In un recente commento il Signor Gliatta affermava: ”viva le idee ed abbasso le ideologie”. Vorrei segnalare che secondo me suona quantomeno strumentale poichè è invalso da ormai qualche anno dare addosso a quella che è considerata ideologia come parto di un processo distruttivo dell’umanità.
Per condizione umana è l’idea che porta alla ideologia che si basa sulla esperienza delle idee e ciò che hanno formato e quello dell’ideologia non è un processo a se stante ma è l’idea che contribuisce fondamentalmente alla formazione dell’ideologia.
Separare l’uomo dall’idea che fa base in esso, dal processo ideologico, porta ad affermare solamente una sola idea che spesso è quella dell’etica del mondo dove vivono anche i deboli che prendono a riferimento quella dei valori dei forti. La Signora Fiorini dice una cosa molto importante che è quella che al di là dei voti i punti di vista discordanti devono essere accettati perchè sistema di confronto e crescita. Nulla di più vero. Ma nell’etica del sistema dove viviamo tutto questo viene rispettato? Io credo di no e spesso si dice. Ma il sistema non lo attua perchè le idee che prevalgono sono sempre quelle del sistema dominante che tende a detronizzarle per la propria autoconservazione.
In sostanza credo che occorrerebbe smetterla di tuonare contro le ideologie anche se hanno prodotto le tragedie del XX secolo. Ma guarda caso quando si tuona contro si tende sempre a tuonare contro il Comunismo, o Socialismo che dir si voglia. Il capitalismo cos’è? E’ solo prassi normale perchè ha fatto funzionare il mondo da 2000 anni a questa parte? Non è forse anch’esso ideologia economica di formazione delle menti?
Allora sarebbe ora di finirla di dire questo perchè serve solo ad una cosa: mettere da parte una possibilità, un modo di vedere che può contribuire anch’esso a vedere i limiti dell’ideologia dove oggi viviamo (che è il capitalismo) e i frutti che ha prodotto. Ricordo al Signor Gliatta che le cause di formazione dell’idea Socialista e Comunista vengono dall’esistenza del capitalismo quindi senza capitalismo non ci sarebbe stata quella che poi è sorta dopo. E per favore, non si paragoni ad ideologie quella figurativa presente nell’attuale giunta di Chiusi, le farebbe un complimento del quale neanche si renderebbero conto. Quella non è nulla.
XTommassoni.Mi trovi abbastanza d’accordo per quanto riguarda le piccole e medie imprese con i limiti fissati sia nell’associativismo e conseguente dimensione, per non formare cartelli o trust e sfociare poi in multinazionali. Ma multinazionali a parte di cui è vecchia ormai la storia e per rispondere al tuo quesito del perchè ci sia la rincorsa a farle venire in Italia o a trattenerle è una cosa palese a tutti, talmente palese che sembra giusta e lineare: perchè esiste il modo di pensare che è l’aziendalismo che deve essere preferito e protetto non il singolo lavoratore! Sò di parlare ad una persona colta ed intelligente e chiediti cosa è che e chi abbia fissato nel tempo tali priorità spiccatamente a favore non del lavoro ma del capitale. Per sommi capi e tagliato con l’accetta possiamo ben dire che Il lavoro è stato sempre inteso come una variabile dipendente. C’è lavoro se un singolo investe (altrimenti no). E’ la grande azienda sovrannazionale ma non solo,che può dilatare o ridurre l’occupazione. E quando si scontra con le discrasie che produce e piena il mercato di prodotti in presenza della concorrenza come la mettiamo? Si pigia sul lavoro per mantenere i profitti, si delocalizza, ecc…Perchè il capitale deve avere libertà di migrare da un posto a un altro se è stato prodotto in casa nostra? Non fatevi illudere dalla globalizzazione. Serve
fondamentalmente a ritardare gli effetti del crollo globale, quando il mondo sarà pieno di beni e servizi e vi saranno popoli schiavi ben più di oggi, o tanti poveri che nessuno compererà più le merci. Il contrario di questo è teoria. Ma non ha mai funzionato nemmeno nei periodi espansivi.
Ma infatti, Carlo (Sacco), non si capisce perché la politica, che dovrebbe amministrare il bene di tutti per tutti, debba permettere cose come le multinazionali, che sono ovviamente organismi talmente potenti da entrare facilmente in competizione con i poteri dello Stato.
Invece oggi c’è addirittura la rincorsa a cercare di farle venire in Italia od a trattenerle. Ma a che serve, se la forza che una volta era dell’Italia (e oggi guarda caso è della Cina) risiede proprio nella piccola e media impresa. Per la politica, è cercare di portarsi in casa le rogne, altro che: quando la multinazionale ti paventa una cassintegrazione per 20.000 persone, la politica tende a cercare di risolvere la cosa piegando un po’ troppo le regole a favore della multinazionale. Ma poi alla fine di quella resta in scacco…
Incentiviamo la piccola e media impresa, invece. Rendiamo più snella la burocrazia per quella. Vietiamo l’adozione di standard qualitativi tipo ISO-9xxx: per la multinazionale adottarli rappresenta un costo 0, dato che qualsiasi multinazionale deve avere traccia di tutto quello che fa per funzionare. Per la piccola e media impresa, possono rappresentare un ostacolo economico ed organizzativo troppo pesante.
Xil Sig.Gliatta:oggi non sò a chi possa interessare una riflessione sui massimi sistemi ma a me interessa e senza presunzione alcuna cerco di spiegarmi meglio visto che la ”pertinenza sulle citazioni” non è molto intellegibile. Il Capitalismo come forma economica e mentale esiste da quando esiste l’uomo. Punto. Nella fase degli ultimi due secoli quel capitalismo ha fatto sorgere l’idea del socialismo e del comunismo come reazione allo sfruttamento e alla compressione effettuata sulla società, dalle guerre da esso provocate per salvaguardarsi da una ripartizione più giusta della ricchezza. E’ ideologia questa? Mi sembra che sia oggettività riconosciuta da parecchi anche se non da tutti. E’ solo ideologia quella dei socialismi? Quella del capitalismo non lo è perchè è prassi comune che sia tale e che non influenzi i cervelli? Oggi si vive in tale sistema che viene tendenzialmente ritenuto giusto da coloro che sono sotto il suo ombrello e ingiusto da coloro che ne sono fuori. Che i privati possano essere detentori dei beni (casa, piccole attività e altro) sono d’accordo, ma non di quei beni che influenzano la direzione generale dell’economia: grandi industrie e derivati. Quelle secondo me dovrebbero far parte della proprietà di uno Stato. E’ ideologia questa? Si, è ideologia, e allora perchè oggi gli si tuona contro lasciando che l’altra non sia intesa come ideologia? Credo che basterebbe una riflessione semplice su quale sia l’ideologia che sta affossando il mondo, non da adesso…La saluto.
Ok, domando scusa 😉
XGaetano Gliatta. Il titolo non è di Carlo Sacco ma l’ho messo io, interpretando il senso del suo scritto. L’articolo era in realtà il lungo commento di risposta al tuo sulla solidarità a Rita Fiorini Vagnetti.
Sui contenuti ad ognuno il suo giudizio.
“Scripta Manent” Riuscire a manipolare un commento di due righi è quasi da guinness.
La frase integrale da me scritta è “Viva le idee abbasso le ideologie di qualunque colore esse siano.”
Lei ha omesso “di qualunque colore esse siano.” e ha scritto un articolo, la cui lucidità è alla portata di chi ha la pazienza di leggerlo, e lo ha intitolato “La guerra a senso unico contro le ideologie”.
Per chiarezza, visto che mi pare ce ne sia la necessità, riferisco che l’etimo del termine, indica che l’ideologia è il complesso di credenze più o meno dogmatiche che condiziona il giudizio di colui che più o meno volontariamente vi si assoggetta.
L’attuale giunta comunale dunque, probabilmente, non è subordinata ad alcuna ideologia ma beneficia innegabilmente, da oltre 60 anni, della ideologia popolare figlia dell’antifascismo ivi storicamente rappresentata e sostenuta dagli elettori dei partiti: PCI, PDS, DS, PD.
Non mi è chiara la pertinenza delle sue citazioni sul capitalismo comunque, se può interessare, sono assolutamente contro il capitalismo inteso come degenerazione del libero mercato ma sono naturalmente a favore di un sistema economico in cui i beni appartengono a soggetti privati.
Lascio a lei, se vorrà, l’ultima parola cui, come da mia consuetudine, non seguirà ulteriore replica. Cordialmente.