Non possiamo continuare a comportarci come se la crisi non ci fosse

di Paolo Giglioni

Come Scattoni, seppur con molto dispiacere, sono qui anche io a parlare di crisi. Ne sto parlando da diverso tempo in termini non pubblici, bensì a livello di associazione e qualche piccolo confronto nel partito.

Io non ho ricette, molto umilmente non ho le competenze adatte per indicare la strada giusta, pero’ quello che posso dire è che non ci rendiamo conto di quanto questa crisi ci stia calando addosso! C’è chi dice che ancora a livello locale non sentiamo cosa sta succedendo o meglio la nostra economia sta reggendo.

Io non so quali dati hanno per poter dire tutto questo, a me risulta altro, conosco famiglie che navigano a vista che hanno padri che non possono aiutare i propri figli che stanno tentando di costruire il proprio futuro! Sto parlando di esodati contro giovani precari, o meglio delle figure sopra citate che vivono all’ interno dello stesso gruppo familiare!

Questa è la realtà e solo la dignità di molti lavoratori che non hanno la voglia di mettere in piazza le proprie croci, ci fa dire che tutto sommato tutto va bene madama la marchesa! Oppure dobbiamo dire, come qualche noto politico locale, che evidenziare troppo questa situazione porta sfortuna? Io non vedo, complessivamente, uno scatto di orgoglio a voler significare questa situazione qui a Chiusi, ogni volta che la evidenzio mi si dice, facci delle proposte!

Non mi e’ nota questa coscienza! C’è bisogno di una forte mutualità, di una presa di coscienza collettiva ad esempio istituire una consulta permanente sui bisogni sociali e sui disagi della nostra popolazione. E’ demagogia oppure il sapere dei pochi deve rimanere in uno scrigno segreto? Non riesco a capire questa rassegnazione, questa autoreferenzialità.

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16 risposte a Non possiamo continuare a comportarci come se la crisi non ci fosse

  1. pmicciche scrive:

    Si Marco davvero, non vale la pena di ricominciare con questa storia, tanto non se ne cava un ragno dal buco. Infatti, sebbene sia convinto che Paolo Giglioni abbia scritto quello che ha scritto con il cuore e senza altri calcoli, non si riesce a venirne a capo; si continua a tenere più cappelli in testa creando solo una gran confusione al cittadino che osserva incredulo dal basso della sua semplicità: “ma se stai governando tu, come mai ti comporti così, cioè come se tu fossi all’opposizione?”
    “Ma no, non capisci…. perchè l’articolazione delle posizioni su più piani contenutistici, a volte apparentemente contraddittori, sono invece elemento fondante di una vivace e costruttiva dialettica democratica, altrimenti impoverita da posizione nette e quindi rigidamente e aridamente sclerotizzate”.
    Sarà.

  2. carlo sacco scrive:

    A me talvolta a sentire tutto questo mi viene seriamente da pensare che anche in tutta questa bolgia di richiami, di rimproverarsi le difficoltà sorte dalla politica ed anche in presenza di pompieri che buttano acqua dopo aver evocato il fuoco, vi sia un giuoco sporco della politica così come viene condotta in Italia adesso che spinga a cercare il fondo della crisi per assestare una gran bella botta a chi meno ha risorse, a parare i possibili colpi che la ragione di chi non ha possa assestare all’establishment, sì proprio a quell’establishement che ha prodotto tutto questo, ha prodotto la crisi, produce colpi a chi non ha, e produce il mezzo di compressione per uscire da tale crisi a destra paventando il controllo sociale dovuto alla violenza di piazza.Cercano quasi tutti un asse unico adesso: destra,centro,centro sinistra. La teoria sociale cosa vi insegna rispetto a questo?Lo sapete tutti in maniera chiara ed è bene che non vi facciate masturbazioni mentali perchè sennò siamo in presenza di ipocrisia allo stato puro: il dominio di classe!Se lo considerate vecchiume come concetto accomodatevi pure alla guida del paese ma non vorrei essere nei vostri panni.(Parlo rivolto a coloro dell’asse unico).Perchè per la destra questa è una strada obbligata,una doverosa ricerca della propria sicurezza, per il centro che spera di dare come sempre un colpo al cerchio ed uno alla botte lo è per immaginarsi al centro della situazione per assumere istanze generali di governo della nazione, per la sinistra(che non esiste più)è un mezzo per sopravvivere alla propria crisi.Per gli italiani è altro che un ombrello di Cipputi….l

  3. pscattoni scrive:

    @Marco Lorenzoni. Per favore non ricominciamo con questa storia. Paolo Giglioni ha già detto che di questo all’interno del PD ha parlato. Il quadro mi sembra generalizzato. Non ho gli ultimi aggiornamenti, ma non mi pare che che di questo abbia affrontato politicamente la questione anche in Consiglio comunale dove c’è soltanto un consigliere dichiaratamente di centro destra..

  4. marco lorenzoni scrive:

    Allora, caro Giglioni, perchè non chiedi al tuo partito di “accendere i riflettori” sulla crisi? Perché non chiedi al Pd di promuovere un dibattito in Consiglio Comunale sull’argomento, perché non chiami a raccolta le forze del centro sinistra (almeno quelle), le associazioni di categoria e il sindacato per cominciare a parlarne pubblicamente? Avrai ancora qualche influenza sul Pd…
    Se lo fa qualcun altro il Pd egli altri partiti e soggetti vari – questo è scientificamente provato- non partecipano. Fatti avanti tu che hai sensibilità per l’argomento e vediamo che succede…

  5. Credo che Marx, forse il più realista dei ‘pensatori’, avesse proprio detto questo: ” il lavoro segue regole che sono al di sopra delle regole del lavoro stesso”, o qualcosa di simile!
    Le regole sono quelle della vita. Le nostre sono quelle che crediamo siano, conseguenza della teoria. Ne consegue che se, noi applichiamo le ‘vere’ regole, le cose non potranno che migliorare, visto che la vita è…vita.
    Credo che ci troviamo ad un bivio; continuare a creder che l’evoluzione della vita e la sua teoria siano una e la stessa cosa, o scindere le due. Creco, anche, che il nostro presente e futuro dipendano dalla scelta, al di sopra delle capacità di coloro che decidono il corso degli eventi.

  6. pmicciche scrive:

    Caro Donatelli, certo che è così e che non se ne andranno “motu proprio” ma gli va ricordato che poi la le cose faranno il loro corso e senza scegliere necessariamente la via più indolore: i meccanismi storici procedono secondo le loro logiche e succederà comunque “quello che deve succedere”. Semmai, altrimenti saremmo prigionieri del peggior fatalismo, i percorsi possono essere condizionati dalle singole azioni di ognuno di noi. Se gli abitanti di Chiusi continueranno nella loro inerzia, il destino che si intravede sullo sfondo sarà proprio quello che noi tutti ora temiamo.

  7. Possibile che non si riesca a capire che qualsiasi organismo cercherà di vivere il più a lungo possibile ed il meglio possibile, si chiama istinto di sopravvivenza. Noi, esseri umani ‘civilizzati’, nel cercare di fare questo, metteremo in pratica i capisaldi su cui si crede si basi la vita stessa, ovviamente e naturalmente. I capisaldi sono quelli suggeriti dal titolo “origine delle specie”, cioè il meccanismo della vita ( il testo del trattato) viene visto come un qualcosa di fondamentale per lo svolgersi della vita stessa, invece che un qualcosa che è fine a se stesso, semplicemente perchè la vita, essendo vita, si svolge cosi, punto e basta.

  8. pmicciche scrive:

    E’ proprio così Marco, bisogna che la classe dirigente dia delle risposte e invece pare più sorpresa degli altri sugli esiti della crisi. Se non ha risposte convincenti, potrebbe farsi da parte: senza la Politica una Nazione, una Regione, un Comune, non vanno avanti e la Sede Vacante sta durando ormai da fin troppo tempo.
    Se però penso a Chiusi, credo che l’ecumenismo forzato e paralizzante che la caratterizza, sia difficile da estirpare. Tutti vogliono andare d’accordo con tutti o, meglio, tutti non vogliono mai portare le divisioni al punto di rottura e così generano uno stallo assai pericoloso.

  9. marco lorenzoni scrive:

    Solo qualche mese fa (20 febbrao se non sbaglio) a Chiusi c’era chi in pubblico e con una certa enfasi parlava di sviluppo e crescita… Quel qualcuno era il partito di maggioranza. E a suonare la grancassa furono nell’occasione alcuni amministratori e tutti i dirigenti di maggior spicco di quel partito. A partire dalla segretaria Cardaioli. Se la questione della crisi e delle fabbriche in chiusura, non l’avessimo sollevata su Primapagina, pensate che lo avrebbe fatto il partito di maggioranza, e come fanno adesso quegli stessi personaggi a convocare un consiglio comunale sull’argomento, dopo aver parlato di crescita e sviluppo?
    Un po’ come “il trota” che parlava di Roma Ladrona…

  10. Paolo Giglioni scrive:

    Io ho voluto evidenziare solo una realta’, quella della crisi che si sta avvicinando ed è fra noi ! Come ho già detto io non ho ricette, non ho indicazioni da dare, ho solo da segnalare un tempo di difficoltà, di disagio ed il fatto stesso che lo denunci è perchè mi accorgo di grandi limiti che adesso vi sono, della mancanza di idee, del torpore e della noncuranza ! Incomincio ad avere i capelli bianchi, mi ricordo di una polemica fra Giorgio Amendola ed Alberto Asor Rosa negli anni “70 quando il primo accusava gli altri intellettuali di Nicodemismo, relativamente all’allora politica del PCI in merito al governo di Unità Nazionale, evidenziando i limiti della sola critica. Asor Rosa, mi ricordo sulle pagine de L’Unità disse che il denunciare i limiti di una certa politica, significava evidenziare il limite della proposte. Io molto più umilmente segnalo questo mio limite di conoscenza dell’agire politico, sociale ed economico altrui, di questa mia fame di sapere e sete di conoscere e soprattutto denuncio questa cultura della privatizzazione della crisi. Paolo Miccichè, io vivo in questo tempo ed in questo tempo voglio testimoniare chi adesso è più debole fra questi e non solo :
    il mondo del lavoro !!!!!!

  11. Evoluzione….il testo della Vita…..con il titolo sbagliato.

  12. Sono d’accordo con i commenti, specialmente quello del
    pmicciche. Come al solito batto sul mio punto.
    (1) Un insegnante di storia che non è capace di insegnare, e viene rimpiazzato da un bravo insegnante.
    (2) Il titolo di un libro influenza notevolmente il modo in cui si interpreta il testo, specialmente se il testo è completamente corretto, mentre il titolo non lo è.
    (3) Cosa succede se il testo da cui insegnano è completamente corretto, mentre il titolo non lo è?
    Se dico ‘evoluzione’ tutti sanno a cosa mi riferisco, appunto…..il testo è corretto, il titolo no.
    Questo, secondo me, è il vero nodo da sciogliere, non è una questione di persone o personaggi, pur influenti che siano…….i due insegnanti.

  13. pmicciche scrive:

    Due righe per Paolo Giglioni di cui apprezzo le accorate parole ma a cui devo anche ricordare che questa situazione è figlia della cattiva politica e del ruolo evanescente che i partiti – in testa quelli maggiori – hanno tenuto soprattutto negli ultimi anni. La forte richiesta di Partecipazione non era uno slogan dell’Opposizione buono per la Campagna elettorale ma una esigenza imprescindibile, proprio per cercare di non finire in questa condizione. Non lo dico per recriminare “a vuoto” ma per evitare di perseverare in questo errore capitale e così tagliare fuori fette importanti della Società civile solo per non rischiare di perdere il controllo della stanza dei bottoni. Luciano Fiorani e Paolo Scattoni completano il quadro con richieste ed osservazioni che sono ormai imprescindibili. Dire che la Crisi è più grande di noi e che nel nostro piccolo non si può fare nulla è una colossale sciocchezza; i margini operativi ci sono ma vanno attivati e, almeno per una volta, senza dietrologie e tatticismi. A guidare questa svolta, se non l’Etica, dovrà esserci almeno il calcolo politico: per i politici di “professione” è l’ultima chiamata; poi il rischio è che seguano l’astensionismo oppure le sberle. Ambedue queste soluzioni vanno evitate…..per evidenti motivi.

  14. pscattoni scrive:

    Sono d’accordo con l’articolo e con il commento di Luciano (Fiorani). Occorre che ci siano momenti di dibattito capaci non solo di sottolineare la gravità del momento, ma anche lanciare strategie adeguate. Partire dal Consiglio comunale non solo è importante ma anche doveroso.
    Mi permetto di suggerire che subito dopo aver trattato il problema del lavoro, ci si interroghi come la comunità locale può contribuire ad altri due punti critici, connessi al primo: la questione della scuola e della fomazione e quello dei collegamenti ferroviari.

  15. lucianofiorani scrive:

    Credo che, appena passate le feste, la convocazione di un Consiglio comunale sul tema sia assolutamente indispensabile.
    E’ ora di smetterla di baloccarsi con le “varie ed eventuali” e guardare in faccia la realtà.

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