Nella nostra zona soltanto Sarteano può vantare secoli di vita della Giostra del Saracino. E, potremmo aggiungere, a parte gli anni di sospensione a causa delle guerre, e dal 1962 al 1981, senza interruzioni. Tanto di cappello ai cittadini sarteanesi per essere riusciti a mantenerla in vita! Noi chiusini, purtroppo, possiamo soltanto avvalerci del ricordo di averla avuta.
Giorni fa, rileggendo il lavoro del compianto don Giacomo Bersotti, appassionato cultore di storia locale, “Feste e folclore nella storia e nelle tradizioni di Chiusi”, ha attirato la mia attenzione il capitolo riguardante i festeggiamenti in onore di Santa Mustiola nei secoli passati ed in particolare la corsa del Saracino. Non che non avessi saputo che anche a Chiusi, fino ai primi anni del ‘700, si fosse corso il Saracino, ma è evidente che la prima volta l’avevo letto, diciamo così, in maniera un po’ superficiale.
La gara era effettuata sia il 3 luglio, in occasione della festa della Patrona, sia per la “Pascuccia Rosata”, vale a dire il lunedì di Pentecoste, sempre in onore della Santa. Il primo documento ufficiale che parla di un “Palio per correre li cavalleggieri” risale al 16 maggio 1590, ma sicuramente la giostra veniva corsa già da molto tempo. I libri delle “Memorie e Riformagioni” dell’archivio comunale chiusino sono un po’ aridi di queste notizie. Ma più importante è un manoscritto che descrive le deliberazioni dei Priori per la corsa del 1685 dove, oltre a citare per la prima volta il nome “Saracino”, ci da un elenco completo dei cavalieri iscritti a tale corsa ed i “Capitoli da osservarsi dalli signori Cavalieri che corriranno il Saracino”.
“Anno 1685 – Giostra: lista dei signori cavalieri che corriranno alla giostra preparata da questa città di Chiusi il dì 11 giugno 1685 per la festa di Santa Mustiola.
Maestro di campo – Nob. Signor Domenico Nardi.
Patrini – signor Capitano Domenico Coradini e signor Pietro Ferrini.
Corse tre:
Signori cavalieri: Cavaliere Se ci coglie. Cavaliere Della notte. Cavaliere Della fortuna. Cavaliere Sfortunato. Cavaliere Solitario. Cavaliere Del Sole. Cavaliere Se ci incontra. Cavaliere Strano. Cavaliere Napolione. Cavaliere Canta Gallina. Cavaliere Dell’ardente spada.
Capitoli da osservarsi dalli signori Cavalieri che corriranno al Saracino.
1° Che ciascun cavaliere deve comparire col suo cavallo vestito da campagna, stivalato e spronato, armato di spada e lancia.
2° Che si deva presentare avanti li Giudici, eleggersi il nome et aspettar da questi l’approvazione.
3° Che al tocco della tromba et alla chiamata di ciaschedun d’essi, secondo l’ordine sarà dato da’ signori Giudici, devon correre successivamente e scambievolmente tre lance et il primo, che farà migliore punto in detti tre colpi, conseguirà il primo premio e l’altro il secondo conforme il giuditio di detti signori Giudici.
4° Che non s’intenda vera corsa se il cavallo non va di tutta carriera.
5° Che cascandoli spada, sprone, o cappello, non s’intenda corsa, come anche se in tutta la carriera staffasse, benché passato il Saracino, sino a tanto che sarà fermo il cavallo.
6° Se nel dare il Saracino li cascasse il troncone di mano in modo tale che lo potesse ripigliare, mettendo subito mano alla spada, s’intenda corsa”.
Come avete avuto modo di leggere, ogni cavaliere si sceglieva un nome “d’arte” e il numero dei partecipanti variava secondo quanti si presentavano alla giostra. Dai documenti di anni successivi vengono fuori altri simpatici nomi dei cavalieri: Cavalier dell’alba, Prima prova, Della bella Nilla, Del belvedere, Della cometa, Dell’alfa, Papalino, Errante, Della luna, Della spera, Corre piano, Pensaci hora ecc. I capitoli, pur restando ferme le regole principali, variavano di anno in anno. Alcuni cavalieri venivano alla festa anche dalle località vicino Chiusi. Ce lo testimoniano i nomi del Cavalier Papalino, Cavalier Strada, Cavalier Frattavecchia, Cavalier Cantagallina. Che rispettivamente corrispondono allo stato Pontificio, Villastrada, Frattavecchia e Cantagallina, tutti luoghi molto vicini a noi.
I premi per i vincitori potevano essere in denaro oppure abiti, scarpe, o calze. In una delle giostre del 1689 il cavaliere vincitore ricevette L. 25 di moneta corrente, il secondo un paio di calze di seta di valuta L. 12 e mezzo.
In un documento del 1691 si trova scritto che la giostra era eseguita nella “via di mezzo”, l’odierna via Porsena. La carriera cominciava all’inizio di via Pietriccia ed il guerriero saraceno, con tanto di scudo e flagello, era posizionato all’altezza di piazza del Duomo. Quell’anno, come di solito, fu invitato ad assistere il Capitano di Giustizia di Chiusi ma, senza che se ne spieghi il perché, quella volta il magistrato non volle andare sul palco insieme ai giudici. Ecco cosa riporta in proposito l’atto: “ ... Perché esso non volse perdere la sua libertà e non volse assistere nel palco con i Giudici, li fu accomodata una finestra del solito Palazzo (dei Priori, che allora era l’odierno palazzo vescovile) con metterci in detta finestra, per comodità e decoro, una portiera rossa per appoggiarsi et una seggiola di panno franzese per accomodarvisi…”.