Ventriloqui del nulla

di Massimo Mercanti

Prendo spunto dalle parole del presidente Napolitano sulla questione dei partiti politici italiani “indispensabili” per la democrazia contro il “demagogo di turno”.

Una difesa della “politica” come bene comune contro il qualunquismo e l’allontanamento dei cittadini dalla “res publica”. Ovviamente non è nel mio proposito approfondire il pronunciamento del Presidente della Repubblica sul caso della “politica” in generale e su come i “vuoti” che provocano i partiti vengono riempiti dalle esternazioni dei “comici”.

Osservo solo come in questo “blog”, ed altri presenti nella grande rete, cittadini di varia estrazione sociale siano presenti e consapevoli delle rispettive realtà locali tanto da costituire motivo di intenso e appassionato dibattito politico-culturale su temi più svariati.

In gran parte delle sezioni politiche del nostro territorio, come quelle più lontane da noi, se lo sognano un dibattito del genere. Anzi, questo “luogo” di discussione è “qui” perché è stato estromesso volutamente dagli ambienti tipici come le sezioni di partito.

Non esistono più i partiti come organizzazione “tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari”.

Esistono solo dei ruoli di potere, di volta in volta avvicendati dal “leader” di turno. Così come i nostri Comuni trovano un loro “Sindaco” espressione di quello che al momento “passa il convento” in una liturgia appiattita sul “qui e ora”, nei modi, nello stile e nei contenuti.

Soggetti politico-amministrativi eletti con una liturgia assolutamente avulsa dalla vita reale. E allora, rispetto al monito del Capo dello Stato quello che c’è da difendere non sono tanto i partiti come istituzione in sé ma è il “luogo”, qualunque esso sia,  dove avviene un dibattito serio, un confronto  costruttivo.

Come si può leggere anche in questo blog, la “competenza” dei cittadini non manca a partire dagli aspetti politici a quelli tecnici, artistici e storico culturali. Sono queste le persone rappresentative di una comunità che dovrebbero “abitare” le stanze di un partito politico come quelle di un “Gabinetto” di Sindaco o di un assessore comunale e non gli improvvisati “professionisti” prestati alla politica per assumere al massimo la figura di ventriloquo del nulla.

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15 risposte a Ventriloqui del nulla

  1. Scusa Enzo Sorbera, ma cosa vuol dire esattamente?
    Forse (senz’altro) sarò io, ma mi viene una tale rabbia quando vedo risorse umane sprecate che mi viene voglia di gridare: ma ci rendiamo conto di quello che sta succedendo? Stiamo assistendo allo sgretolamento della nostra moderna civiltà…….e l’orchestrina continua a suonare. Incolpare questo o quello non serve. Siamo tutti ‘colpevoli’. Dopotutto i nostri politici, e tutti gli altri, li abbiamo votati noi, sia al governo che……non mi va di chiamarla ‘opposizione’…..e continuiamo a sostenere questo o quello…..mah!

  2. enzo sorbera scrive:

    Questo di Mercanti e quello di Marchi sono articoli complementari, nel senso che mettono in luce una crisi generalizzata di un modello comportamentale(l’Ospedale e il Partito) che ha finito per esaltare un ruolo specifico (la cura della crisi acuta, nel caso dell’ospedale; la cura di interessi sempre più settoriali, nel caso dei partiti) a scapito della complessità che in teoria dovrebbero affrontare. Nell’uno come nell’altro caso l’ex-plosione di contraddizioni possono essere (forse) risolte mediante un cambio di prospettiva che faccia tesoro delle competenze diffuse (quella del medico di base – ma abbiamo una tradizione “storica” di medicina territoriale che è stata completamente abbandonata in favore del luogo di cura centralizzato -; quella del cittadino che vive le proprie difficoltà senza avere più l’orecchio che ascolta e rappresenta). Si tratta di una ricetta che va comunque calibrata – non tutti i saperi sono fruibili e spesso sono contraddittori -, ma forse è l’unica strada praticabile. Complimenti a Mercanti e a Marchi per la loro chiarezza!

  3. Il commento di M. Ceragioli ha detto tutto. Credo che si debba ripartire dal commento.
    Si organizzano riunioni per presentare libri o altre attività, per quanto meritevoli, ma non sembra che si voglia organizzare un incontro per parlare di queste cose. Se lo si fa, generalmente è di parte, o diventa uno scambio di accuse.La politica, nel nostro Paese, è finita, se c’è mai stata, e sta portando giù tutti noi. E’ un dato di fatto che il nostro Paese a livello politico, cioè assistenza sociale, benessere pubblico etc. è alla pari, o peggio,….non faccio nomi per riguardo verso quelle Nazioni. La famiglia è stat quella che ha sorretto il Paese. Per quanto ancora?

  4. I massimi rappresentanti della politica si lamentano dell’antipolitica, facendo finta di ignorare di essere i massimi rappresentanti dell’antipolitica.
    La Lega, prima di essere assorbita dal sistema, e Grillo oggi, sono semplicemente i risultati della loro politica.

  5. Mercanti il tuo articolo, che mi sento di sposare nei contenuti, mi fa venire in mente che c’è probabilmente un elemento politico che è in grado di accomunare molti elettori: il recupero dell’aspetto etico nella politica e nelle faccende amministrative.

    Nella situazione nella quale versiamo, non si può certo dire che quello dell’etica sia argomento secondario od addirittura non attenente alla politica vera e propria. Anzi: il raggiungimento di un obiettivo del genere lo considererei un evento rivoluzionario nonostante le sue fondamenta siano già presenti nella Costituzione…

  6. carlo sacco scrive:

    Donatelli, occorre intenderci sul significato delle parole.No,perchè in quanto a comicità lei pensa che facciano più ridere Grillo e Di Pietro messi insieme che questi che ci governano? Mi è’ bastata la sceneggiata di Bersani quando ha parlato che Grillo non debba azzardarsi a nominare i partigiani. Io penso che sia lui che non li debba nominare perchè è stata una cospiqua parte di quel governo da lui sorretto che ha contribuito seguendo l’andazzo generale a far dimenticare chi ha dato la vita per un Italia che non fosse questa.Se lui ha accettato di produrre alleanze e mischiumi di ” natura non omogenei” e poi si aspetta che dall’unione venga fuori una cosa nuova e genuina perchè gli hanno sussurrato all’orecchio che tale sia la modernità, allora si passa dal comico di Grillo al penoso.E non difendo Grillo si badi bene…..

  7. D’accordo che ha attirato l’attenzione di tanti, ma è inutile se finisce li’, o si cercano estenuanti per giustificare la situazione.
    Crisi. I nostri politici invece di pensare alla POLIS, pensano soltanto a come fare a tenersi la loro lauta pagata poltrona, la più alta d’Europa. Si o no ? Per quanto riguarda Grillo vorrei vedere, agli Sgommati, uno sketch di un dibattito fra Grillo stesso e Di Pietro. Quello si’ che sarebbe comico!

  8. anna duchini scrive:

    Sul monito del capo dello stato oggi ho letto sul Fatto quotidiano un articolo di Massimo Fini a pagina 18 dal titolo “Il presidente senza qualità”.
    L’ho trovato estremamente interessante e condivisibile.
    L’antipolitica oggi è rappresentata dai partiti con l’occupazione sistematica dello stato a tutti i livelli, dove hanno insediato i loro rappresentanti esclusivamente per la gestione del potere e degli affari.
    Le nostre zone non fanno eccezione.
    A me spaventano questi comitati d’affari non certo i grillini che comunque li si voglia vedere stanno dalla parte di una cittadinanza attiva.

  9. pscattoni scrive:

    Roberto (Donatelli) nonostante che i weekend vedano una flessione nelle visite, oggi sono state tante. Quindi l’ottimo articolo di massimo mercanti ha attirato l’attenzione di molti.

  10. Sembra quasi che quando qualcuno, come il Sig. Mercanti, parli della verità dei fatti, cosi come sono, ci sia un fuggi fuggi dal voler riconoscere, appunto, la verità della situazione, come se facesse paura. Si può discutere sui provvedimenti, naturalmente, ma se continuiamo a non riconoscere quello che E’, non è che si possa andare tanto lontano, credo.
    Tra parentesi, ci sono verità oggettive e soggettive. Credo che tutti possiamo distinguere tra le due.

  11. Non capisco……l’articolo del sig. Mercanti ed il commento del sig. Emanueli sono tutto quello che c’è da dire sull’argomento. Invece di discutere su questo si vanno a trovare scuse per questo o quello……anche il diavolo può avere delle attenuanti…..ha le corna, è sempre in un caldo infernale (appunto) etc, però rimane sempre il diavolo.

  12. Condivido l’intervento del signor Mercanti in pieno. Non lo conosco, ma sono sicuro che è uno di coloro, come me, che non hanno mai avuto alcun ruolo pubblico, né in comune, né in qualche associazione culturale, turistica o sociale, e che sono stati mai tesserati ad un partito o magari rappresentanti di qualche “mozione” come va di moda oggi nei partiti. Uno di coloro che oggi sentono il bisogno di mettersi in gioco e dimostrare cosa sanno fare, mettendoci il loro tempo e la loro reputazione. Perché è venuto davvero il momento di dimostrare che nella società civile ci sono competenze, altrimenti chi le ha, e si limita alle invettive, non sarà un ventriloquo del nulla ma rischia di apparire solo un quaqquraqqua

  13. carlo sacco scrive:

    Ho dubitato inizialmente anni fa di Grillo perchè veramente mi sembrava emettere contenuti populistici,ma se si ascolta e si va(chiaramente con il nostro cervello e le nostre conoscenze e non con quelle dove ci vorrebbe forse portare Grillo stesso)alla ragione delle cose arrivandoci per altre vie che non siano quelle sue,si può osservare che ”l’ora e quando” che cita Paolo Scattoni(giustamente come metodo)viene fuori in un contesto temporale sul quale- tutti compreso in primo luogo Napolitano- dovrebbero smetterla di fare i pompieri.
    E’ evidente tutto questo per i limiti che mostra il nostro sistema politico che chiaramente deve essere cambiato,ma cambiato in meglio in modo che riservi opportunità democratiche alle classi che non ne hanno.Fin’ora non è stato così,anche riguardo alla legge elettorale per esempio.Avete sentito cosa ha risposto Bersani al proferire la parola ”Partigiani”da parte di Grillo ?: Basta con l’uomo qualunque! Giannini era altro che Grillo ed i tempi allora erano molto diversi.Posso capire che faccia paura il qualunquismo ma signori miei non è forse il qualunquismo-quando esista- che è partorito dal sistema politico ?
    Grillo sono anni che spara a zero, sarà anche qualunquista,ma migliore qualitativamente di molti che giocano a difesa -ABC per esempio-non può dirsi qualunquista esso stesso? Hanno governato loro mica Grillo alla fine,e lo attaccano perchè sta erodendo percentuali alte di consensi ai loro schieramenti. Se le percentuali fossero insignificanti avrebbero la sicurezza della loro continuità ma così le sicurezze per loro sono di meno se no non s’incazzerebbero.Ed allora se Grilo è qualunquista(e non dico che non lo sia)tutto questo giochetto ha il sapore come -dicono a Firenze-”che sia cencio che dica male di straccio”.

  14. pscattoni scrive:

    Se Paolo (Miccichè) spezza una lancia a favore di Grillo, Io vorrei spezzarne un’altra a favore del “qui e ora”, della soluzione dei problemi quando si presentano. La “gittata” di questi problemi è poi determinata dalla loro natura. La rimozione di un albero caduto in mezzo alla strada, pochi minuti. La messa a punto di una rete telematica deguata anche mesi o forse anni. Ambedue irrinviabili perché in ambedue i casi rinviare la decisione porta danni. Nella quasi generalità dei contesti e delle situazioni è il qui e ora a dominare l’azione.
    Nell’azione chi decide, o chi può influenzare la decisione, deve avere una visione politica, per guidare la valutazione. Questa però non è univoca e le decisioni imporatinti dovrebbero essere prese attraverso il confronto. Sulla visione politica è lecito dubitare. Sulla volontà di confronto anche.
    Per tornare a questo blog lo spazio offerto ai “decisori” viene preso in scarsa o nulla considerazione. Si dice, per esempio, che nel PD vi siano due “espressioni”, ma a nessuna delle due piace confrontarsi in pubblico.

  15. pmicciche scrive:

    Sono d’accordo. Venendo però ai “comici”, Grillo non rappresenta l’antipolitica, rappresentata invece degnamente dalla “partitocrazia” ancora imperante e nella sua accezione più consunta. Grillo rappresenta anzi un amore verso la politica come arte nobile. Basta però leggere uno dei suoi libri per capire che, insieme a molte cose giuste, vi è una mancanza: la prospettiva politica, appunto. Così, se è vero che molte delle competenze sono presenti nella società civile, è vero poi che queste vanno armonizzate e finalizzate in atti concreti; e la realtà non è così facile da maneggiare anche se si è stabilita prima la giusta “teoria”. Questo è il compito della Politica: realizzare concretamente almeno una parte della Teoria. La sfida del futuro è quindi quella di riorganizzare una modalità virtuosa, una efficace “cinghia di trasmissione” che oggi i Partiti – ridotti ormai a pure facciate – non garantiscono più. Nel frattempo anche il “grillismo” può essere molto utile a fate tabula rasa e a ricominciare.

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