Tra qualche giorno comincerà l’anno scolastico 2012/2013. Forse è il momento più opportuno per ragionare dei problemi delle nostre scuole. In verità su questo blog via via ne abbiamo parlato senza grandi risultati. Infatti in quei pochi interventi si chiedeva che la città e il suo governo si occupassero di più dell’argomento. Non siamo però riusciti a sollevare grande interesse.
L’anno scorso in uno dei primi consigli comunali, su inziativa della consigliera di opposizione Rita Fiorini, il problema fu sollevato con la richiesta di una Commissione consiliare che si occupasse dello stato delle scuole a partire dal numero delle iscrizioni, per rispondere alle voci di un preoccupante calo. Il problema non è secondario perché ormai la legislazione corrente (manovra economica del luglio 2011) prevede per gli istituti comprensivi un minimo di 1.000 studenti iscritti.
La commissione fu concessa, ma la stessa consigliera Fiorini si dimise quasi subito. La sostituì il consigliere Cioncoloni e la commissione concluse i suoi lavori e la relazione approvata nel consiglio del 26 ottobre. Non ebbe però un seguito. Personalmente ho cercato di recuperarlo, ma senza successo come ho spiegato in un alto post.
Finalmente sono riuscito a vederlo grazie alla cortesia di un consigliere (che ringrazio) ed ora uno stralcio di quella delibera può essere consultata su questo blog, in attesa che tutte le delibere possano essere, come deliberato, nel sito del Comune.
Ebbene in quel documento emergono due esigenze pressanti raccolte negli incontri con i dirigenti scolastici:
1) Continuità di direzione dell’istituto comprensivo della Valdichiana;
2) Il settore relativo alla didattica di laboratorio risente di mancanza di spazi e attrezzature adeguata.
Sulla prima possiamo davvero dire poco. Quello che ci dicono stampa e televisione sul problema della dirigenza scolastica è davvero disarmante. E’ un’emergenza nazionale. Sui laboratori però qualcosa si può dire. Carlo Giulietti ci ha riferito di un progetto già finanziato per la costruzione di un “auditorium” scolastico al posto degli edifici che ospitavano anni fa i laboratori. L’ente finanziatore è la Provincia.
Si potrebbe fare qualcosa visto che il Comune già possiede a un centinaio di metri dalla scuola un “auditorium” presso il complesso di San Francesco? Potrebbe essere utilizzato per quelle rare volte di cui la scuola ha bisogno nell’arco dell’anno, e dirottare invece i fondi sulla costruzione di spazi per i laboratori?
E’ la domanda di un semplice cittadino che di questi problemi sa poco. Ma si può cortesemente rispondere?
Poi ancora un’altra curiosità: perché, a parte Carlo Giulietti nessun altro docente e neppure qualche studente non si fa vivo per far comprendere a tutti noi i problemi della scuola?
Non dico su questo blog, se proprio non si vuole, ma almeno sui giornali locali?
Carlo (Giulietti) come potrei negare la mia disponibilità (per quanto può valere) dopo tutto quello che ho scritto sull’importanza della scuola a Chiusi.
“…con tutto ciò, penso che ogni consiglio è gradito, si tratta di vedere se poi, è economicamente realizzabile.” Mi pareva chiaro che non intendevo negare l’utilità della discussione, dell’analisi della situazione, di suggerimenti, sempre tenendo presente che il conto è vuoto, ovviamente.
Come ho già avuto modo di dire recentemente su l blog, a breve, dovremmo anche organizzare un Comitato Tecnico Scientifico aperto al “territorio”che dovrebbe anche servire allo scopo, ma se vuoi organizzare occasioni di incontro diverse, penso, che troverai solo disponibilità da parte della scuola e della Dirigente.
Se vuoi possiamo anche parlarne e vedere se è possibile farlo insieme, ovviamente anche Paolo sono certo non negherà la sua disponibilità.
Io spero proprio di si. Si tratterà di fornire agli studenti le informazioni necessarie attraverso specifiche iniziative (open day, etc.). Questo blog ovviamente potrà ospitare le informazioni provenienti dai docenti, studenti, ex studenti e loro famiglie.
Dalle risposte di Scattoni e Giulietti leggo che le scuole superiori di Chiusi sono apppetibili e di buon livello tecnico-didattico. Bene , mi fa piacere. Vorrà dire che il prossimo anno ) un sacco di studenti si iscriveranno alle scuole superiori si Chiusi invece di andare negli affollatissimi licei o ad Orvieto o alle Capezzine…
Il prossimo anno, perché questo ormai è andato e non mi pare – dai dati, parziali, che ho – che la tendenza degli ultimi tempi sia stata invertita, purtroppo…
Mi scuso per la quasi involontaria citazione di Cioncoloni il cui nome ho subito associato al “consigliere” anche perchè prima di scrivere il precedente articolo sulla sala conferenze avevo chiesto conferma anche a lui relativamente alla destinazione dei locali, pensando che la commissione fosse ancora attiva, mentre aveva da tempo concluso i lavori e quindi non seppe neppure darmi risposte in merito.
La risposta di Paolo Scattoni è già sufficiente aggiungo solo che la scuola non si dovrebbe gestire come un negozio e quindi non dovrebbe inseguire le “mode del momento” o comunque rendersi appetibile ad ogni costo, inseguendo corsi anche inutili, come è successo per alcune università, ma cercare di fornire preparazioni che poi possano essere spendibili sul mercato del lavoro, insomma che servano a qualcosa.
In precedenti articoli avevo fornito anche delle precisazioni e qualche cifra, non sto a ripetermi.
https://www.chiusiblog.it/?p=10802
https://www.chiusiblog.it/?p=17838
con tutto ciò, penso che ogni consiglio è gradito, si tratta di vedere se poi, è economicamente realizzabile.
Emblematico comunque il suggerimento della commissione che consiglia di creare nuovi spazi per laboratori e poi quando c’è la possibilità di farlo si usano questi spazi per scopi totalmente diversi. Sarà il famoso discorso “la mano destra non sa cosa fa la sinistra” mah!?
X Marco Lorenzoni. Le scuole superiori a Chiusi offrono corsi sicuramente appetibili dal punto di vista delle tematiche e degli sbocchi.
Se analizziamo con attenzione si vedrà che se si eccettua il latino e pocopiù, si tratta di corsi del tutto comparabili con gli affiollattissimi licei scientifici della zona (Montepulciano e Città della Pieve). La qualità allora si misura sulle attrezzature e sugli insegnanti. Quelli che insegnano a Chiusi di mia conoscenza sono di ottimo livello. Ma se vogliamo migliorare questo apsetto si tratta di costruie un ambiente efficiente e accogleinte dal punto di vista dell’oganizzazione didattica e delle strutture che attiri i docenti più preparati. La notizia che ci ha dato Carlo (Giulietti) è incoraggiante. I test INVALSI (ugualli per tutta Italia) hanno fornito per le nostre scuole buoni risultati, Allora è davvero una questione di orientamento e luoghi comuni ormai consolidati.
Sì, ma se i ragazzi di Chiusi non si iscrivono alle scuole di Chiusi (e pochi ci vengono dai dintorni) non sarà solo un problema di luoghi comuni e di “mode”… Credo che una valutazione sulla qualità e sull’appeal delle scuole superiori chiusine dovrebbe essere fatta, dagli operatori scolastici, ma anche dalla Politica e da chi governa la città… E chissà che da quella valutazioe non esca qualche idea per migliorare la situazione e proporre magari corsi più appetibili… E’ lo stesso discorso che qualche mese fa ho fatto (su primapagina) a proposito degli “Stati generali della cultura”. Se si ragiona su quello che abbiamo e su quanto vale ciò che abbiamo, sarà più facile avere un quadro chiaro della situazione e di conseguenza programmare scelte e azioni future… Questo vale appunto per le scuole, per la cultura, per l’economia… Ma a Chiusi di mettersi intorno a d un tavolo a “ragionare” nessuno sembra averne voglia… Ognuno, coltiva il proprio orticello, considerando valide solo le proposte proprie e ignorando quelle egli altri. Una moda anche questa che dura da parecchio tempo ed è piuttosto diffusa. Già, ma la nostra cittadina si chiama Chiusi. Forse non a caso. Altrimenti si chiamava Aperti.
La notizia sui test INVALSI positivo èper il nostro professionale è notizia che mi fa grande piacere.
Per la verità, non è stato Cioncoloni il “benefattore”.
Se mi concedete ancora un po’ di spazio per la “scommessa” di Tomassoni, al momento direi che potrebbe anche cominciare a mettere da parte i soldi per pagare, perchè salvo imprevedibili sviluppi, almeno quella di finire “sotto” Montepulciano, al momento, è una possibilità superata in seguito all’assegnazione alle scuole di Chiusi del Redi-Caselli di Montepulciano (è stata una lotta dura però).
Al momento le possibilità di cui si parla;ma qui interviene la “geopolitica” (lotta tra “sindachini” per accaparrarsi il merito di avere trattenuto una presidenza, una stazione dei carabinieri, ecc. Troppi piccoli comuni!) al momento, dicevo, le possibili variazioni prevedono, tra l’altro, di fare presidenze in verticale, ad esempio: – dalle materne alle superiori di Chiusi, stessa ipotesi a Chianciano, aggregando il Redi-Caselli ai Licei di Montepulciano -. Altra ipotesi: – Einaudi-Marconi con Artusi di Chianciano (secondo me la migliore) e di nuovo Redi Caselli con Licei e varie possibili sistemazioni delle primarie-. Nella seconda ipotesi il rischio è che la sede della presidenza delle superiori potrebbe essere assegnata a Chianciano e a Chiusi quella delle Primarie, per la detta geopolitica.
In relazione al commento di Marco Lorenzoni, adesso non ho i numeri esatti, ma sapere che ci siano stati 1 o 3 alunni in più o in meno nelle prime classi, se le classi sono state aperte, non sposta la sostanza delle cose.
Il problema, secondo me, è che indirizzi di studio che dovrebbero avere due o tre classi per corso, tutti gli anni debbano invece faticare ad aprirne uno, probabilmente, anche per ignoranza, incompetenza, superficialità, luoghi comuni o non so cosa, diffuse in chi indirizza le scelte dei giovani studenti.
Spesso la scelta viene indirizzata con il principio secondo cui chi è “bravo” deve andare ai licei e chi lo è meno deve andare al Professionale o al Tecnico (sul concetto di “bravo” poi ci sarebbe molto da disquisire). È chiaro che se le decisioni sono prese secondo questi criteri ,anche quella che Marco definisce “mortalità”, in questo tipo di scuole sia più elevata.
Con tutto ciò i risultati dello scorso anno dei test INVALSI, hanno dato risultati estremamente positivi anche per gli alunni del Professionale.
E il risultato è che il tasso di occupazione dei diplomati è sempre relativamente elevato.
Ho letto con curiosità la relazione della commissione che Paolo Scattoni e Giorgio Cioncoloni ci hanno reso disponibile, il contenuto è ovvio per me, se fosse stato diverso non sarebbe stato realistico.
Per quanto riguarda il dirigente, per chi ancora non lo sapesse, la signora Montemurro (che fino al passato anno scolastico aveva il Valdichiana in reggenza) da quest’anno ne ha assunto invece la titolarità e le primarie di Chianciano dovrebbero esserle assegnate in Reggenza, avendo perso i requisiti per l’autonomia.
Almeno per tre anni quindi, la continuità dovrebbe essere assicurata, salvo le conseguenze legate alle scelte organizzative delle scuole della zona.
Leggere il paragrafo in cui si scrive: “Rendere più competitivi i corsi di studio anche attrezzando in modo innovativo i laboratori e adeguandoli negli spazi” … invece, mi suscita tanti ????
Eh si, Giampaolo: hai la vista lunga 😉 Purtroppo, il tema gira intorno sempre alla solita questione: sacrificare tutto al dio risparmio. Se provassimo invece a pensare al fatto che ci devono essere soglie di qualità cui non siamo disposti a rinunciare? As es., un un istituto per anziani. Se io ricovero “il vecchio” che è semi autonomo, non devo attendermi di vederlo peggiorare perché l’operatore non ha, letteralmente, tempo di aspettare la sua pipi (preferendo di gran lunga il pannolone). Ma sono questioni che preferiamo ignorare, sacrificando la dignità delle persone al taglio di quel posto che serve a pagare la prebenda del politico di turno.
Scommetto un latte e orzata che in un paio d’anni le nostre superiori verranno accorpate a qualche istituto di Montepulciano!
Sarebbe anche interessante sapere se le iscrizioni alle scuole chiusine sono in crescita o in calo rispetto agli anni passati, e rispetto alle altre scuole del comprensorio, se anche quest’anno e scuole di Chiusi sono state “salvate” per poche unità (come spesso è accaduto, ultimamente) e solo grazie agli stranieri. Sarebbe interessante anche sapere qual è la percentuale di “mortalità scolastica” (termine brutto, che però rende l’idea) tra gli studenti delle scuole chiusine… Vi assicuro che avere certi dati è cosa piuttosto faticosa… C’è stato un tempo in cui i docenti delle scuole superiori (ma anche gli studenti) erano la punta di diamante del dibattito politico e culturale anche a Chiusi… Molti intervenivano sulla stampa, organizzavano iniziative, elaboravano idee.. Ora è raro che qualcuno tra docenti e studenti parli anche solo dei problemi della scuola. Non è buon segno.