25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Ci riprovano?

da Carlo Sacco

“Secondo notizie di stampa, il Governo si appresterebbe a procedere ad alcuni accorpamenti di festività, per aumentare la produttività. Nella “scure” incapperebbero anche le tre festività ben note per essere state già oggetto di tentativi analoghi (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno).

Dobbiamo essere estremamente chiari: non abbiamo – ovviamente – obiezioni di fronte ai sacrifici che possono essere chiesti ai cittadini in una fase difficile per il Paese; ma che si debba rinunciare alla storia, a quelli che sono i fondamenti comuni del nostro vivere civile, ci sembra davvero troppo.

Ci sono festività che nascono da consuetudini o semplici abitudini, che forse possono consentire qualche operazione. Altre, come quelle citate, rappresentano il nostro passato migliore, i valori su cui si fonda la nostra Repubblica: sono, in una parola, la nostra storia. E non vanno toccate.

Non ci si dica che non ci sono altri strumenti per incrementare la produttività e far crescere il P.I.L.; ci sono provvedimenti in corso di esame, da tempo preannunciati, di cui si può accelerare l’iter; e ce ne sono altri, da molti invocati (la patrimoniale, per fare un esempio) che a torto si finge di ritenere improponibili. Si faccia quello che occorre, per salvare il Paese da una crisi che non ci dà tregua. Ma si lasci al Paese la sua storia, si conservino i suoi valori, quelli a cui la stragrande maggioranza dei cittadini continua a richiamarsi. Questa è la richiesta che formuliamo alle istituzioni pubbliche e in particolare al Governo.

Alle nostre organizzazioni rivolgiamo l’invito ad una mobilitazione immediata e diffusa, assumendo ogni possibile iniziativa, coinvolgendo i parlamentari e le istituzioni territorialmente competenti, sollecitando l’adesione e l’impegno dei cittadini. Il gravissimo proposito che è stato enunciato dalla stampa, se corrispondente ai reali intenti del Governo, dev’essere sventato e respinto, prima di tutto dalla coscienza civile e democratica del popolo italiano”.

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

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Una risposta a 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Ci riprovano?

  1. carlo sacco scrive:

    Ho ritenuto opportuno inviare al Blog questo comunicato affinchè le persone che lo leggono sappiano che ci sono ancora altre persone che
    non si fanno” assuefare” dai tempi che corrono nè disposte ad andare verso stagioni di revisionismo storico tendenti solo a far dimenticare la fondatezza di certi valori insiti nella Costituzione al fine di cambiarne il contenuto di antifascismo e farne oggetto di una trasformazione verso uno stato autornitario e intollerante.La tendenza allo stravolgimento cosciente e determinato di certi precisi settori politici con la connivenza partitica di imbelle silenzio evidenziante solo l’insopportabilità e la sottocultura anche di partiti della sedicente sinistra sempre più attigui al qualunquismo dilagante conducente alla morale(ma è morale ?) della destra politica,la dice lunga del travaglio morale che sta vivendo l’Italia.Ricordo che Berlusconi disse queste precise parole durante un’intervista :”cambieremo la Costituzione perchè è una Costituzione Sovietica”.Se veramente lo fosse stata sarebbe già sotto un metro di terra,lui e parecchi altri che sdoganò per i propri interessi.Ricordo a tutti che per reati della natura a lui riferiti quando esisteva l’Unione Sovietica si andava davanti al plotone d’esecuzione.Coloro che si dicono paladini della libertà sono spesso i suoi seppellitori,ma sono da ogni parte,non solo a destra.

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