Se ne parla da anni, molti l’avevano proposta, in tanti comuni sono già in funzione, e ora finalmente anche Chiusi avrà la sua “casetta dell’acqua”.
Sul sito del comune si può leggere infatti:
“E’ stato pubblicato il bando di gara per l’istallazione e la gestione di un punto di distribuzione pubblica dell’acqua. Il Comune di Chiusi intende incentivare e diffondere tra la popolazione l’utilizzo ad uso potabile dall’acqua proveniente dall’acquedotto che, come è noto, risulta essere sicura, perché costantemente controllata e pertanto pienamente rispondente ai parametri richiesti dalla normativa vigente in materia. Nel contempo attua un processo di politica ambientale rivolto alla riduzione degli imballaggi con la diminuzione nell’utilizzo delle bottiglie di plastica. Tali intenzioni si possono attuare installando nell’ambito comunale un impianto di distribuzione dell’acqua proveniente dall’acquedotto, resa refrigerata e/o frizzante”.
La prima sarà costruita a Chiusi scalo, in piazza XXVI giugno ma ne sono previste cinque. Da queste postazioni si può, generalmente, approvvigionarsi di acqua refrigerata e gasata oltre che, naturalmente, normale e a temperatura ambiente.
Nei comuni dove sono state installate sono state accolte molto favorevolmente, infatti la loro diffusione è in costante aumento. I motivi sono diversi e vanno dalla qualità dell’acqua erogata al prezzo pressochè simbolico (qualche centesimo al litro), dall’occasione di incontro e socializzazione al decisivo contrubuto all’eliminazione delle bottiglie di plastica.
A Foiano, comune con appena qualche centinaio di abitanti in più di Chiusi, nel mese di febbraio dalla “casetta dell’acqua” sono stati erogati quasi 37.500 litri di acqua pubblica, quasi 1.500 litri al giorno, per un numero di utenti giornalieri che si aggira tra i 150 e i 270. Per quanto riguarda le preferenze, il 39% dell’acqua prelevata è naturale a temperatura ambiente, il 24% naturale refrigerata e il 37% gasata refrigerata.
Il risparmio ambientale in termini di bottiglie di plastica equivalenti è di circa 25.000 bottiglie non messe in circolo, ovvero circa 1 tonnellata di rifiuti in plastica evitati, corrispondenti a oltre 2.300 litri di petrolio. Consideraro ogni litro di acqua in bottiglia di plastica contribuisce al surriscaldamento del pianeta quanto 205 grammi di CO2, nel solo mese di febbraio la “casetta dell’acqua” ha evitato l’emissione in atmosfera di 7.7 tonnellate di CO2.
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Meglio tardi che mai. Nei dintorni sono parecchi i comuni che hanno già adottato questo sistema e ovunque la cosa ha riscosso successo e gradimento da parte della popolazione. Ben vengano le casette dell’acqua, dunque.
Magari se nel frattempo qualcuno desse anche un’occhiata ai fossi e canali che defluiscono nel lago (da cui si approvvigiona l’acquedotto) sarebbe cosa altrettanto buona e giusta. Provate a dare un’occhiata al Montelungo, sia nell’area Coop che lungo il percorso della bonifica, fino alla pioppeta vicino al lago. Dire fogna a cielo aperto è un francesismo. E quel rivolo puzzolente non sembra andare a finire nel depuratore…
E’ stato sempre un mio pallino, ben venga la costruzione delle H2O Home…quale è il sito previsto per il centro storico? Piazza Cesare Battisti sarebbe ottimale, in centro, fruibile da tutti e la “casetta” non impatterebbe più di tanto con l’ambiente architettonico. Una proposta…l’importante è “darsi una mossa” rischiamo di arrivare ultimi…
Anch’io come Alessandro Bologni bevo l’acqua del rubinetto di cucina.
Chi la vuole fresca se la può refrigerare in frigorifero. Per la gasata mi sento di sconsigliarla.
Ma se ci vuole la “casetta” per ridurre il consumo di acqua confezionata in bottiglia ben venga.
Io bevo l’acqua dell’acquedotto che mi arriva al rubinetto di casa, me lo ha suggerito una cara amica biologa di ” nuove acque” dicendomi che è molto meglio di quella acquistata in contenitori di plastica. Purtroppo non ho la diretta sempre ma mi sto organizzando