Viabilità intorno al museo: meglio in senso orario o antiorario?

di Tommaso Provvedi

Da un pò di tempo, la viabilità all’ingresso del centro storico di Chiusi Città è cambiata!

Se infatti prima, per raggiungere via Lavinia o piazza del comune si doveva costeggiare a destra il Museo Archeologico Nazionale, percorrendolo in antiorario, adesso intorno a questa struttura si può transitare solo in senso orario.

Una novità che, come tutti i cambiamenti, suscita polemiche e apprezzamenti.

Già questo fatto è stato citato, per esempio, da Roberto Donatelli nell’articolo “Le questioni di fondo che non si vogliono affrontare”, facendo anche un cenno sull’aria cattiva che respira chi si voglia sedere sulle panchine (quello comunque succedeva anche con il traffico a senso inverso). 

Su Facebook, poi, gira un’immagine a favore di tale cambio, poichè, si legge, migliora la viabilità per lo scuolabus.

Proprio ad un commento su questa immagine il Sindaco Stefano Scaramelli scriveva pochi giorni fa sul social network:stiamo facendo delle sperimentazioni, la versione definitiva sarà quella che prenderemo ad ottobre.. ogni soluzione ha i suoi lati positivi e le sue criticità, facciamo nelle prossime settimane un’altra sperimentazione e poi saranno cittadini, commercianti ed chiuque vorrà a decidere la soluzione finale.. siamo di fronte ad esperienze vere di democrazia partecipata..”

Tenendo conto dell’appello del Primo Cittadino e dello spirito sperimentale proposto… Voi che ne pensate?

  

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10 risposte a Viabilità intorno al museo: meglio in senso orario o antiorario?

  1. Mi riferivo al tuo commento che è alieno, con i tempi che corrono.

  2. lucianofiorani scrive:

    No, caro Roberto (Donatelli) non vivo sulla luna.
    Semplicemente spero che venga un tempo in cui le soluzioni semplici non vengano scartate a priori.

  3. Luciano, ma dove vivi, sulla Luna?

  4. lucianofiorani scrive:

    Se per gli scuolabus è meglio il percorso attuale, dov’è il problema?
    Si lasci questo senso di marcia solo per gli scuolabus.

  5. Mauro Bischeri scrive:

    la mappa che gira su facebook, l’ho fatta io per dimostrare che per gli scuolabus la situazione attuale (il giro in senso orario intorno al museo) è la migliore.
    Gli scuolabus sono 4 e transitano in quella zona 4 volte al giorno ciascuno, sono lunghi 7-8 metri e dover affrontare quel giro forzato, come mostra la figura 2 “giro antiorario” comporta di salire con le gomme sul marciapiede, dover fare più manovre per girare e spesso rimanere incastrati per qualche macchina fuori posto con la conseguenza di produrre molti più gas di scarico del semplice transito in senso orario, poi davanti al museo dobbiamo ripassarci comunque, non potendo uscire da via Baldetti.
    La viabilità deve tener conto delle esigenze dei veicoli specie quelli più ingombranti .

  6. Se c’è qualche giustificazione per la costruzione del ‘marciapiede’, non vedo alcuna giustificazione per il cambio di viabilità intorno al Museo. Senza dubbio non ha migliorato la QUALITA’ DELLA VITA, sia dal punto della sicurezza, sia dal punto dell’inquinamento. Un conto è respirare l’inquinamento prodotto da una mezza dozzina di macchine ogni mezz’ora,ed un altro quello prodotto da una ventina di macchine nello stesso tempo, e questo in ore ‘morte’.
    Forse. Forse questo è un prodotto dal pensiero che se non si cambia continuamente si viene visti come ‘sorpassati’. Ma se una cosa funziona perchè cambiarla?
    E, cosa c’era che non funzionava nel vecchio sistema di viabilità?

  7. a me questa storia ha fatto venire in mente questo:
    da Wikipedia: “Facite Ammuina (che in napoletano significa fate confusione) sarebbe stato un comando contenuto nel Regolamento da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Real Marina del Regno delle Due Sicilie del 1841. ….il cui testo così recita:

    « All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
    e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
    chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
    e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
    tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
    e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
    passann’ tutti p’o stesso pertuso:
    chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
    N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno. »

  8. La vecchia viabilità di accesso a Chiusi era in vigore da oltre dieci anni ed era una di quelle cose di cui nessuno. o quasi, si era mai lamentato. Di colpo è stata cambiata in senso peggiorativo perché, essendo questo l’unico accesso in entrata, si è costretto tutto il traffico veicolare a passare davanti al museo etrusco creando anche situazioni pericolose per le comitive di turisti che spesso sostano in attesa di entrare al museo. Diversa era la situazione precedente perché il traffico in uscita è minore dal momento che esistono uscite alternative. Ennesima dimostrazione che le novità finalizzate solo a dimostrare attivismo propagandistico non sempre portano benefici ma spesso ci si procura maggiore consenso lasciando le cose come stanno, specialmente quando queste funzionano.

  9. Paolo Corti scrive:

    Io penso che,principalmente va fatto rispettare il divieto di transito posto all’incrocio tra via Pietro Nardi Dei e via Porsenna,continuamente ignorato, a qualsiasi ora del giorno e della notte!!Le automobili passano spesso a velocità sostestenuta davanti a Piazza del Duomo,rischiando continuamente di investire qualcuno…prima o poi succederá…in questi ultimi anni erano stati fatti notevoli progressi in fatto di vivibilità pedonale di questa zona,in poche settimane siamo tornati “all’anarchia automobilistica” degli anni passati…si celebra il marciapiede tra Chiusi Scalo e il Centro Storico e poi si riaprono al traffico zone in cui le automobili dovrebbero circolare solo per ragioni strettamente di servizio.

  10. lucianofiorani scrive:

    Meglio com’era prima.
    Non tutte le macchine che entrano in città passando davanti al museo (come avviene ora) escono dalla stessa parte. Diverse lasciano Chiusi città scendendo per via Baldetti.

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