Leggo sulla stampa di questi giorni che l’Assessore Regionale ai Trasporti Ceccobao ha annunciato due novità per il prossimo autunno:
1) Ci sarà un aumento delle tariffe di biglietti e abbonamenti ferroviari;
2) L’aumento sarà equo e misurato.
Sulla misura vedremo (intanto comunque l’abbonamento è già aumentato a luglio), quindi, al momento, l’assessore ci annuncia un ulteriore aumento. Vorrei però dire qualcosa sul fatto che sarà equo.
Sembra che l’assessore si sia preoccupato di precisare che gli aumenti saranno proporzionali al redditto certificato dall’ISEE: aumenti maggiori a chi guadagna di più. Il messaggio che passa è: gli aumenti sono indispensabili ma saranno fatti con lo scrupolo del “buon padre di famiglia”, equi appunto…
Dato per acquisito che la “certificazione” ISEE sarà impraticabile non rimane che “l’autocertificazione” e qui già l’equità salta perchè in un paese da centocinquantamiliardidieuro di evasione fiscale annua anche solo nominarla (l’autocertificazione) suona come presa in giro.
C’è però un’altra questioncella di merito che vorrei segnalare: il dissolvimento ormai compiuto del servizio di trasporto pubblico locale. Qualche giorno fa parlavo con un funzionario regionale addetto proprio al controllo del trasporto ferroviario locale nella nostra regione che mi diceva come ormai sia “una tragedia”: (…) non si contano più i treni che giornalmente vengono soppressi, per non parlare dei ritardi o della mancanza di materiale rotabile (le carrozze) (…).”
Tutte cose confermate dalla mia esperienza quotidiana di pendolare. Ora io mi chiedo: se questo funzionario ne parla con un semplice pendolare come me, necessariamente non può non aver riportato ai propri superiori questa situazione (documentata) e quindi anche l’Assessore deve esserene a conoscenza.
Conclusione: invece di informarci sulle iniziative che la Regione prenderà per riportare ad uno stato di minima decenza il trasporto pubblico ferroviario, l’Assessore ci annuncia l’aumento dell’abbonamento… equo, naturalmente!
@ Scattoni
Il punto 1) della tua precisazione mi solletica una precisazione alla precisazione: non è che importiamo solo di notte, come s’indende dalla tua precisazione, ma di giorno importiamo molto meno che di notte.
Di giorno importiamo infatti intorno al 10% del nostro fabbisogno di energia elettrica, mentre di notte la quota sale al 25%. (http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia)
Il motivo è che di giorno spengiamo le centrali a combustione meno efficienti e quelle idroelettriche. Di notte, come tu stesso dici, ripompiamo acqua nei bacini delle idroelettriche per avere sufficiente “scorta” d’energia durante le ore del giorno. (http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia)
Il disastro dei trasporti ferroviari regionali è in atto da un bel po’. Certo che occorrerebbe ripensare il servizio in funzione dei territori e della necessità di mobilità delle popolazioni ma chiederlo a questi politici mi pare inutile.
E’ al di fuori delle loro capacità, anche qualora ne avvertissero la necessità.
Completamente d’accordo con Romano (Romanini). per me il modello è quello della Svezia: npon ci interessano alcuni tratti a 300 o anche poiù chilometri all’ora, ma una politica che tenda a portare tutta la rete a 200.
C’è poi da pensare a indserire adeguatamente le linee “secondarie” organicamente nella rete. C’è ad esempio l’ “anello” che pottrebbe mettere in rete Umbria e Toscana.
Ovviamente una bella discussione sui massimi sistemi del modello di trasporto da adottare è molto interessante e serve a capire come VA (nel vero senso della parola) l’Italia. Tuttavia concentrarci sul “QUI E ORA” è utilissimo perlomeno per assegnare a ciascuno le responsabilità che gli competono. La disennata politica dei trasporti che Regione, Provincie e Comuni stanno portando avanti da almeno un decennio si stà dispiegando in tutta la sua perversa potenza distruttruce. Il problema non è il costo del biglietto ma un modello di trasporto che penalizza l’economia di interi territori (in questo caso il nostro). Pensare che sia solo un problema di pendolari significa ignorare che un trasporto (anche locale) efficiente tarato sulle esigenze relazionali, produttive, commerciali, turistiche di un territorio costituisce una risorsa importantissima per la comunità locale.
Non vorrei essere proprio io a far deviare una discussione, ma l’intervento di Giampaolo (Tomassoni) mi sollecita due precisazioni:
1) L’importazione di energia dalla Francia avviene esclusivamente per quella prodotta durante la notte. La produzione delle centrali nucleari non può essere modulata e così la notte ne avanzano quantità gigantesche, vendute “sottocosto” anche a noi. Noi la utilizziamo soprattutto per pompare acqua all’insù negli invasi, per poi utilizzarla in ore di picco.
2) Il modello dell’alta velocità francese è profondamente mutato. Il nostro modello di “metropolitana nazionale” è stato da tempo abbandonato e sono previste interconnessioni ogni 50 chilometri. Quel modello assomiglia molto alla nostra direttissima che Moretti vuole abbandonare. Scegliere l’una o l’altra opzione ha ovviamente conseguenze assai diverse per stazioni come la nostra.
Francesco, hai perfettamente ragione sul grave errore di mettere il treno in competizione con l’areo. Secondo me nasce dal fatto che in Francia, dove l’alta velocità europea è nata, la “scossa” costa molto meno del carburante aereo perché se la producono in proprio. In Italia invece la importiamo (dalla Francia, appunto). Quindi, se l’equazione ha un senso per loro, nel nostro caso si tratta comunque di una politica dissennata…
Per quanto riguarda invece la locomotiva, quelle vanno a carbone ed in quel modo dipenderemmo dalla Germania…
ora poi si sono messi in testa che il treno deve copiare l’aereo. E così il servizio ferroviario ridurrà sempre più le tratte e i servizi locali, utilizzati dalle persone comuni, che tutti i giorni si spostano per lavorare e per studiare, privilegiando invece l’alta velocità riservata a coloro che si potrebbero permettere anche un biglietto aereo. Il treno diverrà un mezzo per i signori. E se passa “un treno pieno di signori”…. allora spero che presto ci siano anche personne che “non so che viso avesse e nemmeno come si chiamava”, che lancino una locomotiva a bomba contro l’ingiustizia. Come ci canta il buon Guccini.
Domenica ho preso un treno regionale per andare a Roma. Cinque minuti prima della partenza hanno annunciato quindici minuti di ritardo che poi in realtà erano quasi trenta. Con un successivo annuncio ci hanno avvertito che il treno sarebbe arrivato in un binario diverso da quello previsto, così tutti i viaggiatori, molti con valige pesanti si sono dovuti rifare la scale del sottopassaggio.
Capisco che per chi usa questi treni tutti giorni deve essere un bel divertimento. E quando gli aumentano il prezzo dell’abbonamento la goduria aumenta.
Ormai l’abbiamo capito, peggiorano i servizi e aumentano i costi. Cos’altro ci vogliono far credere?