In una affollata e infuocata assemblea a Villastrada si è discusso del progetto di un impianto a biomasse che dovrebbe sorgere proprio nella zona dei “chiaretti” a soli cento metri dall’argine del lago di Chiusi.
La società Green Gas ha presentato un progetto alla Comunanza Agraria, proprietaria dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’impianto. La Comunanza è formata da tutti i capifamiglia di Villastrada a cui, per lascito, appartengono i terreni in questione.
Alla assemblea erano presenti sia il sindaco di Castiglion del Lago che i rappresentanti della GreenGas di Angelo Iacorossi che hanno illustrato a grandi linee il progetto.
Si tratta di un impianto che occuperà la superficie di un ettaro, coperto per circa il 60%, adatto a trattare i liquami degli allevamenti di suini e bovini oltre che residui vegetali (sfalciature) e paglia per produrre energia elettrica e calore.
La proposta è stata bocciata a gran voce dall’assemblea aperta a tutta la cittadinanza. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato che un’area di pregio naturalistico e ambientale non può essere svenduta. L’affitto che GreenGas pagerebbe alla Comunanza è infatti di 5.000 euro l’anno per vent’anni.
Nessuno si è detto disponibile ad accettare la puzza di questo tipo di lavorazione e il via vai di camion e trattori che dovrebbero rifornire l’attività, con una viabilità già ampiamente disastrata.
Ha fatto impressione vedere una platea così compatta nel rifiutare la proposta sostenuta soltanto da chi era seduto alla presidenza.
Ora l’iter si complica perchè sarà difficile far finta di niente dopo un pronunciamento così chiaro della popolazione di Villastrada. Il nostro comune però è bene che tenga gli occhi aperti perchè anche se il capannone dovrebbe sorgere nel territorio del comune di Castiglion del Lago andrebbe ad intaccare un’area comune di grande pregio e perchè gli eventuali rischi della produzione andrebbero a incidere direttamente nella nostra unica fonte di approvvigionamento d’acqua potabile.
@(Marina Capri di Pozzuolo).Signora, e di che si stupisce ? Ha forse in vita sua sentito mai parlare dei ”Soldi” ? Mi ricordo una scritta su un muro a Livorno : a quando una tassa sull’aria ?
La sola mesta consolazione è quella che il voto già da tempo non glielo dò più a questi.
Esperienza insegna a … stare all’erta. Nessun interesse è disposto a farsi da parte davanti all’indignazione di altri (seppur maggioranza). Occorre cominciare a valutare rimedi giuridici (la classica causa infinita :-)) per evitare che il lago venga utilizzato come depuratore di interessi (economici) altrui. Ho grande rispetto per i cittadini di Villastrada e della loro volontà “tutelante”, ma ho anche tanta esperienza negativa.
Cara signora Marina, con il paesaggio e con l’ambiente non si vincono le elezioni mentre favorendo alcuni imprenditori si fanno carriere politiche importanti. A Chiusi ormai siamo esperti in materia
No, non si può impiantare alcun impianto a 100 metri dalle rive del lago. Esistono norme di tutela del lago che prevedono una fascia di rispetto più ampia… Quindi fino ad ora si è parlato del nulla.
Non a caso nella fascia di 250-300 metri dalle rive non esistono costruzioni in tutto il perimetro del Chiaro, salvo un capannone rosa della ditta Margheriti nella zona di Porto, che è praticamente al limite, ma evidentemente fuori dalla fascia di rispetto… Anche quella una costruzione piuttosto impattante, come sarebe impattante il progetto per un mega impiano fotovoltaico con strutture alte diversi metri, che la medesima ditta sembrava intenzionata a realizzare a ridosso del capannone rosa…
Al progetto ha accennato il sindaco castiglionese (vedi http://www.primapaginachiusi.it) il quale però ha chiarito che la ditta non ha al momento presentato nulla di concreto…
ma possibile che questi amministratori pubblici non hanno alcuna sensibilità per il paesaggio e l’ambiente?
Perché non propongono mai la costruzione di questi impianti in zone industriali già degradate?
Si parlava addirittura di Badia, Scopeti, ma siamo pazzi? Saremo sempre in allerta
Il sindaco di Castiglion del Lago ha detto che l’impianto rispetterà i regolamenti comunali e regionali (ci mancherebbe!) e quindi è parso più che possibilista.
A me pare strano però che a cento metri dalle rive del lago si possa impiantare un’attività di quel genere.
Solo un ex consigliere comunale ha fatto cenno al piano regolatore che considera quell’area di grande pregio archeologico e paesaggistico, ma evidentemente pensano che “le carte” non rappresentano un ostacolo perchè altrimenti la questione non sarebbe neanche iniziata.
E’ possibile sapere se l’area è vincolata?
Esperienza insegna che interessi celati possono prevaricare la volontà popolare. Invito alla vigilanza le autorità preposte del Comune di Chiusi affinché tale malsano progetto venga politicamente e strutturalmente avversato.