Azzardando delle illazioni riguardo a quanto è successo alla Fondazione Orizzonti d’arte. Forse le dimissioni della dottoressa Rosati dalla Fondazione possono essere lette, come a suo tempo, si sarebbero dovute leggere le mie dalla Commissione cultura, all’inizio del mandato elettorale.
La tempestivita’ che, a quei tempi, fu prontamente e maldestramente contestata dalla maggioranza, anche durante una riunione in Consiglio comunale, aveva una ragione di essere che poggiava su una decisa incomprensione dei ruoli che si devono svolgere e che non poggiano solo sui numeri ma piuttosto sui meriti e sull’esperienza di una professione a lungo svolta nel settore interessato.
Un’ulteriore riflessione mi viene spontanea in quanto in Consiglio comunale sono stata contraria all’approvazione della stessa Fondazione per varie motivazioni, principalmente per la non chiarezza sulle voci del bilancio e sulla destinazione dei fondi a disposizione.
Avevo chiesto a nome della lista civica “I Cittadini per Chiusi” di prendere tempo e verificare con maggiori approfondimenti tutta la posizione della vecchia gestione per dare maggiore sicurezza e certezza alla nuova e ripartire nel modo migliore.
Voce pero’ rimasta “nel deserto”! Come del resto molte altre.
A mio avviso, non ho sbagliato, per affermare un sacrosanto principio, al momento delle mie dimissioni e forse non ha sbagliato la dottoressa Rosati nel suo gesto, pur clamoroso. Non mi permetto di giudicare, conoscendo anche la personalità della signora Rosati.
Pero’ mi piacerebbe conoscere le ragioni di tale atto e spero che il signor sindaco portera’ a conoscenza il Consiglio di tutto l’iter anche di quello nel quale si sono ritrovati, oltre la dottoressa, altri due consiglieri.
Il mio e’ un ultimo, per ora, semplice benevolo suggerimento: qualche volta sarebbe opportuno, da parte della maggioranza, ascoltare le proposte e le iniziative della minoranza-opposizione che, comunque, rappresenta la voce dei cittadini, almeno di una parte. Per non incorrere in spiacevoli, maldestri “equivoci” che non fanno bene all’immagine del Paese.