Tra le parrocchie del suburbio (1) e vicariato foraneo (2) di Chiusi, la più antica è certamente quella della Natività di Maria SS.ma in Montallese.
La Frazione sorge sopra una collinetta ai confini della Valdichiana e l’etimologia del suo nome, secondo il Repetti, sembra abbia origine, da “Mons Alexii”, forse l’antico proprietario del territorio da cui prese l’appellativo, ma la notizia è incerta e poco attendibile.
Si ricorda una “selva Montallese”, “et includit silvam Montallesem versus Clanceanum”, in un documento del 1 ottobre 1244, con il quale i conti Manenti di Sarteano assunsero obblighi nei confronti di Montepulciano. La Lira, o catasto, del secolo XIV chiama Montallese anche con il nome di “Santa Maria del Piano”, per via della Chiesa dedicata alla Madonna. Nei Bollari cinquecenteschi conservati nell’archivio della Curia Vescovile di Chiusi si ha memoria della chiesa di S. Maria di Montallese nell’agro chiusino.
In alcuni atti di fine secolo XVI è già registrata come chiesa Pievana, poiché le era stato concesso dal vescovo il fonte battesimale per maggiore comodità dei fedeli. In una visita pastorale avvenuta nel 1686, il vescovo Lucio Borghese rese omaggio, oltre all’altare maggiore dedicato alla Natività di Maria SS.ma, anche a quello della Madonna detta “della Montallese”.
Su tale mensa, infatti, vi era l’obbligo di celebrare messa tutti i sabati, o “in altro giorno non impedito in forza di un legato”. Non vi è certezza di quale immagine sacra fosse venerata nell’antica chiesa, ma una bel ritratto di “Maria con Divin Bambino tra le braccia”, posto sull’altare della cappella di sinistra entrando, fa pensare che fosse proprio questa. Poi, causa il passaggio del fronte nel 1944, l’antico tempio, insieme a tutte le suppellettili sacre, fu fatto saltare in aria dai tedeschi in ritirata ed anche la tela, che misurava cm. 50×40, andò perduta.
Don Bersotti ne parla in proposito nei suoi scritti e dice : “chi scrive ricorda bene questo dipinto che aveva grande somiglianza con l’immagine di Maria SS.ma del Buon Consiglio che si venera nella Collegiata di Sarteano, il cui autore è il pittore aretino Francesco Bonichi (sec XVIII). Questo pittore fu molto attivo nelle chiese della nostra diocesi ed è abbastanza probabile che avesse eseguito anche lo scomparso dipinto per il quale la popolazione di Montallese aveva grande devozione. Ed in realtà, tra le caritatevoli tradizioni del popolo, vi era consuetudine di offrire un mazzo di bozzoli alla fine del periodo di coltivazione dei bachi da seta, per la conservazione e culto di quella sacra rappresentazione.
La festa della Madonna si celebrava, e lo si fa ancora oggi, l’8 settembre, come festa titolare e la seconda domenica di ottobre, sotto il nome del Santo Rosario. Dopo la distruzione dell’antica chiesa, che aveva forma di croce latina, ampliata con la cappella di destra verso la fine dell’ottocento, è stata costruita una nuova insieme alla casa parrocchiale. Non sul luogo della precedente però, ma quasi di fronte, sull’altro lato della strada.
1) Area periferica urbana. Piccolo centro in vicinanza di una città.
2) Distretto (vicariato f.) comprendente più parrocchie in cui si può dividere una diocesi. Il Vicario Foraneo, chiamato anche Decano o Arciprete, ha diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti. E’ nominato dal vescovo dopo aver sentiti i sacerdoti che svolgono il ministero nel vicariato in questione.
Un’alternativa potrebbe venire da Cesare, De Bello Gallico . Occorre ragionare a ritroso rispetto al periodo di cui parla e per poter rimanere dentro il latino – senza far ricorso a termini greci -. Quando descrive Alesia, Cesare la presenta come bagnata da due parti dal fiume o dai fiumi. Probabilmente si tratta di un toponimo usuale per descrivere territori con caratteristiche precise (il promontorio fluviale), e che potrebbe risalire all’idea dello “sbattere contro” dovuto alla forza della corrente e di cui al verbo latino adlido (adlido, is, lisi, lisum, lidere). Pertanto, potrebbe essere collegata a qualcosa come mons adlisi.
La ricostruzione non è fantasiosa. Direi però che lo è di più la dedica ad Alessio (tra l’altro è un nome greco bizantino che compare tardi, più tardi degli Etruschi). Si potrebbe parlare di un mons allele, cioè che apparteneva ad entrambi gli schieramenti in campo, ma la tiro molto per i capelli: allelon è greco, mentre è comprovato che i Romani avevano una forte impronta linguistica etrusca. Pittau in particolare, sottolinea questo aspetto. Purtroppo non sono riuscito a controllare il suo dizionario etimologico dei toponimi.
Un’altra fantasiosa teoria sulle origini di Montallese è quella che ci raccontava la maestra alle scuole elementari di Montallese: durante l’assedio dell’esercito romano alla città di Porsenna, assedio durato alcuni anni, le truppe romane che arrivavarono via fiume si insediarono in una penisola che si protendeva sul grande bacino della Chiana, appunto la collinetta dove sorge Montallese era un approdo fluviale, un punto molto strategico.
L’accampamento dei soldati romani si trasformò in villaggio con annesso tempio dedicato al dio Alessio (da qui il nome derivato da “monte di Alessio”) sulle rovine del quale sorse poi la chiesa che venne distrutta durante l’ultima guerra, quella di fronte all’attuale chiesa di S.Maria Bambina.
Non sò quanto ci sia di vero in questa teoria, ma se si osserva l’antica mappa della zona fatta da Leonardo: diventa molto credibile a ciò si aggiunge che una ventina di anni fà, furono abbattute delle grosse quercie sulle pendici di Montallese e furono trovate sui cerchi interni del legno delle grosse gomene di attracco simili a quelle in uso nei porti per le grosse navi.