A sipario chiuso e a bocce ferme, dopo venti giorni dalla conclusione della 50° edizione di “Ragazzi in Gamba”, è doverosa una riflessione su questa esperienza che, sia nei suoi aspetti positivi che negativi, è indubbiamente singolare.
Impossibile fare un bilancio educativo, artistico, sociale, culturale e di ritorno turistico nello spazio di un articolo. Ci vorrebbe un libro. E sarebbe doveroso e auspicabile sia per fare il punto della situazione che per non vanificare un’esperienza straordinaria a livello nazionale.
Per fare una sintesi della storia, stile e spirito di “Ragazzi in Gamba” non trovo niente di meglio che il seguente messaggio augurale:
Compi cinquanta anni, tutti vissuti intensamente, ma non ce ne siamo accorti.
Sei nata come uno scherzo di carnevale,ma continui a permanere nel tempo.
Sei una delle più vecchie associazioni chiusine,ma hai ancora l’entusiasmo degli adolescenti.
Sei formata da volontari,ma che sanno lavorare come professionisti.
Sei nata all’ombra della Chiesa,ma sei portata avanti anche da chi non si riconosce in essa.
Sei economicamente povera,ma con la tua esperienza hai arricchito molti che cercano di emularti.
Sei ripetitiva, ma di un rito che rende nuovo ogni giorno.
Sei andata avanti con l’incertezza dello spirito d’avventura,ma hai seminato speranze in ogni dove.
Sei pressoché sconosciuta ai mezzi d’informazione,ma ti rivolgi indistintamente a tutti coloro che ti vogliono ascoltare.
Sei conosciuta, apprezzata, osannata in molte parti d’Italia, ma trovi indifferenza nel tuo paese di origine.
Non hai una grande organizzazione, ma il tuo messaggio è universale e rivolto a tutta la persona.
Non sei immune da momenti di sconforto e di crisi, ma hai educato alla gioia e alla festa per lo meno due generazioni.
Non hai, tra le tue file, luminari della scienza, ma hai saputo indovinare i segni dei tempi.
Non sei la fucina di artisti in carriera, ma hai fatto innamorare molti della bellezza che salva.
Non hai un credo comune a tutti i tuoi componenti, ma hai saputo indicare ai ragazzi i valori che cercano. Sei una contraddizione, ma che sa di miracolo.
E per questo ti facciamo gli auguri, auguri che tu possa continuare a camminare.
Oggi come ieri, e pure domani. Anche con uomini nuovi, ma al di là degli uomini.
Forse la definizione più adatta di “Ragazzi in Gamba” è proprio quella della “contraddizione” ma “che sa di miracolo”. E qui sta la sua originalità ma anche il segreto del suo espandersi nello spazio e del suo permanere nel tempo. Per questo lo stile e lo spirito devono rimanere quelli che sono. Se si cambiano diventano altra cosa. In un recente passato c’è stato un misero tentativo da parte di certe istituzioni di far propria questa esperienza per sfruttarne la rete di conoscenze stravolgendone lo spirito. Ma si è rivelato una bolla di sapone.
Questo non vuol dire che non possa essere potenziata l’organizzazione e corretta la prassi. L’unica soluzione possibile sarebbe che Amministrazione comunale, istituti scolastici, Banca Valdichiana, le associazioni ed il volontariato locale, allo scopo di valorizzare al massimo questa manifestazione nazionale della nostra città, rinunciando a quel vezzo tutto chiusino di “prendere i cocci e andare a giocare nel proprio uscio” si unissero e lavorassero di concerto per fare di “Ragazzi in Gamba” un evento di grande spessore e risonanza.
Come paragone possibile mi viene in mente il Premio Giornalistico degli anni ’90 organizzato da quella che è ora la Banca Valdichiana. Indagare sui motivi per cui quella manifestazione è venuta meno è come spiegare l’indifferenza di Chiusi per “Ragazzi in Gamba”.
Beh però l’idea del libro non sarebbe male. Intanto si potrebbe incominciare con le tesi di laurea che sono state scritte su questa manifestazione. Se non vi fossero non sarebbe male incoraggiarle. Immagino che nei corsi di scienze dell’educazione (ex magistero) vi siano docenti interessati.
Io direi di più. Come mai la misure adottate fino ad ora sono mirate a tenere Chiusi sempre più chiusa? Un esempio sono le 4 ore di parcheggio installate recentemente. Risultato, a pranzo L’Osteria Etrusca è quasi vuota, cosi’ come sono quasi vuoti gli altri ristoranti. Non credo che la Giunta sia così miope. Ripeterò all’infinito: c’è un disegno per cui Chiusi deve restare il più chiuso possibile. Chi ne è l’autore, o gli autori, non ne ho idea, ma il disegno c’è. Rimango anche convinto che si possa badare a qualunque interesse personale senza per questo far morire un Paese che ha tutte le carte potenziali per essere una piccola oasi di benessere per tutti.
L’ostracismo verso Ragazzi in gamba parte dal comune. S’è visto anche in questa edizione lo spazio che hanno dato all’unica manifestazione nazionale presente a Chiusi.
Quando si dice di valorizzare quello che si ha in casa!