Non basta un confiteor a riparare i danni

di Luciano Fiorani

Raramente capita di assistere ad un mea cupla come quello recitato da Stefano Scaramelli nel Consiglio comunale di ieri.

Ma dopo il confiteor il sindaco non si illuda; il caso Fondazione non solo resta aperto ma è foriero di strascichi imprevedibili. Va intanto preso atto che il suo ruolo di guida dell’amministrazione comunale è ora assai indebolito.

Le ragioni sono diverse. Proviamo a ragionare su quelle più evidenti.

L’ammissione totale di colpa nella gestione dell’avvio della Fondazione d’arte orizzonti che ha portato alle dimissioni del presidente Rossella Rosati e di altri due consiglieri (Mercanti e Margheriti) fanno convergere sul sindaco perplessità e interrogativi.

E’ chiaro che l’errore è stato marchiano perchè dopo aver designato la Rosati come presidente, il sindaco ammette candidamente che dopo due incontri si è giunti alla rottura.

La prima domanda spontanea è: ma con la Rosati, prima della designazione, non si sono definite le linee generali e i margini di manovra del presidente? Sembrerebbe di no, visto che il sindaco in Consiglio ha tranquillamente ammesso che le divergenze sono state, fin da subito, su tanti (troppi) punti; dall’ubicazione della sede della Fondazione al nome del nuovo festival estivo.

Evidentemente era stato dato per scontato un atteggiamento totalmente accondiscendente da parte della Rosati ai voleri del sindaco. Così non è stato ed è saltato tutto. Non c’era modo, constatate le prime divergenze, di trovare una ragionevole mediazione? Mercanti e Margheriti si sono dimessi per gli stessi motivi della Rosati o ce ne sono degli altri che continuano a restare nascosti?

Forse la smania decisionista e l’assenza nel suo enturage di persone navigate lo hanno cacciato in questo vicolo cieco.

Le nuove nomine, fatte a tambur battente, sembrano infatti più un tentativo grossolano per far finta che non sia sccesso niente che non una ragionata e ponderata soluzione. La nuova presidente è d’accordo su tutto ciò che ha in mente il sindaco o ha carta bianca?

L’aver lasciato trascorrere troppo tempo dal momento delle dimissioni, senza fare un minimo di chiarezza, era pacifico che desse fiato alle voci più disparate. Il non aver chiarito subito la questione così come il non aver voluto rispondere all’interrogazione de La Primavera, che ha portato all’abbandono dell’aula dei tre consiglieri di opposizione, è stato un chiaro segno d’imbarazzo e di debolezza.

L’ostinazione con cui si continua a non voler rendere pubblica la lettera di dimissioni della Rosati è un altro segnale che va nella stessa direzione.

Chi ha assistito al Consiglio convocato urgentemente, solo per rispondere a ciò che non si era voluto rispondere nel Consiglio precedente, ha potuto cogliere negli sguardi di tutti i presenti (tranne uno) l’evidente imbarazzo per una situazione che si poteva benissimo evitare.

Insomma Stefano Scaramelli che si era seduto sulla sedia di sindaco con il piglio del suo predecessore è, dopo appena un anno, in netta difficoltà.

Ma se i problemi con il suo partito e la sua maggioranza è presumibile che vengano in qualche modo superati resta aperta la ferita non solo con i protagonisti della vicenda ma con l’intero paese.

Netta è infatti la sensazione che siano stati incautamente toccati diversi fili scoperti a cominciare da quello con la Banca Valdichiana. I malumori, anche nell’area della maggioranza, sono palpabili e per rimettere insieme i cocci ci vorrà tempo e una notevole capacità diplomatica che il sindaco ha dimostrato di non possedere.

Perchè, fino a quando c’è da inaugurare un’aiuola, il sindaco sembra cavarsela bene ma appena le questioni diventano un po’ più complesse iniziano i guai.

E se sulla Fondazione è successo questo pandemonio cosa ci si deve attendere quando verranno prese in esame le osservazioni (pesantissime quelle della Regione) al Piano strutturale dove le implicazioni e gli interessi in gioco sono di capitale importanza?

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8 risposte a Non basta un confiteor a riparare i danni

  1. lucianofiorani scrive:

    In effetti sarebbe assai strano che a Rossella Rosati si volessero imporre tutte le decisioni mentre alla nuova presidente si lasci carta bianca.
    Oppure la signora Rossi e il nuovo comitato di gestione sono già in piena sintonia con i desiderata del sindaco?

  2. romano romanini scrive:

    @paolo (Scattoni): non mi pare che la vecchia istituzione abbia brillato… comunque la vicenda ci dice che il contenitore viene dopo. Prima di ogni altra cosa contano i fini dell’amministrare e i metodi con cui si gestiscono i fini.
    Una piccola curiosità: dopo le sconcertanti dichiarazioni del Sindaco: cosa ha da dire la nuova presidente? Ritiene che ci siano ancora le condizioni per poter lavorare profiquamente? E se si, quali iniziative concrete ha preso o intende prendere per garantire l’autonomia sua e dell’Organismo che presiede? E ancora: il conflitto d’interessi del direttore artistico come verrà gestito?

  3. Questo episodio rimarca ancora una volta la differenza tra autoritarismo e autorevolezza. Ormai, della seconda, se ne vede ben poca in giro.

  4. carlo sacco scrive:

    Sono d’accordo con quanto dice la Sig.ra Fiorini Vagnetti.
    Sbagliare è umano e non ci dovrebbe essere alcun problema a riconoscerlo, oppure sostenere che il modo di procedere era il meglio di quanto di poteva fare in quel momento. Oltre che di ragionevolezza sarebbe un segno anche di umiltà, che in politica non guasterebbe.
    Ma non è questo l’aspetto più negativo.
    L’aspetto più negativo-secondo me- è quello della perseveranza. Continuare su un terreno dove non si riconosca la natura delle forze che possono entrare in gioco e che si crede di poter dominare e indirizzare. Quasi sempre questo è un calcolo sbagliato e un modo di procedere senza basi mentre si pensa di averne.
    Entrare in conflitto con tutte le forze che oggi ci circondano e che pesano sul nostro operato fa sì che spesso si addivenga a risultati simili, anche per cause non direttamente dipendenti da noi stessi. Queste forze sono quelle che sono costituite da chi ha il potere decisionale che è il reale potere politico costituito dal denaro e su esso si fonda, che esige e richiama certezze, sicurezze e non tollera errori o interpretazioni di visioni diverse.E qui la Fondazione c’entra relativamente.
    Durante i commenti a tale vicenda e a quella del Piano Strutturale, sul quale la Regione ha esplicitato la propria visione, si capisce come entrino in gioco forze che consapevolmente o inconsapevolmente possono risultare attizzatrici o fatte di pompieri che indipendentemente dalla volontà loro sono direttamente o indirettamente portatrici per delega di interessi.
    L’interesse invece dovrebbe essere quello generale dei cittadini, ma capisco che questa mia è una visione ormai ”bucolica” e quando sento affermazioni che dicono di essere ”per il bene di tutti” diffido sempre perchè -scusate la volgarità- ho il sospetto che lo si voglia mettere sotto la coda…
    Ma è la riprova che ”il conflitto di classe” esiste eccome se esiste…e se non ci si arriva e si pensa che ciò non sia materia attinente, non è compito mio convincere, mi sembrerebbe talmente semplice….Tutto questo è rivolto a tutti ma principalmente agli iscritti e simpatizzanti del Pd perchè chi smembra i problemi e li riaccorpa dopo averli cosparsi di fumo e che è anche dentro a tale partito, si fa portatore di interessi di coloro che sono pronti da sempre a ricostituire e promuovere i loro interessi sotto ogni bandiera. Come d’altronde è successo dal dopo guerra in poi, con la diversità che prima c’erano gli ideali dietro alle bandiere, oggi c’è solo il denaro e il possesso.

  5. pscattoni scrive:

    E se invece si tornasse alla vecchia versione della “Istituzione teatro”?

  6. romano romanini scrive:

    con l’ azzeramento delle nomine fatte

  7. romano romanini scrive:

    A me pare che la prima conseguenza politica della vicenda sia la modifica dello Statuto della Fondazione che sposti i poteri di nomina dal Sindaco al Consiglio Comunale.

  8. Che bisogno c’era di fare tutta la confusione che è stata fatta per assistere ad un pentimento in diretta senza una logica comportamentale di dignita’ e serieta’ istituzionale?
    Quando si sbaglia si paga oppure si giustifica il proprio modo di procedere in maniera completa, articolata, che abbia il sapore non del pentimento ma della convinzione di aver fatto il meglio. Come un primo cittadino dovrebbe sempre fare.
    Alcuni della maggioranza hanno detto che la responsabilita’ non e’ del Consiglio. In definitiva cosa ci stiamo allora a fare… a scaldare i banchi?
    Certo hanno molto disagio, preoccupazione e non sono sicuri di poter continuare l’avventura, almeno qualcuno di loro.
    Dico cio’ senza acrimonia o celato risentimento ma semplicemente come constastazione legittima di una spiegazione fumosa e senza capo o coda.

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