“Storia della coppa Bologna”

di Marco Fé

Il ciclismo, dalle nostre parti, sta di casa a Montallese ed è ricco di umanità. Questo è quanto si evince dal libro “Storia della Coppa Bologna” a cura di Giancarlo Del Balio e Leonetto Tistarelli,  edito da Banca Valdichiana e presentato venerdì 10 nella sala S. Francesco alla presenza di molti dei vincitori e dei protagonisti della prestigiosa “gara ciclistica su strada per dilettanti”.

Il libro, di oltre duecento pagine, corredato da una dovizia di belle fotografie, ne racconta la storia dal 1929, quando fu ideata dal Comm. Francesco Bologna di Dolciano, ad oggi. Appare la bellezza del ciclismo epico con i suoi personaggi locali ma anche eroi sconosciuti o leggendari che possono chiamarsi anche Francesco Moser, Giovanni Corrieri, Fiorenzo Magni e Gino Bartali, che vinse la Coppa Bologna nel 1934, quando ancora era dilettante, e vi ritornò venti anni dopo, all’apice della carriera.

E sullo sfondo appaiono storie, gente, immagini e vicende della nostra terra, dagli anni che precedettero il conflitto mondiale alla ripresa entusiasta e fiduciosa del dopoguerra fino al 1992, anno in cui la manifestazione fu sospesa. Come ci ha cortesemente segnalato l’autore Giancarlo Del Balio la  Coppa fu inaugurata domenica 13 ottobre del 1929, festa della Beata Vergine del Rosario e nacque in un contesto religioso: 

“… alle 7 di mattina il Pievano Don Roberto Bersotti scopre l’immagine della Beata Vergine Maria … Dalle 7 alle 10 hanno luogo le varie Messe … poi la solenne Messa  cantata con il direttore della Schola Cantorum di Pienza Don Lorenzo Francini e con Don Bindi  che esegue il Te Deum di Perosi. Alle 12 una lunghissima processione e alle 15 Vespri solenni e benedizione dei presenti”.

Originalità del libro è l’aspetto umano e cristiano di Gino Bartali. Gli autori si soffermano infatti su episodi sconosciuti ai più come quando Gino Bartali, cresciuto nell’ Azione Cattolica, con un cuore grande e una grande umanità, si prodiga per aiutare gli ebrei che rischiano la vita.

E’ in contatto con il Vescovo di Firenze, Cardinale Dalla Costa. Porta i documenti che servono per far espatriare alcuni di loro, li nasconde nel tubo della bicicletta e parte con la divisa da corridore per l’allenamento da Firenze ad Assisi. Li consegna nel Monastero di San Quirico, davanti alla Basilica, poi torna indietro ed è a sera di nuovo a casa … Una volta viene informato che a Terontola saliranno sul treno degli ebrei in fuga … Gino con la sua bicicletta si fa trovare lì per l’ora prestabilita. Segue dal ponte l’arrivo del treno, poi va in stazione. Si diffonde subito la voce  che c’è Bartali. Gli vanno tutti incontro a festeggiarlo, anche i poliziotti. Il treno può partire senza tanti controlli …”.

Bella la storia della Coppa Bologna ma altrettanto bella è la ricchezza di umanità che appare sullo sfondo.

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