per far quadrare il bilancio del suo comune rinunciando agli oneri di urbanizzazione.
Quel sindaco di un piccolo comune è diventato famoso perchè in Italia che, come si sa, è il paese che consuma più territorio di ogni altro paese europeo, una cosa del genere non solo non si era mai vista ma è pure risultata gradita ai suoi concittadini, tanto che l’hanno premiato con un aumento di consensi alle ultime elezioni.
C’erano in tanti alla sala San Francesco ad ascoltarlo e tra il pubblico abbiamo notato anche il nostro sindaco che ha appena adottato un Piano strutturale da 1.500.000 di metri cubi (molti dei quali verranno realizzati recuperando edifici dismessi ma molti andranno ad intaccare suolo agricolo).
Non ci crederete, ma vi assicuro che al termine dell’intervento del sindaco di Cassinetta anche Stefano Scaramelli si è unito all’applauso dei presenti.
Ma non può essersi trattato che di un applauso di corstesia vista la distanza abissale tra le scelte urbanistiche del sindaco Finiguerra e quelle caparbiamente sostenute dal nostro giovane primo cittadino che contro ogni evidenza demografica, economica e di buon senso ha deciso di “continuare a puntare sullo sviluppo mattone”.
Naturalmente, ho sottoscritto la raccolta di firme per il censimento delle case vuote, quello che poteva essere detto è che a Chiusi non si è fatto nemmeno per progettare il nuovo Piano strutturale.
Iniziative come quella dell’altra sera sono sempre utili ma se non servono a riflettere anche collettivamente sulla nostra condizione rischiano di rimanere pura accademia.
E’ davvero curioso che un tema come quello illustrato da Finiguerra non abbia suscitato nessuna riflessione pubblica su una fase così delicata e di snodo delle nostre vicende urbanistico-territoriali.
Lunedì saranno presentate alla saletta del teatro alcune osservazioni al Piano strutturale, sarà l’occasione per verificare subito se c’è spazio anche qui per i principi e le indicazioni che il sindaco di Cassinetta ci ha fornito.
L´iniziativa non era pensata per “calare” qui Finiguerra. Ci sono stati e fanno piacere, ma non erano nemmeno gli applausi lo scopo dell´incontro. Si trattava, più modestamente, di sentire da un paio di diretti interessati se, e come e con quali effetti pratici, fosse possibile perseguire un´ipotesi di sviluppo diversa da quella che ha avuto la maggioranza consiliare a Chiusi. Produrre dibattito e condividere conoscenza era il primo, modesto e dichiarato obiettivo . E´ chiaro che poi ognuno fa l´uso che vuole delle informazioni che ha: per dire, c´è anche chi ha detto che sarebbe impossibile accogliere l´ipotesi Finiguerra perché è giusta per un paesino di 2000 abitanti ma non adatta alla nostra situazione. Forse che questo smentisce o sminuisce la campagna elettorale di chi, qui da noi, si schierava su mc zero? I due oratori, oltre che raccontarsi, hanno proposto una raccolta di firme (per informazioni abchiusi@yahoo.it) , hanno delineato dei possibili percorsi (la ridefinizione del bilancio, per es.) e delle possibili difficoltà (aumento delle tasse, ad es.). Saremo noi a dover scegliere le strade che più ci sembrano adatte, o magari trovarne di più
originali. Ne potremo parlare insieme alle prossime iniziative.
Caro Giglioni, come altri in questo blog ho scritto che è stata una bella iniziativa e aggiungo in questo commento, se vuoi, altri giudizi: lodevole, ben organizzata e con i personaggi giusti. Bisogna però intenderci se iniziative come questa servono solo a fare accademia o se devono essere calate nella realtà che viviamo, e la realtà che viviamo dice che il nostro sindaco non si chiama Domenico Finiguerra, e il piano strutturale che ha adottato non ha in programma di azzerare il consumo di territorio ma prevede in tutto 1500000 mc per un paese che ha un sacco di abitazioni vuote e una popolazione stabile da sessanta anni. Il pensiero più evoluto, ormai da tempo, non considera più l’edilizia come il volano dell’economia, ne vogliamo parlare?, ne possiamo parlare?, o dobbiamo solo accontentarci di sentir parlare una sera uno che fa bene il sindaco e poi tornare ad accettare e subire decisioni vecchie, inutili e obsolete?
X Paolo(Scattoni): Non mi trova d’accordo la visione che hai espresso che tutta la contrapposizione sia dell’una che dell’altra parte(consumo zero e 1.500.000 di metri cubi) sia il frutto come affermi che in tutti questi anni non si sia mai parlato di urbanistica e che quindi la gente non sia avvezza a concepire tali problemi.I concetti in ballo(tranne precipuamente quelli prettamente tecnici) non mi sembra che siano astrusi e che non sia vero che la gente non possa capirli quando si parla di recupero dell’esistente o della non edificazione per non sacrificare un territorio non più rigenerabile,oppure della teoria dell’aumento della popolazione posta a ragione della cementificazione e quindi del moltiplicatore svilupppo.Sono concetti astrusi perchè per 30 anni non si è mai parlato di urbanizzazione? Qui non esiste-credo- una condizione che appaia mediatrice per soddisfare tutti e scontentare nessuno, o dare un colpo al cerchio ed uno alla botte.Questultima cosa è stata da sempre fatta semmai e guarda caso sfociava sempre a favore degli interessati(avevo i pantaloni corti). Adesso mi sembra che le necessità generali siano altre, e se non coincidessero con gli interessi di qualcuno pace per lui.Siamo ad un punto che del cerchio e della botte ritengo che non ci sia bisogno, tantopiù per Chiusi perchè la teoria del cerchio e della botte -guarda caso- porta sempre l’acqua in bocca di chi ha più sete.
XGiglioni. L’ho anche detto pubblicamente ma se giova è bene ripetersi: l’iniziativa di ieri sera è stata molto importante e vanno ringraziati i promotori.
Mi è piaciuto più il sindaco (Finiguerra) che il giornalista.
Però la serata, a mio giudizio, ha evidenziato quanto sia difficile ancora calare certe esperienze nella nostra realtà. Non perchè debbano essere per forza riproposte pari pari ma perchè dovrebbero aiutarci a riflettere meglio su ciò che facciamo.
E allora mi è sembrato quantomeno singolare che non ci sia stato nessun riferimento (escluso quello del sottoscritto) al Piano strutturale che è appena stato adottato e di cui sono in corso le osservazioni.
In sostanza non si è capito se l’esperienza del piccolo comune milanese ci può incoraggiare a chiedere con più forza che anche qui si vada, per lo meno, verso quella direzione invece di programmare 1.500.000 di metri cubi di cui molti su terreno agricolo e in zone di pregio.
Prima di preoccuparmi degli applausi altrui, io evidenzierei quello che e’ successo ieri sera, un grande ed importante evento, perche’ ieri sera c’e stato un altro modo di fare politica ma soprattutto di fare cultura senza dover accusare nessuno, dicendo semplicemente le cose come si pensano liberamente, con figure autorevoli che ci hanno raccontato la possibilita’ di fare urbanistica, di parlare di un futuro diverso dove la decrescita e’ un’opportunita ed un modello da seguire concreto! Non voglio dirvi altro !
Non ho potuto partecipare all’iniziativa. Quello che è successo non mi meraviglia. Purtroppo si può dire tutto e il con trario di tutto, semplicemente perché per anni non si è dibattuto di urbanistica e se non se ne parla è difficile anche acquisire le conoscenze minime per capire. Allora si può applaudire al consumo di suolo zero e allo stesso tempo ssotenere che un milione e mezo di metri cubi sono un’occasione di sviluppo.
Bella iniziativa. Non più tardi di un mese e mezzo fa nella stessa sala in una serata sulla prospettive future dell’economia, la segretaria del pd, il sindaco, un assessore regionale e mi sembra qualcuno della provincia, sono riusciti in tre ore a non dire praticamente nulla, parlando genericamente di speranza di uscire presto dalla crisi, tra l’altro in certi passaggi anche in contraddizione tra loro.
L’unico concetto che venne espresso fu sconcertante: in un periodo di crisi l’amministrazione, si disse, ha avuto il coraggio di approvare un piano strutturale che guarda al futuro. Il futuro di cui si parla in quel piano prospetta 1.500.000 metri cubi di cemento.
Spero che le parole del Sindaco Domenico Finiguerra abbiano contribuito a svegliare dal torpore questo paese, spero che possano contribuire a costruire un forte fronte di opposizione alle scelte antiche, obsolete e arroganti che la nostra amministrazione, fuori da ogni logica vuole imporre a Chiusi.
La presa di giro non esiste o se esiste siamo noi che si parla di presa in giro.Io credo che la finalità -e mi ripeto- non sia la presa in giro ma la finalità sia sempre quella purtroppo di permettere agli interessi più forti di quello pubblico di avere una prevalenza perchè si crede che sia l’interesse privato il motore di tutta l’economia, o che comunque la sacralità di tale interesse non sia da mettersi in discussione poichè si crede anche in buona fede che il connubio dell’interesse privato con quello pubblico facciano crescere lo sviluppo ed ogni aspettativa è pronta a sacralizzare tali comportamenti.
Chi si oppone a questo è relegato nell’area del ”vecchiume”. Basta dare uno sguardo intorno e guardare il mondo intero a quale punto sia giunto per capire -se si ha un minimo di intelligenza politica ed individuale- da che parte sia il ”moderno vecchiume” e perchè si sia affermato.
Sarò monotono ma in una limitatezza di risorse espandere al massimo i profitti e ritenere che tutto ciò sia la strada da percorrere è la morte di ogni cosa.
Il dramma è che tale impostazione trova consenso anche nelle vittime più dirette.
Che i nostri sindaci siano cortesi è una tradizione.
Ricordo un incontro con padre Zanotelli e Rosy Bindi e l’allora sindaco Ceccobao al teatro comunale. Quando padre Zanotelli sottolineò, nel suo intervento, la necessità di non privatizzare la gestione dell’acqua in quanto bene comune esplose l’applauso del teatro a cui si unì il sindaco.
Da notare che Ceccobao aveva appena privatizzato la gestione dell’acqua.
Non sarà che invece di cortesia si tratti di una presa in giro?
Quando si dice che oggi tutto ed il contrario di tutto sia possibile con la massima indifferenza….Tutto questo poggia su due basi sostanziali di cui la prima è quella che la maggioranza delle persone, -autorità politiche in primis che spesso recepiscono velocemente quanto passa in politica e nell’aria- che bastano i discorsi per spargere fumo e ad avere consensi,non le effettive realizzazioni sulle quali si poggia una teoria che potrebbe essere condivisa o no, ma comunque rispettabile e degna di attenzione.
La seconda è la consapevolezza che oggi in generale alla gente gli si passa sopra comunque specialmente in materia di ”iniziative pubbliche” poichè le capacità di reazione non esistono più. Tali capacità con lo smembramento politico che c’è stato in Italia sono alquanto diminuite, e cosi facendo diminuiranno sempre di più. La gente è alle prese con il quotidiano e molti cominciano ad avere anche problemi di sussistenza vera e propria. A molti cosa volete che interessi il ripienamento del territorio nell’arco di 15-20 anni?
E così si va avanti e non mi meraviglia affatto la pura cortesia, tanto costa poco,anzi nulla…ma è la gente che è inebetita. E quando la gente è inebetita e deve pensare al lavoro che non c’è, gli applausi di cortesia -se di cortesia sono come credo anch’io- sono il meno…
In una società siffatta l’unica cosa a non essere inebetita sono gli interessi. Quelli sono sempre vigili.