Ieri leggendo il periodico Primapagina ho visto l’articolo “Montepulciano punta sul mercato cinese” dove si legge che il progetto “Italy Symposium”, che sta facendo incontrare aziende del turismo dalle più importanti città della Cina, come Pechino, Shanghai e Canton, con le imprese del settore della Toscana , ha fatto tappa anche a Montepulciano.
L’articolo si conclude così: “L’auspicio espresso dalle istituzioni di Montepulciano è che anche il turismo cinese, che muove i primi passi verso l’Europa e che pure pare attratto soprattutto dalle grandi città e dall’offertoa tecnologica, possa rivolgere la propria attenzione verso le città d’arte della Toscana ed il loro patrimonio culturale”.
Noi della lista La Primavera in occasione del Consiglio comunale aperto sulla crisi economica avevamo suggerito alla amministrazione di interessarsi per un’eventuale promozione turistica verso quel lontano paese ma a quanto pare nessuno si è mosso. Altri, come gli amministratori di Montepulciano, sempre più vispi e lungimiranti dei nostri lo hanno fatto. Questo uno stralcio del mio intervento in quel Consiglio comunale:
“…Per un successo di tali iniziative dovremmo svegliarci e pensare ad esempio che la Cina non è più così lontana. Pensiamoci un attimo. Cosa c’è oggi di più geopolitico del turismo? Delle rotte dei cittadini globali rappresentanti dei nuovi “ceti borghesi” che si stanno formando in modo particolare in Cina ma anche in India, Brasile, Sudafrica e dei modi per attrarli come potenziali turisti? Possibile che non riusciamo ad immaginare che esiste un mondo più vasto al di là dei nostri schemi mentali consolidati – i tedeschi sul Lago di Garda, gli inglesi qui in Toscana ma pochi da noi, i russi in Romagna, gli americani e i giapponesi a Venezia, Roma e Firenze – che andrà ad accrescere le fila del turismo su scala mondiale? La Cina, ad esempio, viene vista come paese ideale per investimenti stranieri, ma in ambito turistico la maggior parte dei paesi la vedono ancora lontana e troppo prematura da considerare. È vero che il turismo cinese è ancora ai suoi inizi, ma si sta sviluppando velocemente e al contrario di altri paesi sta mostrando un perpetuo aumento. Quindi non è mai troppo presto per farsi conoscere e promuovere la propria offerta turistica, che è tutta ancora da realizzare, per non farsi trovare in grosso ritardo che sarà poi difficile colmare. Ecco, noi dovremmo provarci…”
Bene, poi non ci lamentiamo se negli altri paesi i turisti ci sono e a Chiusi no, non ci nascondiamo dietro un dito dicendo, come fu detto da qualcuno in quel Consiglio comunale, che il turismo può durare solo quattro mesi l’anno. Chiusi può essere di interesse turistico tutto l’anno, nella nostra città possono giungere non solo turisti ma anche studiosi da tutto il mondo. Basta crederci ed investirci nella maniera giusta.
E’ vero “basterebbe crederci” ma Chiusi non crede quasi a nulla che non sia autoctono e come tale certificato dall’autorità tribale. Il problema quindi non sono i turisti cinesi ma i “Turisti”. Basta vedere, allo Scalo, l’aristocratico distacco riservato persino a quelli di passaggio, per non rischiare che venga loro in mente di restare qualche ora in più. Qualsiasi cosa che proviene dall’esterno viene opportunamente sterilizzata e resa inoffensiva; poi si dice che le prossime Elezioni sono lontane…ma in fondo, a ben guardare, mi sa che è proprio così, sono….lontanissime.
A Montepulciano i tedeschi, gli inglesi, gli americani ci vanno da anni… E bene hanno fatto gli amministratori poliziani a muoversi anche verso la Cina… Apprezzabile, ma inascoltata, la sollecitazione di Bologni…
Nel libro (e poi film) di Luciano De Crecenzo “Così parlò Bellavista”, il professore napoletano parlando con in coinquilino del nord che si lamenta dei meridionali e alla fine anche dei milanesi rispetto agli svizzeri, risponde: “Siamo sempre merdionali di qualcuno”.
Chiusi a proposito di turismo e rispetto a certi paesi limitrofi, è uno dei più … a sud…
La didascalia della foto che avete messo e dove avete scritto turisti cinesi è sbagliata. Sono giapponesi quelli che avete ritratto.Si distingue abbastanza bene che non sono nè cinesi, nè coreani,ma giapponesi.
Qualche giorno fa ero a Montepulciano e sono andato a rivedere le cantine del Redi dove mi sono imbattuto in una comitiva di cinesi che stava facendo scorta di bottiglie.
Non so se erano i cinesi di Italy Simposium, ma è chiaro che aver aperto canali con quel paese-continente è stat una iniziativa azzeccata.