A Chiusi città ci sono stati ultimamente due interventi che hanno modificato la zona intorno al teatro. Nel piazzale del vecchio ospedale sono stati abbattuti i vecchi pini ( ormai è caccia spietata contro i pochi superstiti) e sostituiti con dei lecci già tutti secchi dopo qualche mese. Certo il periodo di piantumazione, poco prima dell’estate, è stato infelice, ma una più accurata manutenzione con un’innaffiatura continua forse avrebbe risparmiato i nuovi alberi da una morte sicura. Sono stati spesi dei soldi per l’abbattimento dei pini, per l’acquisto e la messa a dimora di nuovi alberi senza preoccuparsi della manutenzione necessaria affinchè l’investimento andasse a buon fine.
Le aiuole in piazza del teatro (davanti alla farmacia Bologni) sono state modificate per permettere una nuova viabilità della piazza. Alcune sono state eliminate, altre sono state ristrutturate eliminando cespugli ed erba sostituendoli con ghiaino bianco.
La soluzione a mio avviso è alquanto peggiorativa ma forse ha il vantaggio di richiedere una manutenzione meno frequente e impegnativa. Per dare un giudizio definitivo bisognerà aspettare la primavera quando le erbacce torneranno a spuntare.
Allo scalo per le tante aiuole che costeggiano le strade del centro non si è ancora trovata una soluzione accettabile. Siamo passati da eleganti e costose forme di bosso tra cespugli tappezzanti a tappeti d’erba ma il risultato è comunque stato deprimente.
Oggi, malgrado gli impianti di irrigazione (un po’ funzionanti e un po’ no), siamo arrivati ad avere semplice terra battuta alternata a ciuffi d’erba incolta, ricettacoli di immondizia. Non solo non è un bel vedere ma il degrado è più fastidioso trattandosi delle vie centrali.
La manutenzione di cui avrebbero bisogno queste aree, dopo vent’anni, s’è capito che non si è in grado di garantirla. Allora ingegniamoci a trovare soluzioni decenti che non richiedano un intervento frequente di giardinieri. Per come sono ridotte adesso le aiuole sarebbero meglio anche ricoprirle di sassi.
In via Leonardo da Vinci, “il corso” dello scalo, da anni ormai fa bella mostra una tamponatura da cantiere su un palazzo storico tra negozi che si ingegnano ad abbellire vetrine e spazi attigui. E’ un quadretto da sottosviluppo. Basterebbe una tamponatura adeguata.
Si assiste in sostanza ad una incapacità di far fruttare i soldi spesi. Ogni intervento sembra che venga fatto senza preoccuparsi né della durata, nè della sua efficaia, né della manutenzione necessaria per evitare che tutto vada in malora in poco tempo.
Se non si possono neppure innaffiare delle piante appena messe a dimora puntare sui sassi potrebbe essre una soluzione, anche se non producono ossigeno.
Nonostante le restrizioni un po’ d’acqua a quelle povere (ma costose) piante la si poteva pur prevedere.
Per quanto concerne il ghiaino bianco nelle aiuole di piazza del teatro sono completamente d’accordo. Perplesso sono invece sull’abbattimento dei pini che, se è vero che sono piante bellissime è anche vero che quando sono un poco cresciute producono grandi danni alla pavimentazione e alle stesse case.