Speravamo (ingenuamente) che la mozione de La Primavera e le roventi polemiche sulle incaute esternazioni dell’addetto stampa comunale segnassero l’inizio un diverso modo di fare comunicazione istitruzionale. Invece…si va avanti tranquillamente come prima.
Ieri al bar, sfogliando La Nazione, mi sono imbattuto in un articolo non firmato che (cito a memoria) segnalava la generosa donazione di oltre 700 libri fatta dai cittadini di Chiusi con acquisti fatti presso la libreria Giunti del centro commerciale Etrusco, che aveva lanciato la campagna, Dona un libro alla biblioteca della tua città.
In serata, dando uno sguardo al sito del comune, mi sono imbattuto nello stesso articolo, anche se più esteso. Incuriosito sono allora andato sul sito di sienafree. I due pezzi che ho trovato sono identici, perfino nei refusi. Si riporta solo la prima parte dell’articolo, ma può bastare:
I cittadini di Chiusi, durante il mese di agosto, hanno regalato alla biblioteca cittadina ben 723 libri. Un numero che equivale a uno straordinario successo per la prima campagna “dona un libro alla biblioteca della tua città”, lanciata dalla Giunti, alla quale il Comune ha aderito nella speranza di una sensibilità di tutti coloro che, nei giorni scorsi, hanno avuto la possibilità di fare acquisti alla libreria chiusina. La risposta è andata ben oltre le più rosee aspettative. «Si stratta di un risultato sorprendente – commenta il sindaco Stefano Scaramelli – a dimostrazione di quanto i cittadini abbiano vogliano contribuire a innalzare la qualità della vita, a patto che siano ben chiari gli obiettivi e il significato della loro generosità. Che poi sia la cultura l’oggetto del loro impegno, la soddisfazione diventa doppia». I libri stanno per arrivare in biblioteca e subito comincerà l’inventariazione e la catalogazione, in modo da renderli disponibili al prestito. Sono stati acquistati con uno sconto del 15%, e chi ha voluto ha “personalizzato” la donazione scrivendo una dedica sull’apposito adesivo fornito. Così chi ha voluto, ha reso visibile l’oggetto della donazione.http://www.comune.chiusi.si.it/images/testi/files/Libridonati.pdf
I cittadini di Chiusi, durante il mese di agosto, hanno regalato alla biblioteca cittadina ben 723 libri. Un numero che equivale a uno straordinario successo per la prima campagna “dona un libro alla biblioteca della tua città”, lanciata dalla Giunti, alla quale il Comune ha aderito nella speranza di una sensibilità di tutti coloro che, nei giorni scorsi, hanno avuto la possibilità di fare acquisti alla libreria chiusina. La risposta è andata ben oltre le più rosee aspettative. «Si stratta di un risultato sorprendente – commenta il sindaco Stefano Scaramelli – a dimostrazione di quanto i cittadini abbiano vogliano contribuire a innalzare la qualità della vita, a patto che siano ben chiari gli obiettivi e il significato della loro generosità. Che poi sia la cultura l’oggetto del loro impegno, la soddisfazione diventa doppia». I libri stanno per arrivare in biblioteca e subito comincerà l’inventariazione e la catalogazione, in modo da renderli disponibili al prestito. Sono stati acquistati con uno sconto del 15%, e chi ha voluto ha “personalizzato” la donazione scrivendo una dedica sull’apposito adesivo fornito. Così chi ha voluto, ha reso visibile l’oggetto della donazione. http://www.sienafree.it/chiusi/39179-chiusi-oltre-700-libri-donati-alla-citta-un-successo
Questa comunicazione “anonima” (nulla lascia capire che si tratti di un comunicato stampa comunale) senza cioè che il lettore possa individuarne l’autore è estremamente scorretta! I nostri giovani amministratori lo sanno benissimo eppure l’andazzo continua. Chi è l’autore del pezzo che è stato replicato? Come lettore e cittadino ho il diritto di saperlo; perchè se è l’addetto stampa del comune il pezzo ha un significato, se è un giornalista indipendente ne assume un altro, se fosse dell’ufficio stampa della Giunti un altro ancora. Questi mezzucci in democrazia non possono essere usati. Chi lo fa si pone automaticamente fuori dall’ambito di un confronto civile perchè si tratta di una questione fondamentale. Caparbiamente invece si continua a far finta di niente. Pensano che gli convenga o non riescono a organizzare nulla di meglio? Proviamo a immaginare che al governo della città ci sia una maggioranza di destra che usa, per comunicare, il loro stesso modello. Cosa direbbero? Riterrebbero accettabile quel metodo?
Poi dice che uno intigna, ma su queste questioni non si possono fare sconti a nessuno.
Tre spunti, infine. Furbescamente ci si potrebbe trincerare dietro il moderno modo di lavorare di certa stampa; il comunicato (anche in questo caso?) viene inviato dall’addetto stampa e pubblicato anonimo dai giornali e dai siti web. Obiezione risibile. Dato che l’andazzo è stato ampiamente accertato basta che il comune di Chiusi pretenda che ogni sua comunicazione che appare sulla stampa sia firmata. Quei media che non si attenessero a questa indicazione sarebbero esclusi dall’elenco di quelli a cui il comune invia i propri comunicati. Si può fare. Si può fare eccome. Basta volerlo!
Per conoscere l’autore del pezzo originale sarebbe sufficiente che il sindaco faccia sapere, non qui sul blog, per carità! ma sulla sua pagina facebook a chi ha rilasciato la dichiarazione citata nell’articolo (anche se ad occhio pare un segreto di Pulcinella).
Sulle donazione di libri, poi, alle biblioteche comunali tramite questi mezzi, che servono sostanzialmente a svuotare i magazzini delle librerie, vengono in mente tante riserve…
Che in un solo mese, quello di agosto, in un centro commerciale, si riescano a reperire centinaia di persone che regalano centinaia di libri al comune di Chiusi significa che siamo il comune con il più alto tasso di cultura al mondo oppure che la Giunti ha trovato un ottimo strumento di propaganda a basso costo simulando l’evento, sacrificando qualche fondo di magazzino. Qualora fosse vera la seconda ipotesi è triste pensare che la medesima propaganda sia cavalcata dalla maggiore istituzione che ci rappresenta. Complimenti a Luciano (Fiorani) che le sgama tutte.
La stragrande maggioranza dei media, almeno quelli di ambito regionale non cita alcunché (nè Ansa né altro. Lo fa se mai chi non può farne a meno avendo magari un contratto con qualche agenzia…). Non lo fanno perché non si pongono il problema, perché nessuno si incazza (salvo pocchissimi, come noi), perché poi i ‘potenti’ non passerebbero più le veline e nemmeno le prebende (anche solo inviti a cena, mica milioni di euro!), perché è dilagante la convinzione che alla gente bisogna sempre dire che tutto va bene (Berlusconi era maestro in questo). Non è cialtroneria, Paolo: è un sistema creato e alimentato da certi poteri per il proprio tornaconto. E tra questi poteri, certamente trasversali, almeno da queste parti c’è anche il Pd. E c’era anche quando si chiamava Ds. Il “nodo” è sempre lì: nella politica, nel modo di intendere il governo e il consenso… La stampa, un certo tipo di stampa, è funzionale e parte integrante di quella politica.
Ma l’ordine di giornalisti non ha il compito di far rispettare certe regole?
Alcuni giornali citano la fonte (per esempio le agenzie come l’ANSA), oppure danno per implicito la firma della redazione. Poi ci sono i cialtroni.
Come funziona il giochino ormai le persone più avvedute l’hanno capito. Certo fa specie vedere come sia ridotta, anche in questo campo, la “civilissima Toscana”.
E’così da anni. La maggior parte dgli articoli che compaiono sui quotidiani e su alcuni siti di informazione on line (tipo Sienafree) sono di fatto “veline” inviate dagli addetti stampa dei comuni o di enti vari (banche, Provincia, Terme, associazioni…). Non solo: spesso gli addetti stampa sono anche collaboratori di quei giornali e non potendo sdoppiarsi, propinano una comunicazione drogata… I giornali risparmiano e si trovano notizie per riempire le pagine, i comuni sono contenti perché si ritrovano propaganda gratis, gli addetti stampa tirano su qualche euro… e tutti vissero felici e contenti.
La gente è distratta e non fa tante congetture su quello che legge… Al Forum Cronache Italiane ne abbiamo parlato spesso, anche con figure importanti dell’Ordine dei Giornalisti, della federazione della Stampa, degli organi di garanzia ecc. Tutti convengono sul fatto che sia un sistema “drogato” e alla fine dei conti truffaldino nei confronti del lettore. Ma il sistema va avanti, perchè a chi comanda va bene così. E alla maggior parte della gente, putroppo, anche. Però c’è anche gente – non poca – a cui piace leggere altre cose e preferisce i media che non confondono le carte (e le veline con le notizie). E forse anche qualche sindaco comincia a rendersi conto che fa più gioco un’intervista vera , senza rete, che un comunicato di bottega camuffato da intervista…
O non si parla sempre di cultura quando si dice in molti Post che per certe menti tutto questo è normale? La sottocultura politico-sociale dell’etica ha raggiunto livelli notevoli e trabocca ormai da tutte le parti. Io credo che certe cose in fondo non vengano nemmeno fatte intenzionalmente ma tutto questo dà ancor maggior sconcerto che appaiano normalissime e perciò ”se po’ fà che problema c’è?”
Ma dietro a tutto questo ditemi tutti, c’è o no l’inconsistenza di menti e di modi di approccio ai problemi che vanno a determinare anche altre cose ancora più importanti di questo nell’azione pubblica di amministrazione di una città? Ed allora? Tutti zitti allineati e coperti?