Pdl: La crisi del Monte si abbatte sui dipendenti e sul territorio senese

da Claudio Marignani*

Quei senesi che si fossero illusi che la Banca MPS avrebbe mantenuto un legame indissolubile con il territorio e la Fondazione MPS non avrebbe ulteriormente diluito la sua partecipazione perdendo anche la “capacità di ultima parola nelle scelte in sede straordinaria”, oggi hanno la certificazione in bollo che gli venivano fatte credere le favole.

Non spetta a noi entrare nello specifico del piano industriale presentato, ma il dato politico di fondo è che, a nostro modesto avviso, percorrere la strada dei “tagli” al personale equivale a mortificare la maggiore risorsa che nel tempo ha contribuito a rendere grande l’Istituto bancario senese.

Questo, con “l’OK” da parte della Fondazione che vogliamo sperare non abbia letto dai giornali il piano industriale. Una Fondazione che parla di adesione del piano industriale agli indirizzi, dimenticando, ad esempio, che il consorzio nelle mozioni di indirizzo, se ricordiamo bene, era un punto fermo.

Ma la cosa ancora più preoccupante è che la Fondazione accolga con favore anche l’ipotesi di nuovo aumento di capitale (addirittura senza diritti di opzione cedibili), previsto in attesa di un miglioramento dei mercati, negli anni successivi al 2013, anno in cui ricordiamo si celebreranno le nuove elezione comunali.

Sembra impossibile che la banca, un tempo fra le più solide del mondo, con un patrimonio accumulato in oltre 5 secoli, sia arrivata a dover parlare di 4.600 esuberi, o a dover fare ricorso a circa 4 miliardi di aiuti dallo stato – Tremonti Bond – a fronte di una capitalizzazione di Borsa di circa 2,5 miliardi, dopo aumenti di capitale per 7 miliardi e vendita di qualche miliardo di asset.

A pagare saranno i dipendenti, il territorio e le istituzioni senesi.

Una città e una provincia in crisi per aver sperperato, chi ha governato, risorse enormi, senza creare ricchezza alternativa, occupazione stabile, infrastrutture.

I partiti che hanno governato il “sistema Siena” dovrebbero avere il coraggio di assumersi le responsabilità di questa situazione drammatica, iniziando a raccontare come stanno realmente le cose, loro che le conoscono bene, senza continuare a far credere ciò che non è come le affermazioni che si leggono nell’ultimo documento dell’assemblea comunale del PD in cui, fra le tante, è scritto testualmente: “la Fondazione ha ora la necessità inderogabile di diversificare il proprio patrimonio per diluire i rischi su più settori”.

Ma cosa può diversificare oggi? I debiti (così da poter confondere meglio le idee alla gente)?

*Segretario provinciale del Pdl

Questa voce è stata pubblicata in ECONOMIA, POLITICA. Contrassegna il permalink.

12 risposte a Pdl: La crisi del Monte si abbatte sui dipendenti e sul territorio senese

  1. carlo sacco scrive:

    Tomassoni un altra volta.Quanto alla DC io non sono del tuo parere quando dici magari ci fosse ancora.Nessuno è vissuto su Marte e quindi anche il dualismo DC-PCi è stato qui ed ha manifestato il proprio contenuto politico.Ma la DC ha governato e fedele alla prerogativa del potere che da secoli dice che se non puoi battere il tuo nemico ti ci devi alleare, questo l’ha fatto.Ci si è alleata fino a far approvare l’80% delle leggi con il PCi ed altri, ai quali forniva prebende per continuare a reggere una volta occupato lo stato(perchè l’ha occupato eh?).Il sistema economico che aveva intorno non era il socialismo dei beni di produzione ma quello privato e quello di uno Stato che si fletteva ogni volta per ragioni sociali(quindi risorse pubbliche per scopi perlopiù privati).E che pensi che indizzo e cultura possano promanare e che società ne possa venir fuori da tutto questo ? Non mi sembra che oggi la sostanza sia cambiata.Oggi non è che la diretta conseguenza di ciò che è stato ieri.Io non la rimpiango,noto solo che la caduta di un impero non ha prodotto quello di cui il paese avrebbe avuto bisogno,ma solo il suo contrario.

  2. carlo sacco scrive:

    Tomassoni, dici la verità oggettiva,ma ti prego di riflettere su quale sia il campo d’azione per addivenire alla difesa del più forte. Il campo d’azione è lo sposare acriticamente il sistema, prendere dal sistema quello che ti fa intravedere e servirsi delle metodologie per arrivare al fine, non ragionando che tutto questo si chiama”capitalismo nella sua fase recessiva”.Cioè forniscono al sistema l’opportunità di durare ancora senza curarsi del danno che esso fa, autocandidandosi alla guida usando ed inglobando ceti sociali che nè storicamente,nè eticamente,nè culturalmente si sono mai presi carico dei più deboli.In pratica solo parole e fumo.Chiusi come tante altre parti fa parte di tale andazzo.Si può essere con tale sistema ? Lo dico anche alle destre, quelle sociali, non quelle che sostengono l’impresentabilità conclamata del capo che ha già detto che si ripresenterà.Lui fa i suoi interessi.C’è da stupirsi che li faccia ?
    Io mi stupisco di chi dice bene a parole e permeato profondamente da altre genie politiche e qualunquismo tipico delle società dei consumi, produce l’esatto contrario, mentre se potesse isolerebbe le proteste al proprio interno.E trova sulla sua strada milioni di poveri a sostenerlo.Ecco cos’è il dominio delle coscenze ed ecco perchè m’incazzo.Sono un idealista? Forse sì,ed allora ?

  3. Carlo, il problema del PD è quel “dicono”. Se veramente si applicassero a difendere i diritti della parte debole della nazione, non ci sarebbe storia per il PDL: noi deboli siamo di più…

    Invece per come la vedono io si affannano solo a costruire nuovi diritti per i già forti che gravitano loro intorno…

    La DC? Magari ci fosse ancora: al più ha fatto qualche accordo con la mafia italiana, mica con quella russa o cinese, o con la finanza internazionale.

  4. carlo sacco scrive:

    Tomassoni,qui si tratta di definire chi sia il nemico perchè nella classica rappresentazione della situazione uno è il nemico e l’altro è l’amico.Io ritengo che possano essere due forze che dicono di tendere allo stesso fine ma per arrivarci prendono strade diverse e durante la strada producono rovina, con una differenza però:che la prima(in tal caso il PDL)è la forza che cerca di salvaguardare lo status della ricchezza costituita e scientemente applica le regole del sistema economico che penso che tu sappia chi benefici.Gli altri dicono che hanno l’occhio rivolto ai ceti più popolari,applicano lo stesso sistema e strada facendo hanno le stesse pulsioni e amministrazioni rispetto al potere dove governano.Credo che siano al punto attuale ambedue impresentabili per i guasti prodotti,con la differenza che dentro di loro per vicissitudini storiche si è introdotto surrettiziamente e consapevolmente il modus ragionandi profondo di quello che era e continua ad essere tipico dei democristiani. L’ultima ?:L’hai sentita ieri la Finocchiaro e oggi la Sereni cosa hanno detto senza arrossire ? Suona il campanello Casini ti apriremo.Con questi -almeno io- neanche il caffè.Allora chi è il nemico come chiedi tu?:il nemico è il PDL e l’altro senza L ,sono la stessa cosa in quanto a risultati:poveri malcipiati dall’uno e dall’altro,e ambedue sostengono lo stesso Governo,sperando di meritare la maggioranza del voto degli italiani.

  5. lucianofiorani scrive:

    Si può arzigogolare qunto si vuole ma che il disastro senese sia a marchio Pd credo l’abbiano capito anche i sassi.
    Mussari non ce l’ha messo Berlusconi ma il compagnuccio con i baffi. L’Antonveneta che è stato il macigno al collo che ha affondato la banca non gliel’ha ordinato il medico di comprarla ma un intreccio di affari a cui il Pd non è certo estraneo.
    Che maggioranza e opposizione siano spesso andati a braccetto spartendosi poltrone e prebende è un altro discorso, ma l’asse portante del “groviglio armonioso” è stato il Pd.
    E ora come se niente fosse successo si apprestano a ri-candidare Ceccuzzi nel nome della discontinuità.
    Sono proprio curioso di vedere come la prenderanno i senesi.
    Al nord la Lega ha perso anche la strada di casa perchè dalla cassa erano stati utilizzati impropiramente qualche decina di migliaia di euro.
    Qui il buco è dell’ordine dei miliardi, il Pil della provincia è crollato di 10 punti e ancora si vuol far finta di niente.
    Alla faccia del senso civico della “civilissima Toscana”.

  6. Forse (come al solito!) avrei dovuto essere più chiaro.
    L’articolo del Sig. Marignani rispecchia la verità……cosi come i commenti sull’articolo. Conclusione, Paolo male, Pietro peggio Sciegliete voi chi è Paolo e chi Pietro.
    Siamo messi proprio bene!

  7. Nenci, hai ragione da vendere nei confronti di PDL e travi.

    Tuttavia nel nostro provinciale piccolo quella pagliuzza è estremamente dolorosa ed i principali (non unici) responsabili sono in chi la nostra provincia l’ha sempre amministrata.

    Nel PD ci si rende conto di “vendere” questo territorio al nemico, se non procede ad una bella epurazione dei vertici resposabili?

  8. Credo che il commento del Sig. Nenci abbia colto pienamente il bersaglio. Una nota; qualcuno mi vuol spiegare, per favore, come fà una banca a comprare la Fontana di Trevi da Totò e, per di più, una fontana che colava acqua da tutte le parti?

  9. pscattoni scrive:

    Luciano (Fiorani) io credo che il PD senese ne sappia molto. Alla festa del partito a Chiusi Guicciardinio ha detto che si sono sovrapposte due crisi quella locale e quella economnica globale. Tutto vero. Quella locale. però, deve essere analizzata e approfonditamente. La vicenda Antonveneta deve essere fatta risalire all’input politico che il Monte doveva avere una presenza forte nel Nord- Est. Il pallino di chi? non ci vuole molto. L’incredibile acquisto da Santander è stato un favore a chi? La banca è dell’Opus Dei che in Italia ha potenti amici anche a sinistra. Uno in particolare.

  10. Nicola Nenci scrive:

    Mi sembra un articolo ipocrita e strumentale, in puro stile PDL, partito che non si è mai vergognato di elemosinare voti da qualsiasi parte. Mi sembra ipocrita parlare dei dipendenti licenziati da parte di chi ha usato la banca come parcheggio di sodali, amici e parenti (ma è lecito, no? Lo hanno fatto tutti: sia la Chiesa che partiti della prima e seconda Repubblica) in cambio di consensi. Spero solo che nei tagli al personale si tenga conto della meritocrazia. Eh, si! Perché dal mio punto di vista una banca non può che fallire se al suo interno ha una nutrita schiera di dipendenti schiavi del sistema cooptativo. Mi sembra strumentale, poi, dare la colpa di questo sistema alle sole gestioni rosse; un esempio? un tizio felice, che i PDLini conoscono bene, si è pavoneggiato per anni nella fondazione prima di ridiventare violetto. L’MPS, vorrei ricordare, è stata una tazza di latte dove tutti hanno inzuppato i biscottini.
    Penso che dopo l’apocalisse strutturale e a livello nazionale che il vostro sistema politico ha alimentato, sia il caso che ve ne stiate zitti e buoni, invece di fare i maestrini imputando agli altri millantati disastri a livello provinciale. Signor Gliatta, non sia ridicolo: quale occupazione hanno portato gli “investimenti” per le grandi opere gestiti dalla Protezione Civile? Forse, anche li, un po’ di debito pubblico, che di sicuro non si aggira sui 500 euro a testa.
    Come era la storia della pagliuzza e del trave? Voi che andate in chiesa ve la dovreste ricordare.

  11. lucianofiorani scrive:

    “La strada della discontinuità è stata tracciata e per la Banca Mps continuano ad arrivare segnali incoraggianti per il futuro…una situazione molto difficile che può portare ad uno sbocco positivo solo proseguendo, come ha sottolineato ieri il Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, con quel percorso di ‘forte discontinuità’, indispensabile al rilancio della Banca”.
    Discontinuità da cosa? Dalla gestione Mussari che è appena stato riconfermato alla guida dell’Abi?
    A riprendere l’esortazione del ministro Grilli e a insistere a sua volta con la discontinuità è il neo segretario provinciale del Pd, Guicciardini, con un comunicato diffuso oggi.
    Ma il disastro che stiamo pagando tutti a chi va imputato? Il Pd senese ne sa qualcosa? O è tutta colpa del destino?

  12. Gaetano Gliatta scrive:

    Caro Claudio, MPS e comune di Siena una vergogna color rosso pallido senza precedenti. Teniamo alta la denuncia. Tutti i Senesi debbono almeno sapere dove hanno riposto il loro consenso elettorale. A Chiusi l’amministrazione ha messo in cantiere uno stadio da oltre 4 milioni di euro confidando, probabilmente, sulla fondazione MPS adesso ogni Chiusino ha implicitamente contratto un debito di circa 500 euro a testa per un opera che nelle migliori ipotesi produrrà reddito occupazione e servizio prossimo allo zero. Un caloroso abbraccio, avanti così!

I commenti sono chiusi.