Fra le osservazioni al Piano Strutturale che il Consiglio Comunale dovrà “controdedurre” un ruolo fondamentale sarà giocato da quelle presentate dalla Regione.
E’ la Regione, infatti, che ha il compito di valutare se quanto contenuto nel Piano Strutturale comunale sia coerente con quanto previsto dal Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) che la Regione si è data.
Quelle osservazioni possono essere scaricate (pdf) dal sito della regione. http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/2012/03/26/ec78eb9409e84e146c0e29f9cdafd330_osservazionepschiusi.pdf
Prima di analizzare il contenuto di quelle osservazioni occorre concedere il dovuto onore al merito. La Regione offre una trasparenza che il comune di Chiusi non ha permesso.
Veniamo al contenuto delle osservazioni. Se ne ricava un un giudizio decisamente negativo. Ci sarà tempo per analizzare i singoli punti con più calma, magari in diverse puntate. Si poteva dire qualcosa di più? Forse. Ma se anche così fosse, quello che emerge è un giudizio inequivocabile: il Piano Strutturale comunale non è coerente con il Piano di Indirizzo Territoriale regionale. Basta fermarsi a poche righe iniziali:
“Per quanto concerne le 69 previsioni inattuate del PRG vigente, pari a mc 1.051.437, che costituiscono solo una
percentuale delle previsioni totali di PS (pari a mc 1.398.251, oltre mc 60.000 per funzioni agricole e connesse) il documento di valutazione individua 5 interventi non realizzabili per il rischio idraulico e geomorfologico. Per tutte queste previsioni non viene effettuata la valutazione rispetto al PIT per la disciplina paesaggistica (Del. C.R. n.32 del 16/6/2009).”
C’è bisogno di continuare? Continueremo in altri futuri interventi, per ora basta affermare che il Piano Strutturale è incompleto per essere adeguatamente valutato. Nel riportare i dati sulle previsioni complessive nell’osservazione regionale traspare un chiaro giudizio di valore.
Purtroppo la legge consente al Comune di non condividere le osservazioni regionali e procedere comunque all’atto di approvazione. Provincia e Regione hanno poi la facoltà di intervenire per rivedere l’atto ma questa volontà può anche dipendere dai pesi politici in gioco .
Inoltre prima dell’approvazione al fine di ottemperare alle osservazioni ci possono essere passaggi intermedi, ma quello finale può essere determinato dal Comune in senso negativo. Rimarrebbe allora soltanto il passo estremo del ricorso amministrativo al TAR, che però è costoso e quindi se intentato da un comitato di base deve trovare sufficiente sostegno da parte della popolazione. Ma ci sarà tempo per questo.
Per quanto riguarda me come ricercatore, un risultato del genere mi permetterebbe di affermare senza ombra di dubbio che la legislazione regionale non funziona.
E’ però non rinviabile un giudizio politico. Per anni le amministrazioni di Chiusi che si sono succedute hanno difeso le scelte che hanno portato a questo “non piano”. E’ notizia di ieri che studi autorevoli prevedono per fine anno un calo del valore degli immobili residenziali che va dal 20 al 50%. Insomma le case possono anche dimezzare il proprio valore di mercato. Eppure ancora si insiste con previsioni di centinaia di migliaia di metri cubi per non parlare della dismissione del campo sportivo per destinarlo a edilizia residenziale “per calmierare il mercato”.
Che pena!
Questa è un’ottima notizia che mie era sfuggita. Se la lista Primavera si farà carico del ricorso al TAR sarà una sicurezza per tutti. ora quindi per chiunque interessato a una buona gestione urbanistica, a prescindere dalle appartenenze, sarà possibile procedere tranquillamente a mettere in atto inziative a valenza politica.
I verbali delle riunioni delle commissioni consiliari del comune di Chiusi, grazie ad una modifica del regolamento, approvata su iniziativa dei consiglieri della lista “La Primavera di Chiusi”, devono essere pubblicate all’albo pretorio e quindi a disposizione di tutti. Per quanto riguarda la raccolta di fondi per un eventuale ricorso al Tar la “Primavera di Chiusi” ha già dichiarato pubblicamente che, se ce ne fosse bisogno, se ne farà promotrice con la massima trasparenza e ricercando la massima pubblicizzazione e partecipazione.
Sono d’accordo con Paolo Scattoni. Siccome nulla cambierà se chi “puote” non deciderà altrimenti – decidendo però in piena autonomia e impermeabilmente all’ambiente esterno – l’unico deterrente è un’azione pubblica. Si rischia di doversi “contare”? Pazienza ma almeno, se dovesse funzionare, ci sarà una legittima base popolare ad un’azione altrimenti di pochi. Bene l’adesione pubblica e anche il versamento di 10 euro ma che avvenga con una campagna pubblica in cui con pochi ed efficaci slogan “visivi” incuriosiscano i cittadini a capirne di più e, magari, li mettano in allerta. Finora la stragrande maggioranza sa a mala pena cosa sia un Piano Strutturale, figuriamoci quanto siano lontani dell’esservi entrati nel merito. C’è solo un “ma”…. chi si farà promotore di questa azione?
Lotta dura? Prima di tutto trasparente. Abbiamo visto quanto ha contato il fatto che la Regione ora pubblichi sul suo sito tutti i passaggi delle osservazioni. Vedremo se il Comune riuscirà a garantire la stessa trasparenza della commissione consiliare chiamata a svolgere un primo esame delle osservazioni.
Il vero problema è quello di evitare le solite trattative molto opache frale forze politiche e gli accordi altrettanto grigi fra Comune e Regione.
Le garanzie possibili non sono tante. Si potrebbe però partire dall’adesione di trecentio cittadini che nel caso di bisogno sono pronti a versare 10 euro n che, insistendo con tutte o parte delle scelte nefaste e mancando l’azione della regione, si possa ricorrere al TAR. Questo forse è il deterrente più efficace.
Non ci dimentichiamo che nel consiglio comunale di adozione del piano strutturale i consiglieri della lista “La Primavera di Chiusi” hanno espresso voto contrario adducendo nei loro interventi, che è possibile ascoltare nella videoregistrazione pubblicata sul sito del comune, molte delle motivazioni contenute nell’osservazione della regione e che la maggioranza ha completamente ignorato dimostrando la volontà di voler procedere ad ogni costo e contro ogni evidente dimostrazione di incoerenza. Temo che la lotta sarà ancora dura anche se non nego che l’osservazione della regione sarà sicuramente una carta da giocare a favore della richiesta di modifiche sostanziali.
non so cosa succederà, intanto le osservazioni della regione rappresentano un elemento forte per dire che il comitato di cittadini che ha presentato e sottoscritto le osservazioni a chiusi ha svolto un lavoro serio, dettagliato e di grande qualità.
un grande successo anche per “la Primavera”, che dentro al comitato ha svolto un ruolo fondamentale.
No la Regione può dire las ua solo in relazione alla coerenza con il PIT. La “saldatura” è implicitamente esclusa dal PIT quandio afferma che i vai centri debbano conservare la propria identità morfologica. C’è poi il problema della edificazione in c ollina, ma anche molte altre “incoerenze”. Ci sarà modo di commentare nel dettaglio le osservazioni regionali che per molti aspetti coincidono con quelle presentate dal comitato dei citatdini.
So che qualche giorno fa Regione e Comune si sono sentiti a Firenze. Figuriamoci se si riesce a sapere cosa si siano detti. L’unica cosa che si può fare è una discussione seria perché se si arriverà a un pastrocchio vi sia una reazione di molti. C’è però da dire che la legislazione regionale è molto debole per questo casi. Purtroppo ipotizzare che le scelte vengano prese su spinte partecipative disinteressate non regge. Come sempre la vicinanza con chi ha interessi specifici non è buona consigliera e si può arrivare alla mostrosuità urbanistica che è oggi questo incredibile piano.
Leggendo le osservazioni regionali si evince che la Regione boccia l’idea-forza del Piano, ovvero la “saldatura tra Chiusi città e Chiusi Scalo”… perchè NON SOSTENIBILE e non solo perchè non in linea con il PIT (piano regionale di indirizzoSecondo me – e l’ho scritto sul sito di primapagina – ciò equivale ad una bocciatura del piano. I giovani amministratori accoglieranno i suggerimenti o andranno pervicacemente avanti fregandosene delle osservazioni? Qui si parrà la loro nobilitate…
Rifare il piano o sostanziosi tagli? Probabilmente l’alternativa non esiste. Dopo quattordici anni dal primo avvio del procedimento è necessario comunque chiudere e la revisione o il nuovo piano si assomigliano molto.
Allora occorre fare velocemente scelte coraggiose:
1) Nessuna nuova previsione rispetto al vecchio piano;
2) Sulle vecchie previsioni far emergere quelle più realistiche e “sostenibili”;
3) Quantità credibili: massimo 200 nuove abitazioni in 10-15 anni dalle lottizzazioni in atto e dal recupero delle aree dismesse o sottoutilizzate. Pervisione analoga per gli insedimenti poduttivi e per il terziario;
4) Un realistico regolamento perequativo.
Questa sarebbe una scelta saggia e coaggiosa. Quello che invece molto probabilmente avverrà sarà una pressione del Comune sulla Regione per cercare di minimizzare i tagli e una lotta fra i potenziali “beneficiari” che vogliono rimanere in partita; un ulteriore assai probabile ritardo.
Insomma una stroncatura in piena regola. E ora? Si ricomincia tutto da capo o si va giù pesante con le sforbiciate?
In ogni caso un’altra tegola per i giovani e motivati amministratori che sulle questioni importanti non ne azzeccano una.