Niente di nuovo sotto il sole

di Romano Romanini

Ieri ho assistito alla prima riunione del Consiglio Comunale in cui  è stata approvata una variante urbanistica che di fatto consentirà a Bioecologia, industria specializzata nel trattamento dei rifiuti, di ampliare il proprio ciclo produttivo con l’essicazione dei medesimi.

Va detto che, a dispetto del nome, Bioecologia è un’ industria insalubre di 1° classe, rientra cioè tra le industrie potenzialmente più pericolose per la salute dell’uomo e per questo sottoposta a specifiche normative.

Ieri era il 23 giugno 2011 ma per quello che è stato detto in Consiglio Comunale sembrava di essere tornati al giugno 1989 quando l’argomento era la Metalzinco, anch’essa industria insalubre di 1° classe.  Aggiungo che, fatta eccezione per la Lista Fiorini (voto contrario) anche la posizione tenuta dalla minoranza della Primavera di Chiusi (astensione) non ha marcato una particolare discontinuità con il passato.

Ieri come vent’anni fa tutta la discussione (minoranze comprese) ha riguardato gli aspetti procedurali e tecnico-normativi e non la sostanza politica della questione. Infine la maggioranza ha motivato la decisione di autorizzare la variante urbanistica (necessaria per variare la destinazione d’uso di un terreno su cui costruire gli essiccatori) perché “comunque tutto è a norma e ci penseranno Provincia, Regione a verificare che il progetto rispetti la legge e, successivamente,  la ASL a effettuare i controlli periodici”.

Come se il rispetto delle norme non fosse un pre-requisito indispensabile  senza il quale l’argomento non potrebbe neppure essere posto in discussione (e ci mancherebbe anche che si discuta di autorizzare un’attività che non rispetti le norme!). Oggi come allora non si è avuto il coraggio o la capacità di affrontare la vera questione (tutta politica)  di quale debba essere il modello di sviluppo di questo territorio. Per quali motivi si debba perseverare nel far insediare e sviluppare industrie insalubri per la salute dei cittadini  anche se a norma. Quale sia la coerenza tra scelte come questa e la dichiarata volontà di perseguire uno sviluppo basato sulle peculiarità storico-culturali e ambientali del nostro territorio.  Come  non tutte le scelte sono tra loro compatibili.  

Le eccellenze storico culturali di Chiusi, la sua altrettanto forte connotazione logistica nel sistema dei trasporti nazionale che potrebbero trovare nel Turismo una sintesi efficacissima di modello di sviluppo economico intersettoriale (commercio, ristorazione, artigianato, ricettività, agricoltura) possono coniugarsi con le industrie insalubri di 1° classe?

Nulla di tutto questo è stato neppure sfiorato nel dibattito del Consiglio Comunale. Un’occasione persa che spero fornisca utili indicazioni almeno per  l’opposizione!

Personalmente ritengo che la risposta a quella domanda sia un NO secco e categorico. Se vogliamo che questo nostro piccolo paese si risollevi dalla crisi in cui si trova sono necessari atti forti di discontinuità.  Se, viceversa,  si prosegue a consentire l’insediamento e lo sviluppo di industrie di questa natura (nell’area dello Scalo ce ne sono tre :Lodovichi, Metalzinco che nel frattempo ha raddoppiato gli impianti, Bioecologia) dobbiamo essere consapevoli che questo confligge con la vocazione turistico ricettiva che si dice di voler perseguire.

 Mi si dirà (come è stato detto)  che comunque  questo ampliamento porterà qualche posto di lavoro in più. Argomento risibile perché i posti di lavoro possono essere ricercati e favoriti in mille modi. Un esempio: nel nostro comune ha sede una delle più importanti aziende florovivaistiche europee che occupa più di cento persone e che se opportunamente integrata nel sistema Turismo potrebbe costituire una interessantissima opportunità di sviluppo per l’intero territorio. Anche qui possibili posti di lavoro ma coerenti con un modello di sviluppo.

Un’ultima considerazione ma non per importanza. Anche quando a norma, queste industrie immettono nell’ambiente sostanze tossiche per l’organismo umano i cui effetti si misurano in termini di anni se non di decenni. Ora anche se ciascuna di loro “è a norma” i cittadini di Chiusi  vengono a contatto con la sommatoria delle sostanze immesse dalle tre industrie e nessuno è in grado di stabilire quali effetti si determinino.  

Il principio di precauzione (universalmente applicato in medicina) vorrebbe che fin quando non si è chiarito quali siano gli effetti per la salute umana non si proceda con la somministrazione del “preparato”. La continuità con cui anche questa Amministrazione favorisce  lo sviluppo di industrie insalubri ci assicura il contrario.

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7 risposte a Niente di nuovo sotto il sole

  1. marco lorenzoni scrive:

    VI ricordate cosa disse l’allora Assessore comunale Ceccobao quando esplose il problema della “puzza” e dei reflui pericolosi del depuratore di Bioecologia che non era a norma e fu “stoppato” e costretto a fare una serie di interventi per la sicurezza e l’eliminazione del problema?(era il 2000 se non erro): disse che l’area del depuratore sarebbe diventata un “giardino degli odori”, attraverso la messa a dimora di piante tipiche del territorio (rosmarino, salvia ecc..). Come battuta non era male. Come programma politico-amministrativo faceva ridere lo stesso. I gestori dell’impianto nel frattempo finirono in Tribunale, si appurò che nel depuratore venivano smaltiti rifiuti liquidi speciali provenienti da tutta Italia (da Prato, da Belluno, da Terni…). I Comuni di Monteleone d’Orvieto e Fabro portestarono ufficialmente per i reflui di Chiusi Scalo che in assenza di depuratore finivano nella Chianetta e quindi nel Chiani e poi nel Tevere ammorbando quei territori a sud di Chiusi… Il Comune di Chiusi non rispose nemmeno…
    Ora vogliono ampliare il depuratore. Chissà se amplieranno anche il giardino degl odori… mettendoci magari qualche panta di gelsomino…

  2. pmicciche scrive:

    Non ero presente e spero che in un futuro non remoto vi sia la possibilità per tutti di scaricare da internet i file video del Consiglio comunale. Il costo sarebbe talmente basso che non si potrà addurre la motivazione economica per la non attuazione di questo servizio.
    Per il resto condivido in pieno l’impianto dell’intervento di Romano Romanini che ripropone la domanda capitale: cosa vogliamo essere? Dalla risposta a questa domanda discendono, di conseguenza, una moltitudine coerente di atti politico-amministrativi, primo fra tutti il Piano Strutturale. Altrimenti si fa solo del piccolo cabotaggio, magari di qualità ma sempre dal respiro corto. E Chiusi invece dovrebbe tornare a respirare a pieni polmoni se vuole delinearsi un futuro non affidato solamente al caso.

  3. Però scusate, se queste cose venissero comunicate per scritto anziché essere comunicate a voce da un dirigente del comune che poi coinvolge persino un esterno, forse si avrebbe il tempo di valutare serenamente (ben tre giorni!) una posizione. Secondo me il “gioco” loro é proprio quello di spiazzare la minoranza…

    Quando Scattoni dice che la forma, in queste cose, é quasi sostanza, forse é meno pedante di quanto possa sembrare: bisogna pretendere che venga rispettata! La proposta della maggioranza andava forse cassata anche solo per questo.

    Capisco che parlare é una cosa ed esserci

  4. pscattoni scrive:

    Alessandro (Bologni) mi sembri quello che dice “Mi ha bussato, ma quante gliene ho dette!!!” 🙂

  5. I consiglieri della Primavera si sono astenuti è vero.
    Ma non siamo stati zitti abbiamo fatto presente che a Chiusi oltre a quella ci sono altre due industrie insalubri di 1° classe di cui una molto vicina all’industria in questione, abbiamo rilevato che ci potrebbero essere dei problemi da parte di altre industrie di insediarsi con le loro attività in quella zona proprio per la presenza della Bioecologia, abbiamo evidenziato che la zona è a rischio idrogeologico ed altro ancora abbiamo chiesto all’arc. Viti presente per le delucidazioni, tant’è che in difficoltà su una nostra domanda ha chiesto aiuto ad un esponente della Bioecologia presente in consiglio incorrendo anche in una scorrettezza.
    Probabilmente siamo stati poco chiari ed incisivi visto che Romano non ha fatto caso a queste cose.
    Ci siamo astenuti perchè l’industria è già attiva nel nostro Comune ed il suo ampliamento non incide sull’attività che già svolge anzi ci è stato detto da esperti che con la nuova attività di essiccaggio possono diminuire anche alcuni rischi

  6. pscattoni scrive:

    “La presente legge, di riforma dei principi e delle modalità per il governo del territorio, orienta l’azione dei pubblici poteri ed indirizza le attività pubbliche e private a favore dello sviluppo sostenibile nella Toscana, garantendo la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione dei cittadini alle scelte di governo del territorio” (legge reg. Toscana n.5/1995, art.1).
    Dov’è stata la trasparenza e la partecipazione in questa vicenda? Ammesso pure che ci sia stata la verifica della sostenibilità. Una domanda per i consiglieri di maggioranza e a quelli della Primavera.

  7. anna duchini scrive:

    Un bambino di IV elementare incontrando il sindaco, in una visita che la classe effettuò in comune, tanti anni fa, gli chiese perchè venisse permesso l’insediamento di aziende pericolose per la salute. Il sindaco gli rispose che l’azienda era sicuramente a “norma”.
    Il bambino raccontando questo scambio di battute commentò che il sindaco non l’aveva convinto perchè anche le auto che circolano “sono in regola” ma la puzza che emettono fa male lo stesso.
    E’ così complicato fare un ragionamento di questo tipo?

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