Oggi il sito di Primapagina pubblica un comunicato stampa del Comune relativo a un bando di asta pubblica per l’aggiudicazione di un lotto del comparto del ex centro carni. I tempi sono strettissimi perché l’asta avrà luogo il 3 agosto.
“Il Comune di Chiusi mette in vendita una porzione dell’ex centro carni. Il bando, già pubblicato nell’apposita sezione del sito www.comune.chiusi.si.it, prevede l’alienazione di due lotti. Il pubblico incanto per l’aggiudicazione è previsto il 3 agosto alle 10, nella sala del consiglio comunale. Il primo lotto comprende un una palazzina su due livelli, utilizzata in parte ad uffici e da un capannone industriale, attualmente usato nella parte anteriore come rimessaggio di veicoli e materiali e da due piazzali utilizzati come parcheggio e spazio di manovra. L’area scoperta occupa una superficie 21.338 metri quadrati. La “palazzina” è un edificio realizzato in cemento armato composto di due piani fuori terra con tetto a copertura piana, facciate con mattoncini, infissi dotati di serrande in legno. Al piano terra, sul lato sud, è presente un ampio portico (circa 110 metri quadrati) utilizzato per posti auto coperti. Il prezzo a corpo è di 1 milione e 360mila euro. L’altro lotto è composto da tre corpi di fabbrica, di cui uno principale, con un’area scoperta di oltre 8.500 metri quadrati. Il fabbricato principale è costituito da un unico corpo rettangolare ad un solo livello con una parte a copertura piana (zona uffici e servizi) e l’altra zona (macellazione) con copertura a shed. La struttura portante è in cemento armato e pareti in mattoni. Lo stato di conservazione delle strutture portanti è buono. La valutazione a corpo è di 490 mila euro”.
Fin qui i fatti. Ora un breve commento. Chi scrive, così come pochi altri, ha cercato di sollecitare un dibattito sul futuro di quel complesso. Nessuna risposta né dalla maggioranza né dall’opposizione.
Anzi c’è stato chi mi ha criticato per aver evidenziato come una delibera di Giunta relativa all’ex frigomacello era stata indicata all‘albo pretorio senza però pubblicarne il testo. La cosa fu normalizzata soltanto dopo la segnalazione della cosa su questo blog.
Insomma niente di niente. Nessuno ha voluto discutere sull’argomento sino ad oggi quando si prospetta chiaramente la strategia dello spezzatino, quando invece in campagna elettorale si è detto di tutto e di più
Complimentoni!!!!
Non credo di essere io quello che deve studiare, Paolo Scattoni, perché sò benissimo che la STU non è una municipalizzata, così come sò che Estra Energie, Nuove Acque, Siena Ambiente e molte altre non sono municipalizzate ma Srl o Spa a capitale misto. Per una come ACEA, che se i romani non vogliono chiudere figurati se lo voglio io, ma come al solito è una tua affermazione strumentale e provocatoria, ce ne sono cento di cui gli utenti chiedono la chiusura. L’esempio che ho portato della società per il centro merci di Chiusi non l’hai nemmeno preso in considerazione perché probabilmente non ti faceva gioco così come, ripeto, le considerazioni economiche.
Comunque c.v.d., hai ragione e tutto ok! Ad maiora!
Rispondo a Giorgio Cioncoloni che non mi pare ricordi tutto quello che è stato detto in campagna elettorale e anche prima. nella critica all’APEA di Querce al Pino era stato detto che non c’era motivo perché si doveva giustamente pensare a farla nei terreni del centro carni. Ora invece si dice che una lottizzazione basta e avanza. Il piacere deve essere fatto da chi deve aprire qualche libro e studiare prima di dire sciocchezze. La Società di Trasformazione Urbana non è una municipalizzata ma una società per azioni a capitale misto, può essere ovviamente gestita male o bene come tutte le aziende. Ce ne sono e di molto appetite vedi ACEA della cui alienazione definitiva i romani più avveduti si oppongono strenuamente. Secondo me a ragione, Secondo il consigliere Cioncoloni mi pare di capire a torto.
Caro Paolo Scattoni, anche quelle che gestiscono acqua, rifiuti, trasporti ecc. sono società per azioni che rispondono alle norme. Non mi sembra che nei loro confronti, anche da parte tua, ci sia sempre un giudizio positivo. Per il progetto del centro merci il Comune di Chiusi promosse la costituzione di una società mista. Ci vollero tre anni solo per costituirla e poi abbiamo visto la fine che ha fatto. Per non parlare della questione economica che hai bypassato. Quale socio privato si potrebbe permettere di investire 3 o 4 milioni di euro nel risanamento di un’area senza la possibilità di un ritorno economico, che in questo caso non ci può essere, altrimenti il prezzo di vendita dell’area diventerebbe eccessivo e quindi fuori mercato? Ma per piacere !!!!
Che noi opposizione, poi, si preferisca lo spezzatino indifferenziato è, come al solito, una tua supposizione, tanto per denigrare gratuitamente, non supportata da nessuno fatto. Dai tuoi atteggiamenti sembra che tu sia l’unica persona del comune in grado di avere le ricette per risolvere tutti i problemi. Questa penso sia una delle cause principali per cui sul blog non ci sono riposte alle tue domande.
@ Anna Duchini. Trovo la tua idea interessante. Ora c’è da aspettareil 3 agosto per capire se la privatizzazione avrà successo. In quel caso l’assemblea non avrebbe senso. Se invece si aprono degli spiragli potremmo organizzare un gruppo di lavoro (io mi prenoto) per portare all’assemblea pubblica proposte (anche con diverse opzioni) per poi poter sottoporre un a proposta a Sindaco, Giunta e Consiglio che non mi pare abbia mostrato grande fantasia. Chissà perché.
@ Cioncoloni. ma quale carrozzone!? è una società per azioni che risponde alle norme di tali società e serve per realizzare un progetto complesso. Se invece si preferisce lo spezzatino indifferenziato lo si dica. Anzi era più corretto averlo detto in campagna elettorale.
Per quanto riguarda la società di trasformazione urbana io non la ritengo uno strumento adatto al caso della riqualificazione dell’ex centro carni. Prima di tutto perché non mi sembra il momento di creare nuovi carrozzoni pubblico-privati, viste le conseguenze negative prodotte nel tempo da simili strumenti e poi perché non credo esistano aziende private disposte, nella crisi che stiamo vivendo, ad investire ingenti risorse nella ristrutturazione dell’area in oggetto.
Chi comprerà i due lotti messi in vendita potrà realizzare qualsiasi attività compatibile con la destinazione urbanistica dell’area.
Uno dei due lotti riguarda l’area dell’ex macello, con tutte le predisposizioni del caso e quindi è pensabile che venga acquistata per un’attività compatibile, altrimenti non sarebbe conveniente perché andrebbe completamente demolito.
La riconversione dell’area, di cui, come dice Marco Lorenzoni, hanno parlato in campagna elettorale tutti i candidati, consisteva nel risanarla per poi renderla disponibile per nuovi insediamenti produttivi, possibilmente innovativi. Tale possibilità, secondo quanto detto dal sindaco in consiglio, non viene preclusa dall’operazione.
Alcuni continuano a fare domande legittime che però non avranno mai risposta perché le risposte dovrebbero venire dalla maggioranza che invece non ne darà perché ci dobbiamo ricordare che, fin dal primo consiglio comunale, ha dichiarato che chi vince le elezioni governa su mandato dei cittadini senza essere tenuto a dare tante spiegazioni.
Noi dell’opposizione non possiamo organizzare discussioni pubbliche preventive perché veniamo a conoscenza delle proposte di consiglio cinque giorni prima, e non sempre. In così poco tempo possiamo solo capire in maniera superficiale di cosa si tratta. Durante il consiglio, poi, proposte su argomenti importanti non è pensabile che vengano prese in considerazione.
Quindi noi possiamo limitarci a dire, tanto perchè non si dica che non vogliamo rispondere, che non se ne è discusso perché la coalizione di governo, e quindi tutti i partiti che la compongono, non lo ha ritenuto opportuno così come è accaduto per tante altre situazioni, compreso Bioecologia, il Piano Strutturale, la Fondazione Orizzonti ecc. ecc. ecc.
Della questione centro carni e riconversione dello stesso si parlò molto prima e durante la campagna elettorale del 2011. Anche tra i partiti della attuale maggioranza ci fu chi chieste esplicitamente spiegazioni circa quel progetto (Sel)… Che adesso si decida di vendere una parte dell’area e delle strutture dell’ex centro carni stride con tutti i discorsi di allora.
Che fine ha fatto il progetto? Chi eventualmente comprerà i due lotti messi in vendita (i lotti sono due per un totale di 1 milione e 850 mila euro) potrà farci quello che vuole o dovrà attenersi ad un progetto determinato? Il sindaco Scaramelli ha rilasciato una intervista a tutto campo a Primapagina e in quella sede parla del centro merci, della Fornace, del commercio, ma non fa cenno al Centro Carni e al bando di vendita… Nemmeno di striscio. L’intervista è del 10 luglio. Come intervistatore non conoscevo la questione, non sapevo del bando, che è stato reso noto ieri da un comunicato del Comune ripreso proprio da Primapagina on line… Non ne sapeva niente nemmeno Scaramelli?
X Paolo Scattoni. Hai perfettamente ragione, organizza una bella assemblea pubblica. Io partecipo senz’altro.
@ Giorgio Cioncoloni. perché non è stata proposta una società di trasformazione urbana per la riqualificazione dell’intero comparto?
xGiorgio Cioncoloni. E’ sicuramente come dici. Sarebbe interessante capire come mai è successo e porvi rimedio, se realmente si vuole invertire la tendenza.
Quanto a quest’ultima vicenda dell’ex Centro Carni, come volevasi dimostrare la corretta dialettica istituzionale, supportata dai pur encomiabili liberi pensatori – ai quali mi associo, togliendo nel mio caso il primo aggettivo – mi fa venire in mente la volgare ma efficace battuta sugli effetti del nonno sulla nonna.
@ Luciano Fiorani. La mancanza di risorse non è una giustificazione. Se non ricordo male ne avevamo discusso anche nel blog. Ma come, la famosa area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA) ritenuta così importante quando doveva essere realizzata a Querce al Pino, quando si potrebbe fare nell’ex frigomacello non è più rilevante? Se il comune non aveva i soldi poteva benissimo seguire la strada della Società di Trasformazione Urbana (STU- art. 120 del T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali). E’ uno strumento che prevede la partecipazione dei privati che richiede una procedura di evidenza pubblica. Perché non se ne è discusso?
Caro Paolo Miccichè, l’ “Opposizione” non ha “bypassato la necessità di una vasta opera di Comunicazione” perché la ritiene fondamentale per un cambiamento politico del paese, obiettivo perseguito in campagna elettorale e mai ripudiato. Il fatto è che non è nelle condizioni di svolgerla perché carente di possibilità economiche ed umane dal momento che la maggior parte di coloro che si erano impegnati si sono tirati indietro.
Il provvedimento di alienazione di una parte dell’ex centro carni è stato presentato nell’ultimo Consiglio Comunale come necessario per reperire fondi per il risanamento dell’intera area in modo da renderla utilizzabile per successivi insediamenti. Il ricavato sarà infatti inserito in bilancio come risorsa per la ristrutturazione dell’intera area.
Il fatto che il relativo bando venga pubblicato l’11 luglio e scada il 3 agosto non fa però pensare a niente di positivo perché 20 giorni di tempo non sono certo sufficienti ad una sua ampia diffusione.
Se l’aggiudicazione avverrà a favore dei “soliti noti” significherà che tutto era stato preordinato e che quindi invece che di un’asta si è trattato di un’aggiudicazione diretta simulata.
Se così fosse sarebbe l’ennesima dimostrazione dell’inaffidabilità di questa amministrazione che sta muovendosi in perfetta linea con il passato e, in qualche caso, anche in maniera più spudorata.
Da quel che ne so l’alienazione è stata decisa nell’ultimo Consiglio comunale (30 giugno) di cui non è ancora disponibile la registrazione.
Certo i tempi strettissimi del bando sono alquanto sospetti.
La regione ha limitato il suo contributo a 500.000 euro, cifra assolutamente inadeguata per procedere alla bonifica dell’area. Da qui probabilmente la necessità di far cassa.
Alla richiesta di una discussione pubblica sulla destinazione del centro carni non si è mai dato seguito. L’avanzò anche l’attuale assessore Micheletti nella passata legislatura, ma non ebbe alcun effetto.
Vediamo chi si presenterà il 3 agosto.
Comunque anche questo sembrerebbe un argomento su cui il solerte ufficio stampa comunale potrebeb farci sapere qualcosa.
Nonostante le tiritere sulla solidità del bilancio comunale tanto sbandierate, sembra che sia in agenda una svendita del patrimonio immobiliare della comunità. Si vorrebbero vendere non solo edifici in disuso, ma anche immobili perfettamente in uso e in comodato ad associazioni che hanno servito la collettività per anni, realizzando lavori degni di nota con umiltà e senza secondi fini. Sarà per questo che si vogliono buttare in mezzo a una strada?
Paolo hai ragione ma questo è. A Chiusi la maggioranza della popolazione non sa nemmeno cosa significhi Piano Strutturale e tanto meno intuisce il collegamento con responsabilità e potenzialità connesse all’azione di Governo del terriorio. La Maggioranza – incluso il PD che ti annovera chissà perché tra i suoi iscritti – si è distinta per il silenzio assordante: la Minoranza ha comunque bypassato la necessità di una vasta opera di Comunicazione ponendo sì dei problemi e ottenendo dei riconoscimenti ma in una logica sempre di nicchia e/o tecnicistica. Molte persone sanno niente o poco più dell’ex Centro Carni. “Conoscere per deliberare” – e far conoscere, aggiungerei io – diceva Luigi Einaudi rispetto ai fondamenti della Democrazia. E poi, soprattutto, servono delle linee guida politiche forti con cui misurarsi, non dei volonterosi secchi d’acqua con cui cercare ogni volta di spegnere gli incendi.