Strano silenzio quello che ha accompagnato la pubblicazione delle osservazioni al Piano Strutturale della Regione. Anche partiti sono rimasti silenziosi.
Si può immaginare che Rifondazione Comunista abbia sposato la posizione della lista Primavera, nell’ambito della quale è stato eletto Fulvio Barni. Ma che dire della lista che ormai rappresenta il PdL in consiglio con la consigliera Rita Fiorini Vagnetti?
Il silenzio più strano è quello delle forze di maggioranza: PD, SEL e socialisti. In Consiglio queste forze si erano espresse sposando i contenuti del Piano Strutturale “senza se e senza ma”. Il sindaco Scaramelli aveva addirittura preteso assemblee del partito democratico sull’argomento per mostrare che le posizioni contrarie erano minoritarie.
Il rappresentante di SEL Micheletti si è invece più volte espresso in termini se non entusiastici certamente assai positivi per un piano che a suo parere sarebbe molto orientato al recupero. I Socialisti hanno invece sposato la posizione di alcuni costruttori: prevediamo il più possibile, magari non si realizza, ma non si sa mai.
Ora che queste posizioni sono state contraddette in maniera clamorosa dalle osservazioni regionali, non hanno più niente da dire?
le osservazioni della Regione si limitano a valutare la coerenza con il Piano di Indirizzo Territoriale regionale. Sono osservazioni squisitamente tecniche: il piano non risponde a quanto il piano regionale prevede (p.e. la valutazione paesaggistica, identità dei luoghi, sostenibilità, etc.).
Vengono confermate tante delle argomentazioni che sono state sostenute anche in questo blog.
Che cosa succederà ora è stato chiesto. Ci sono alcuni passaggi, il Comune risponde alle osservazioni e poi pubblicare il piano sul Bollettino Ufficiale Regionale. A quel punto la Regione non fa nulla e il piano è definitivo . Se invece non si ritiene soddisfatta convoca una conferenza istituzionale per valutare le parti non condivise. Successivamente il Comune si può adeguare o confermare le scelte originari. A quel punto il piano è definitivamente approvato. Unica strada possibile è il ricorso al TAR.
C’è però un altro passaggio possibile.
Eccolo: “Entro il termine di trenta giorni dall’avvenuta pubblicazione dell’avviso sul burt. dell’avvenuta approvazione di uno degli strumenti o atti indicati al comma 1, cittadini organizzati in forme associative possono presentare apposite istanze al comune, alla provincia o alla Regione, dirette a rilevare l’incompatibilità o il contrasto con strumenti della pianificazione già vigenti dell’ente a cui è rivolta l’istanza. (…)”
Insomma se la Regione non ci sente, la cosa le può esserle ricordata dai cittadini.
Cominciamo però a fare delle ipotesi su come nell’immediato la cosa verrà gestita dal Comune. La strategia secondo me sarà quella di non parlarne, prendere tempo e votare la delibera di “controdeduzioni” e approvazione in tempi meno turbolenti.
E’ allora interesse per chi ha a cuore la tutela e la corretta gestione del nostro territorio tenere vivo il dibattito.
E’ la differenza fra politics e policy. E’ ovviamente la politics a determinare le policies. Quando le policies sono dentro un piano, possono essere cotestate, ma sono quelle. I tecnici sono chiamati a fare un lavoro di interpretazione che non deve cedere a giudizi di valore. Questo hanno fatto i due tecnici istruttori della Regione con grande professionalità e indipendenza di giudizio. Oggi abbiamo un documento che puà rilanciare la partecipazione.
Scusate ma non sono d’accordo sul fatto che la bocciatura sia solo tecnica perché è vero che dei tecnici hanno certificato che il ps di Chiusi è in contrasto con il pit della regione toscana, ma il pit della toscana è lo strumento che riassume la politica territoriale dell’amministrazione regionale e quindi i tecnici hanno constatato che la politica territoriale del comune di Chiusi è in contrasto con quella della regione.
Io credo che a questi punti non ci sia modo per procedere oltre e per dimostrare -se mai ce ne fosse ancora bisogno- il regime che ci governa da molti anni. Quel regime ha da sempre prodotto ”clientes” ed i ”clientes” sperano in un silenzio e che tutto passi nel dimenticatoio per fare affari, solo affari, ripeto affari, come da ogni altra parte e ogni altro luogo della terra, infischiandosene delle conseguenze perchè questa è l’unica apertura che vedono in un periodo di crisi, (anche nei periodi di abbondanza d’altronde eh ?…) perchè tale è la logica dalla quale sono spinti e da essa non si esce, dimostrando di non avere nemmeno intelligenza sufficiente per pensare a motivazioni alternative possibili.
Prendere il boccone e lottare per affermarlo oppure trovare altro, anche se ad altro con i tempi che corrono è difficile arrivarci, ma altri Comuni dove regna gente più sveglia ci sono riusciti. E non è nemmeno una questione di appartenenza politica ma una questione culturale. Ho sentito dalle risposte precedenti che sembra che Grillo incomba: secondo me ci vorrebbe un nuovo CLN tanto per rimanere nel tema del 25 Aprile che è prossimo!
Per Paolo :”E’ fondamentale che lo facciano anche le forze politiche”. Sì, ma lo vedi anche te che non lo fanno e non è nel loro DNA il fatto per il quale non lo facciano per convinzione politica argomentata. Non lo fanno perchè non si vogliono esporre, nemmeno le Associazioni culturali create dentro i partiti stessi dai dissenzienti che altre volte hanno afferrato l’osso e adesso fanno le verginelle zitte e silenti.
La vuoi peggio di questa? Allora qual’è l’angolo dal quale si devono guardare queste cose? Quello dell’interesse pubblico oppure perorando solo quello tecnico? Come se il tecnico non fosse poi poi politico.
Governo Monti docet. O no ?
E’ a tutti noto che questo blog non è un giornale, ma un luogo di dibattito. A questo sono finalizzate le notizie riportate. Mi chiedo però perché a nessuno degli organi loacali di informazione sia venuta la curiosità di andarsi a cercare le osservazioni regionali, documento pubblico già dalla metà di febbraio.
Ricordo una locandina del Corriere di Siena che strillava la notizia dei mitici 10.000 abitanti per Chiusi. E ora?
Nel poro blog una volta Luciano (Fiorani) titolò un articolo “La stampa paracula”. Un giornalista del Corriere se ne adombrò.
Chissa se ora riuscirà a scrivere qualcosa.
X Rosa Iannuzzi. E’ condivisibile quello che sostieni e si può fare.
Un nuovo modello di comunità è proprio con il Piano strutturale che si evidenzia perchè è con questo strumento che principalmente si organizzano gli interessi che ruotano intorno al potere del comune.
A Chiusi vige da sempre l’idea che gli accordi è bene farli al riparo da occhi e orecchi indiscreti perchè altrimenti sarebbe troppo evidente che si fanno scelte solo a vantaggio di pochi e a danno dei più.
Questo sistema ha retto fino a oggi perchè invece di cittadini liberi ha prodotto clienti e i clienti, si sa, non mettono in discussione il potere come avviene nei più classici contesti mafiosi.
Qui fortunatamente, ancora, non volano le pallottole.
E’ corretto quello che dice Paolo Scattoni. Le osservazioni presentate dai tecnici regionali sono squisitamente tecniche.
Ma è del tutto evidente che se ne deve trarre un giudizio politico.
E mi sembra improbabile che un partito (il pd) che ha prodotto questo Piano ora lo rinneghi pubblicamente. Il sindaco continua ad ammorbarci con questa folle idea di saldare lo scalo con il centro storico, evidentemente il suo partito è d’accordo e così anche Sel e socialisti, checchè ne dica la regione e il suo Pit.
Che si pretende da questi? Che si cospargano il capo di cenere e si presentino in piazza per dire”abbiamo fatto una colossale cazzata”?
Cercheranno nelle segrete stanze di contrattare il contrattabile e salvare la faccia ma il “giudizio politico” sulla questione è già scritto e non c’è bisogno di nessun comunicato stampa.
Solo i tanti clientes sperano che passi la bufera senza che faccia troppi danni (tagli).
@ Marco Lorenzoni. Non voglio fare questioni di lana caprina, ma insisto nel dire che la valutazione è tecnica. Sono stati due funzionari della Regione a condurre l’istruttoria per la verifica di coerenza fra Piano Strutturale e Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione.
I criteri dellam valutazione (non saldatura dei due centri; sotenibilità etc.) sono contenuti nel PIT e l tecnici hanno stabilito che non c’è coerenza fra i due strumenti.
Il giudizio politico appartiene a un’altra sfera ed è fondamentale. Alcuni di noi lo hanno abbondantemente espresso e e continuano ad esprimerlo (vedi post precedente di Carlo Sacco). E’ FONDAMENTALE CHE LO FACCIANO ANCHE LE FORZE POLITICHE. Ho citato le assemblee dei circoli del PD e delL’Assemblea comunale che hanno dato (a maggioranza) un giudizio positivo sulla bozza di piano poi adottata. Immagino che anche altri partiti della maggioranzza lo abbiano fatto. Ora che giudizio danno sulle osservazioni regionali? Ammettono di aver sbagliato o insistono? Questo è il problema.
Perchè non approfittare di questa bocciatura per uscire – e quando dico uscire dico uscire dalle stanze, dai partiti – in piazza e provare ad organizzare un’iniziativa pubblica parlando di quello che si potrebbe fare, di alternativo, provando a rendere quanto più possibile comprensibile ai più, l’idea che un altro modello di sviluppo è possibile, e come ricordava Carlo citando Report di ieri sera, che è possibile un’altra idea di comunità. Avendo bene in testa che questa deve essere un’altra occasione per promuovere comunità (invece di promuovere il territorio…….)
forse è un pò banale il mio intervento ma sono stufa di tutto quello che sta accadendo. Ci possiamo pensare?????
La bocciatura non è solo tecnica, ma anche politica, almeno per quanto riguarda l’assulto principale del Piano: la saldatura tra lo Scalo e il centro storico. Questo scrive infatti la regione:
“Le previsioni di Piano relative alle nuove funzioni residenziali che prevedono la saldatura tra Chiusi Cità e Chiusi Scalo, risultano in contrasto rispetto ai contenuti del PIT… non coerenti rispetto alla disciplina delle invarianti strutturali del Piano Strutturale e COMUNQUE NON SOSTENIBILI SOTTO IL PROFILO PAESAGGISTICO, INFRASTRUTTURALE E OROGRAFICO”. Più chiaro di così…
Hanno voglia a insistere: ora è certificato che si tratta di una cazzata improponibile e impraticabile…
Quanto ai partiti sono ormai ridotti a comitati ristretti che intervengono solo quando gli fa comodo… Di Sel e Socialisti non si è vista traccia dopo le elezioni di 1 anno fa… Il Pdl è scomparso dalla scena. Il Pd se parla parla d’altro… Più che muti, però, sembrano sordi…
Caro Paolo, e che pensavi che avessero potuto dire qualcosa i partiti di fronte ad un diniego di natura tecnica che gli si preparava?
Bocche cucite quindi, ma mi domando e lo domando a tutti coloro i quali militano in detti partiti se di fronte a tale avvenimento ancora insistano che lo sviluppo -o almeno il principale viatico allo sviluppo del territorio- possa essere ”il mattone”. Proprio ieri sera abbiamo sentito dalla trasmissione ”Report” le stesse cose riproposte con gli stessi identici indirizzi in altri Comuni, ma anche chi si oppone in maniera fattiva portando argomentazioni e fatti concreti (Comune di Capannori)sul tema sviluppo e sul consumo di territorio.
Di quelli non si parla mai o si fa finta che non esistano perdendosi in mille diatribe. Ma ci saranno anche persone dentro ai partiti di maggioranza che possano pensare -e non è una slogan- che un altro mondo sia possibile, oppure no? Tutti piegati e gobbi -ma con aria di sufficienza- utile a far vedere che l’interesse è solo quello dello sviluppo generale sia localmente ed ancor di più a livello globale nella nazione Italia?
Non vedono queste persone che quel tipo di sviluppo ha consumato ogni risorsa, che sopravvivono solo i ricchi ed è la caratteristica di tale tipologia di sviluppo che ripropongono che ha portato il mondo dentro il baratro? Perchè accettano tale status? Non tutto di ciò che è stato fatto è da distruggere ma se non si impara dai nostri errori e dai nostri limiti si riperpetua quel meccanismo. E non ci sono ragioni per questo!
Bocche cucite?
Non direi, sentite che dice il sindaco del Pd sulla sua idea di città: http://www.sienafree.it/chiusi/32944-nuove-attivita-economiche-nel-centro-storico-di-chiusi
Continua a insistere con l’unione di Chiusi città con lo scalo, tanto per dirne una.