Mi sorprende un po’ l’intervento di Alessandro Bologni. Tra l’altro anche nella sede dell’Istituto Valdichiana di Motepulciano (Redi-Caselli) sono già presenti altri indirizzi turistici.
Evito di riallegare il link con i dati di ricerca del personale che comunque può anche lasciare al tempo che trova se uno non ha riscontri personali.
Io ne ho frequentemente, anche stamani uno dei ragazzi cui ho organizzato uno stage di 2 settimane, mi ha detto che la ditta che lo ospita (opera nell’impiantistica e fotovoltaico) gli ha proposto di rimanere anche oltre. Pur non essendo la situazione come gli scorsi anni, un po’ in tutti i settori che copre la scuola, a parte chi prosegue gli studi, è abbastanza consueto che i diplomati trovino un’occupazione. La crisi passerà!
I tre indirizzi dell’Istituto Tecnologico (Elettrotecnica, Energia, Costruzioni Ambiente e Territorio) ad esempio coprono tutto il settore dell’efficienza e del risparmio energetico, occupandosi dalla produzione all’uso dell’energia, alla costruzione degli edifici in cui questa si utilizza e riprendono anche il filone dell’Istituto Tecnico Superiore Energia e Ambiente, alla fondazione del quale anche il Valdichiana ha partecipato.
Il Paese (Italia) si trova di fronte ad una scelta importante: dare un impulso significativo a interventi qualificanti per l’efficienza energetica per non proseguire in un atteggiamento di utilizzatore passivo delle risorse e per avere aziende più competitive. La scuola, anche la nostra, deve fare la sua parte e ha bisogno di essere sostenuta dalle istituzioni.
Altre sono le necessità, non il banale cambio di indirizzi, in primo luogo risorse e strutture adeguate (ohibò). Se si garantiscono queste, poi, potenziati i settori “strategici” attuali, si potrebbe anche pensare ad altro. Ci potrebbe anche essere un indirizzo scoperto e che potrebbe riferirsi ad un’attività che da sempre ha caratterizzato la Chiusi moderna (non nel turismo in se) tra quelli previsti nei quadri dell’istruzione secondaria, ma prima, ripeto, bisogna riuscire a consolidare per quanto sono le loro effettive potenzialità, i corsi attuali altrimenti potremmo anche aprire cento nuove specializzazioni, ma l’impresa sarebbe destinata al fallimento.
Si le competenze dirette sono limitatissime, ma le attività di supporto e promiozione possono essere fatte e potrebbero essere di grande importanza.
Purtroppo i comuni sono solo destinatari di quanto viene deciso altrove e delle volte, il profumo (delle decisioni) che arriva non è dei migliori :-))
Sono d’accordo con Cioncoloni. Aggiungerei, però, all’Istituto Professionale anche il Tecnico. C’è poi la questione dei canali istituzionali locali a supporto delle nostre scuole. A quanto mi risulta dopo l’iniziativa della commissione “estiva” (della cui relazione non sono a conoscenza, ma ne ho chiesta la consultazione) non ci sono state iniziative da parte dell’Amministrazione comunale.
Sono perfettamente d’accordo con quello che dice Carlo Giulietti e non ci possiamo più dimenticare che certe considerazioni ormai vanno fatte sempre tenendo in considerazione aree vaste e non più singoli comuni e questo vale anche per le scuole superiori in cui è fondamentale una razionalizzazione e una concentrazione delle risorse che può avvenire solo evitando che ogni comune si arrocchi valutando solo le proprie esigenze.
L’Istituto Professionale di Chiusi è senz’altro una di quelle scuole da rivalutare perché potenzialmente strategico per tutta la Valdichiana. Per fare ciò però bisogna uscire dal quel circuito poco virtuoso che si è venuto a creare demandando le scelte al mantenimento di equilibri partitici che niente hanno a che vedere con le reali necessità della società.