Quando a Chiusi l’acqua ce la portavano con le autobotti

di Luciano Fiorani

Nel numero in edicola, primapagina, il periodico diretto da Marco Lorenzoni riserva un’intera pagina alla questione della privatizzazione della gestione dell’acqua.

L’occasione è naturalmente fornita dalla imminente scadenza referendaria del 12 e 13 giugno, ma dedica largo spazio alle vicende chiusine che hano preceduto l’affidamento ai “francesi” della gestione dell’approvvigionamento avvenuta  nel 1998. Fu un periodo molto complicato, come ricorda Lorenzoni.

“Chiusi veniva da un decennio di crisi idriche a ripetizione causate da inquinamento del lago, fonte cui attinge l’acquedotto: atrazina, trielina, gasolio, sforamento frequnte dei limiti dei coliformi fecali. Acqua razionata e distribuita per mesi con le autobottidella Protezione Civile e dell’Esercito, cittadini costretti a vagare con l’auto sempre carica di taniche e damigiane per rifornirsi d’acqua alle fontanelle degli altri paesi…Una situazione insostenibile che richiese impegno straordinario e investimenti all’amministrazione comunale che poi però passò la mano a Nuove Acque in forza di una scelta politica compiuta nelle alte sfere più che in loco”.

“I cinque comuni senesi (Chiusi, Chianciano, Sinalunga, Montepulciano e Torrita di siena) prima di passare la gestione a Nuove acque spa” ricorda primapagina “avevano provato per un periodo di tempo la gestione associata attraverso il consorzio Cigaf con sede in Sinalunga che gestivastoricamente l’acquedotto del Vivo…”


All’epoca della privatizzazione della gestione del servizio furono in pochi a contestare la scelta (Primapagina fu tra questi) mettendo in guardia sui rischi, soprattutto in termini di democrazia e controllo delle risorse, che la gestione di una multinazionale avrebbe inevitabilmente portato.

Il giornale rileva anche che: “In ogni caso, la privatizzazione se altrove (nei comuni montani dell’aretino) ha portato solo un aumento del costo della bolletta, a Chiusi e Chianciano ha quantomeno evitato crisi idriche che non si sono più verificate, nè ci sono più stati casi di inquinamento con conseguente stop all’erogazione”.

Ora con il referendum si va verso una curiosa situazione; è infatti prevedibile che anche da queste parti ci si pronunci per il SI, che significherebbe in pratica una secca smentita della scelta fatta oltre un decennio fa. Il contratto con Nuove Acque però scade solo nel 2023, di acqua ne deve passare sotto i ponti prima che i comuni della zona possano rendere operativo il nuovo intendimento.

 

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5 risposte a Quando a Chiusi l’acqua ce la portavano con le autobotti

  1. anna duchini scrive:

    Per approfondire il tema invitiamo tutti a venire all’assemblea che si terrà giovedì 9 alle 21 presso il cinema Eden.
    Uno dei relatori è membro del comitato Acqua pubblica di Arezzo e ci potrà raccontare la storia di Nuove Acque e il suo azionista privato Suez con le loro trattative “migliorative” rispetto ai termini della gara dove si è definito esattamente cosa dovesse fare l’azionista privato.

  2. lucianofiorani scrive:

    La risposta alle prime due domande di Nicola (Nenci) è una soltanto: gli investimenti sono stati esclusivamente pubblici.
    Alla terza invece ho il sospetto che si possa dire, il privato

  3. Nicola Nenci scrive:

    Gli investimenti che hanno portato alla risoluzione delle passate crisi idriche sono stati pubblici o di Nuove Acque?
    Il nuovo sistema di pescaggio inaugurato alcuni anni fa da Ceccobao è stato realizzato con investimenti pubblici o privati?
    Chi è che trae profitto dalle nostre bollette? Il pubblico o il privato?

  4. lucianofiorani scrive:

    Quello delle autobotti che rifornivano Chiusi è stato un periodo che certo nessuno rimpiange.
    Ma il Si al referendum ci costringerebbe finalmente a guardare a quella scelta anche sotto altri aspetti (economico, democratico…).
    E soprattutto non è giusto obbligare tutti i comuni italiani ad affidare ai privati la gestione dell’acqua.
    Insomma l’acqua non può essere per nessun motivo trattata come una qualsiasi merce, quindi il 12 giugno tutti a votare.

  5. la questione acqua è complicata…..se da una parte è logico che l’acqua deve essere di tutti è anche vero che se i vari comuni e governi spendessero meno soldi per cose che io chiamo “assurde”, forse il Governo avrebbe la possibilità di controllare l’acqua ed il suo arrivo in tutte le case. Gli Etruschi ed i Romani lo hanno fatto. A Chiusi c’è ancora il fantastico sistema idraulico Etrusco ” Il Labirinto di Porsenna”. Dov’è che i Governanti hanno preso la “via sbagliata”, assumendo che la stragrande maggioranza dei Politici non sia li SOLO per fare i propri interessi.

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