Un anno fa di questi giorni io e Luciano (Fiorani) eravamo impegnati a pensare a come rispondere alla minaccia di denuncia penale dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana che considerava l’iniziativa di chiusinews.it (il poro blog) colpevole di “stampa clandestina”. Quell’azione seguiva di qualche settimana una lettera circolare di un potente assessore regionale che ci accusava di aver svolto un’azione distruttiva della sua immagine e ci informava che uno studio legale stava lavorando per verificare se fossimo stati colpevoli di “diffamazione” nei suoi confronti. Insomma tirava ariaccia. Pensammo che un cambiamento del nome e una precisazione delle regole di partecipazione al blog avrebbe risolto il problema. Lanciammo allora questo blog. Fra due o tre settimane potremo presentare il bilancio del primo anno di vita che lo possiamo anticipare ci lascia soddisfatti. Quell’esperienza, però, ci ha fatto maturare una crescente sensibilità sulle minacce alla rete e alla libera espressione che la deve caratterizzare.
Dobbiamo quindi stare attenti ai contenuti della legge sulla proprietà intellettuale che pare questo governo stia preparando. E’ invece certa l’iniziativa di un centinaio di membri del Congresso americano che vorrebbe un sistema di controllo sui contenuti. In queste ore è stata lanciata una campagna mondiale per cercare di bloccare questa legge. –
Qui sotto trovate il link per un appello che è stato lanciato. Io ho firmato.
In queste ore il Congresso degli Stati Uniti sta cercando di far passare segretamente una nuova legge che gli darebbe il potere di spiare internet come un enorme Grande Fratello. Abbiamo contribuito a fermare il suo attacco alla Rete già una volta: fermiamoli di nuovo.
Oltre 100 Membri del Congresso stanno promuovendo una legge (CISPA) che darebbe alle aziende e al governo statunitensi il diritto di spiare chiunque di noi, in qualsiasi momento, senza limiti di tempo e senza la necessità di un mandato da parte di un giudice. È la terza volta che il Congresso USA cerca di minare la libertà di Internet, ma insieme abbiamo contribuito a sconfiggere SOPA e PIPA: ora possiamo battere questa nuova legge orwelliana.
La nostra protesta mondiale ha avuto un ruolo fondamentale nel proteggere Internet dal tentativo dei governi di controllare la nostra vita online. Mobilitiamoci di nuovo insieme per batterli una volta per tutte. Firma la petizione e inoltrala a tutti gli utenti di Internet:
Quanto sia liberale il liberalismo può essere oggetto di un lungo dibattito teorico. Qui si tratta però di agire per garantire uno spazio con un’iniziativa di massa, che in Cina non sarebbe stata possibile. In meno di due giorni l’iniziativa di Avaaz si sta avviando velocemente al mezzo milione di firme. Vedremo se riusciremo a convincere il Congresso americano così come è recentemente avvenuto in du ealtre situazioni analoghe.
Non mi meraviglia tale inaziativa del Congresso americano. E’ la vecchia storiella del liberalismo ormai nota da decenni e decenni e con la quale i liberal,(che in Italia sono di destra mentre nel mondo anglosassone guarda caso sono di sinistra) o dir si voglia ”liberali italiani” -Gobetti c’entra poco con gli attuali- anche se si sono ispirati a lui che meritava senz’altro molto di più di quanto gli abbiano riconosciuto i suoi seguaci.
Ma si sa si parla di opportunismo della politica, di cui l’Italia è uno dei massimi esempi viventi. Il sistema ”liberal” americano è liberal fino a quando non gli si ritorcono contro le contraddizioni da esso stesso evocate(economia). Dopo non sono più liberal ma tendono ad uno spietato intervento ad ogni costo nei gangli delle libertà anche individuali erette da loro stessi a sistema.
In fondo la differenza fra Bush ed Obama non è sostanziale. Sarebbe l’ora che chi per decenni e decenni ha creduto che quello era tutto il meglio possibile si facesse un bell’esame di coscienza. Sarà una mia fissazione ma da decenni quando sento sempre parlare di libertà la prima sensazione che ricevo è quella che me lo si voglia mettere sotto la coda…..perchè in tale sistema liberal -tanto per tagliare la torta con l’accetta- è libero solo chi ha, chi non ha non è libero.
E allora da difendere c’è rimasto proprio poco, anzi nulla. Solo chi non ha, o ha meno,ha il diritto di difendere quel po’ che ha conquistato con la lotta e che nessuno gli ha mai regalato. Ma in Italia -ed è storia-quando si profila un riscatto morale ci si trova contro una massa composita di deviazioni che fin’ora hanno permesso quello che è sempre successo: ”divide et impera”.