Alcuni giorni fa introdussi, un po’ di sfuggita, la proposta di una “cabina di proposta” . la creazione di un gruppo aperto che, a prescindere dall’appartenenza partitica, fosse in grado di produrre proposte e gestirle quando possibile.
Detta così vuol dire tutto e niente. Mi ero ripromesso di tornare sull’argomento. L’articolo su Repubblica di oggi intitolato “App socialmente utili” mi ha fornito la motivazione giusta.
Chi ha un telefonino di ultima generazione (smartphone), collegabile a INTERNET o anche un tablet so che cos’è un app (che sta per application) un software gratuito o a pagamento che permette di utilizzare il vostro cellulare per funzioni le più diverse. C’è ad esempio un’applicazione che vi permette di sapere dove si trova il vostro treno e se è in ritardo. Potete anche utilizzarlo come GPS per l’automobile e così via.
L’articolo di Repubblica riporta alcuni esempi di applicazioni “socialmente utili” come ad esempio quella di poter segnalare anche anonimamente il mancato rilascio dello scontrino fiscale, segnalando non tanto il nome del negozio ma soltanto il tipo di negozio, è poi il sistema a fornire la localizzazione precisa. Queste informazioni vengono registrate su un data base a cui può attingere anche la Guardia di Finanza.
Ma fras le app all’estero ce ne sono anche di intreresse locale e quindi per noi. Nell’immagine sopra si può vedere un sistema di segnalazione inglese, in questo caso si tratta della segnalazione tramite foto di una fermata del bus piena di rifiuti. Il cittadino segnala, la segnalazione viene rimbalzata all’autorità responsabile. Il sistema permette di seguire il “caso” ed aggiornare la situazione. Un sistema utilizzabile con poco sforzo anche da noi.
Ma sono gli americani ad esserei più avanti. Il sito di “civic commons” (vedi immagine qui accanto) ci dice che ci sono per ora ben 623 applicazioni per 244 città. Nel sito si possono anche leggere la descrizione dell’applicazione e le difficoltà dìnell’utilizzazione.
Le applicazioni sono fra le più diverse da sistemi poco costosi di trasmissione delle riunioni di consigli e commissioni, sino alla gestione di data base e software. Il tutto fornito open source e gratuitamente o a basso costo.
Allora la nostra cabina di proposta avrebbe tra le moltissime cose da analizzare ed eventualmente utilizzare, anche questa.
Dovremo riparlarne.
Infatti una segnalazione non implica colpevolezza, sarà la guardia di finanza a controllare.
Scusa, ma mi pare che ci stiamo addentrando in una discussione sterile. Non nego il valore che hanno questi strumenti, ma ogni rosa porta spine: i rischi che corriamo preferisco guardarli, piuttosto che far finta che non ci siano. Poi, circa gli scontrini, se uno ha optato per un certo regime fiscale, mi pare che abbia tutte le possibilità di non farli. Un dono di Tremonti & Co, ed ecco che l’app occupa uno spazio inutile :-), meglio soppiantarla con un videogame
Riporto dal wikidizionario la voce delatore: “persona che per vendetta, ripicca, denunzia ad un’autorità competente un fatto discutibile”.
Il non rilascio dello scontrino non mi pare fatto discutibile e per la legge italiana se non hai lo scontrino sei punibile allo stesso modo del commerciante.
Sarà un caso ma dalle parti in cui lavoro prima lo scontrino lo rilascivano in pochi, ora che fra le centinaia di studenti ce ne potrebbero essere una decina che segnalano con i loro smartphone lo scontrino lo rilasciano tutti. A me lo rilasciavano anche prima perché ero uno dei pochi “rompicoglioni” che lo chiedevano. Comunque a me pare un buon risultato che non ha determinato un clima di sospetto.
Se vuoi, puoi anche metterla così. Di fatto, se devo fare una denuncia mi devo prendere il fastidio (e il rischio) di metterci faccia e firma, altrimenti faccio delazione, o c’è un altro termine? Il problema (più) grave è che con questi meccanismi vengono ridotti gli spazi dello Stato, con risultati sempre più repressivi e sempre meno preventivi. Poi, ognuno vede il mondo con i propri occhiali. I miei sono piuttosto scuri.
Immagino che se si vede una violenza per strada, si acquistano giustamente meriti se si informa chi è preposto alla nostra sicurezza. Se invece si segnala un’attività che non rilascia lo scontrino si è delatori e si fomenta un regime di sospetto generalizzato. Forse ho capito male.
E’ per questo che parlo di democrazia. Un sistema cioè fatto di spazi pubblici (e con la scusa di questi “aggeggi” assistiamo ad una progressiva riduzione degli spazi) e di una rappresentazione (sia in forma rituale: il parlamento che si riunisce, sia in forma scenica: la visibilità della discussione che conduce alla decisione), non può assistere inerte alla diffusione dell’opacità che inducono questi strumenti: posso sempre offuscare il mio IP address e questo non mi impedisce di poter mettere nei guai il tizio che mi è antipatico. Mi pare, cioè, che ci siano dei rischi seri che occorre mettere in conto.
No, non l’hai utilizzato il termine. Inviti, però, ad un uso “spinto” di questi strumenti che hanno impatto forte sulla struttura politico-istituzionale (almeno perché introducono nuove modalità di interconnessione e relative temporalizzazioni: è ancora fresca l’insofferenza berlusconiana sui tempi del parlamentarismo). Io, per tanti motivi :-), non sono contrario all’uso di questi strumenti. Rilevo però che, ad es., l’uso “delatorio” di una app come quella dello scontrino fiscale apre scenari non proprio entusiasmanti, visto che di fatto sostituisce un regime infernale di sospetto generalizzato ad un controllo che deve essere svolto da chi è preposto allo scopo.
@Sorbera. Mi sono riletto attentamente il mio articolo per capire se avessi utilizzato il termine “utilità democratica”. Non l’ho utilizzato. Bisognerebbe anche intendersi sul significato.
Fino a una decina di anni fa questo blog non ci sarebbe stato. Ma oggi c’è e non si può negare che qualche risultato (molto piccolo per carità) lo abbia conseguito. Ha fatto incontrare molte perrsone sulle questioni locali. Soprattutto ha dato una sicurezza: la possibilità per chiunque di potersi esprimere pubblicamente.Prima non c’era. Nessuno ha mai detto che questo strumento sostituisce la “democrazia”, forse però un po’ la rafforza. Lo stesso può dirsi degli strumenti che stanno emergendo. E’ utile facilitare il controllo fiscale attraverso il contributo di tutti? secondo me sì. E’ utile fornire strumenti per il controllo del decoro urbano? Di fornire strumenti per la trasparenza? Solo strumenti che secondo me vanno valutati e sperimentati.
Sono piuttosto scettico sull’utilità democratica di questi strumenti. Penso ai comportamenti degli automobilisti: pronti a lampeggiare la presenza di un posto di controllo, se ne fregano di segnalare un qualsiasi eventuale pericolo cui stai andando incontro. Certo, occorre tener conto di questi strumenti per quello che comportano per (e come deformano) la scena democratica che, prima di tutto, è una scena (quindi presuppone pubblico e visibilità). Ma è un discorso che dovremmo affrontare in altro contesto.
Rispondo a Lorenzoni. premetto che non sono in possesso di smart phone, ma debbo dire che certe “Apps” mi inducono a fare l’acquisto. Le premesse per l’innesco della rivoluzione ci sono già. La segnalazione immediata degli esefrcizi che non rilasciano lo scontrino può essere assai effeiucace anche se fatta soltranto da quelli che hanno lo smart phone.
Lo stesso di può dire per la segnalazione delle buche sulle strade o su discariche abusive.
Sulla velocità di diffusione non sare comunque così pessimista. La diffusione capillare del web è avvenuta in una qundicina di anni. In pochi prevedevano questa grande trasformazione. Certamente il cosddetto “digital divide” esiste, ma è possibile colmarlo velocemente, almeto in parte.
Lo so, la strada è questa. Ma al momento è una strada che non tutti sono in grado di percorrere… Tra qualche anno (forse più di due o tre, anche se si va veloci) sarà diverso… ma – come cantava Guccini – “noi non ci saremo” o se ci saremo, saremo già bell’e pensionati, un po’ avvizziti… E’ roba per altre generazioni, mentre chi ci governa basa il suo consenso, qui e ora, su cose e rapporti più… ruspanti, diciamo così. O sbaglio?
Vero Marco (Lorenzoni). Due o tre anni fa si diceva la stessa cose di INTERNET. Oggi siamo ormai a oltre il 60%. e tanto mi dà tanto fra due o tre anni la stragrande maggioranza della popolazione sarà servita e lo smartphone probabilmente seguirà.
Roba sicuramente interessante, ma ancora appannaggio di pochi o comuque non di tutti. Quanti pensionati di Chiusi, per esempio hanno uno smartphone? E quanti di quelli che ce l’hanno saprebero utilizzare tutte queste funzioni? E se è vero che a Chiusi i pensionati sono una fetta consistente della popolazione, forse la più consistente…
essendo un incallito utilizzatore del smartpone devo confermare che ci sono app molto utili come gps,office,scanner documenti,skaype,antifurto di dati.ricerca eventi nelle vicianze,e molti altri.
Per esempio questo messaggio é stato pulicato dal mio cellulare.