Gaetano Rispoli è presidente del circolo Legambiente di Chianciano/Montepulciano e membro del Consiglio dell’associazione “Amici del Lago” che gestisce il centro visite della Riserva Naturale del Lago di Montepulciano.
Insomma, un “ecologista” che abbina teoria e pratica tanto che da anni è attivamente impegnato nelle campagne di “Puliamo il mondo” ma anche, insieme ad altri volontari, a ripulire gli spazi che vengono usati per fiere e mercati nella sua zona.
Gli abbiamo rivolto alcune domande riguardo alla sensibilità ambientalista che dalle nostre parti sembra essere un po’ a giorni alterni.
Se è fuor di dubbio che l’attenzione all’ambiente è via via cresciuta in questi ultimi anni, in certi momenti e su certi argomenti, sembra però di essere rimasti fermi agli anni sessanta.
Chiusiblog: Da quanto tempo sei impegnato nelle giornate di Puliamo il mondo? E con chi?
Gaetano Rispoli: La prima edizione di Puliamo il Mondo risale al 1994, e la presenza delle scuole, per noi, è sempre stata fondamentale, per dare un senso educativo alla manifestazione, il connubio fra scolaresche e genitori sarebbe l’ideale.
Chiusiblog: Dalla tua esperienza come giudichi la sensibilità ambientalista nelle nostre zone?
Gaetano Rispoli: A macchia di leopardo, sia spaziale che temporale: si trovano delle sensibilità “sparse” ora un insegnante, poi un amministratore, dopo un’associazione che vogliono collaborare con noi. Poi per un po di tempo tutto tace, poi ti ricercano, insomma non c’è costanza, non da parte nostra ma da parte degli interlocutori.
Chiusiblog: C’è chi sostiene che Puliamo il mondo è solo una iniziativa per lavarsi la coscienza perchè poi su temi cruciali per l’ambiente (inceneritori, discariche, impianti pericolosi e nocivi) non si vede la stessa mobilitazione. Cosa ne pensi?
Gaetano Rispoli: Se ti riferisci a Legambiente la risposta è semplice: Un’associazione che da più di trenta anni sostiene le tesi dell’ambientalismo scientifico, non può essere tirata per la giacca dai vari comitati che hanno una visione localista delle questioni, che spesso sono estremamente localizzate e più spesso strumentalizzate. La nostra posizione sui vari temi: Rifiuti, Energia, Mobilità, ecc… ha un approccio globale, e poi una declinazione locale coerente.
Chiusiblog: Di roba abbandonata non solo lungo le strade o nelle campagne ma anche nei giardini pubblici se vede sempre tanta. Come pensi che vada fatta una sensibilizzazione efficace?
Gaetano Rispoli: Bastone e carota: giornate di mobilitazione, per attirare l’attenzione e anche qualche multa.
Chiusiblog: Infine una domanda sui rifiuti, il cui smaltimento ci costa sempre di più. Che se ne producano troppi è evidente, come fare a ridurne il volume assai meno. Eppure esperienze in questo senso ormai ce ne sono. Come mai dalle nostre parti la drastica riduzione dei rifiuti non è vista come una priorità?
Gaetano Rispoli: Ci sono esperienze eccellenti in Toscana su questo tema, e propio un anno fa è venuto Alessio Ciacci (Assessore di Capannori a parlarcene al Lago di Montepulciano), da noi attualmente c’è un piano dei rifiuti strutturato con una logica industriale fatta di grandi impianti localizzati in pochi posti, bisognerebbe invertire questa logica e successivamente procedere con azioni che vanno verso la riduzione e la rilocalizzazione dei rifiuti, non la delocalizzazione. Rimangono ovviamente validissime tutte le azioni che può mettere in campo ogli singolo cittadino (allego il link per la riduzione dei rifiuti http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/suggerimenti.php ).
Chiusiblog: Grazie
Si è il rendimento dei vari tipi di raccolta, molto grossolanamente.
É chiaro, tranne per il discorso delle percentuali. Il 40% ed 80% non sono percentuali alle quali sono state scorporate altre modifiche di filiera, giusto? Cioé, sono le percentuali di “rendimento” del sistema nel suo complesso?
Per quello che ne so, il sistema a cassonetti raramente arriva al 40% di raccolta differenziata, il porta a porta può arrivare anche all’80%, oltre alla quantità della raccolta la differenza più interessante è nella qualità, i rifiuti provenienti dal porta a porta sono più “puliti” e permettono notevoli risparmi lungo la filiera di trattamento.
Spero di essere stato chiaro.
Cassonetti differenziati pubblici o porta-a-porta. Legambiente ci può fornire dati in grado di confrontare l’efficacia dei due metodi di riciclo? In particolare, gradirei dati scorporati da altre modifiche subite dalla filiera che in genere vengono applicate assieme al passaggio da una modalità all’altra.
il 25 aprile del 2011 abbiamo fatto un incontro alla Casetta del lago di montepulciano, c’erano: il sindaco di Montepulciano, l’imprenditore che ha fatto l’impianto, che ha spiegato il funzionamento, Fabio Roggiolani, esperto di energie rinnovabili e Francesco Ferrante vice presidente del kyoto club e senatore del PD. Abbiamo analizzato approfonditamente pro e contro dell’impianto, e c’era anche molta gente ad ascoltare.
Poi il progetto del digestore anaerobico è stato presentato di nuovo il 10 Agosto 2011 a Valiano per il Forum “La valdichiana che vogliamo”.
Questa volta abbiamo preferito cambiare argomenti.
L’intervista verteva principalmente sui rifiuti e quindi ho risposto su quelli.
P.S.: Anche all’interno delle iniziative di ottobre al Centro Visite dell’Oasi di Montepulciano, un incontro con esperti sul tema specifico poteva essere un momento informativo e formativo molto importante.
Mi perdoni Sig. Rispoli,
forse ha inteso male il senso del mio commento o sono io che non mi sono espresso bene.
Non sono affatto uno di quelli che dicono no a tutto, anzi… L’unico problema è che viviamo in un paese pieno di furbetti e gli effetti si scoprono solo dopo anni.
Non leggere niente dell’impianto nell’intervista mi è sembrato strano. Tutto qua.
Un cordiale saluto,
Maurizio
Se vogliamo parlare del digestore anaerobico nei pressi del lago sono disponibile, ovviamente con le mie competenze, non sono di un esperto.
Commenti come quello di Maurizio sono proprio il motivo per cui Legambiente spesso non aderisce ai comitati “contro” qualsiasi cosa.
gaetano
Evidentemente l’impianto di produzione di biogas a due passi dal lago non è un problema.
Sono veramente felice.
Condivido pienamente il concetto che ogni zona si “ciucci” i propri rifiuti, altrimenti è più difficile far capire a tanta gente che bisogna operare per ridurli. Ovviamente il tutto in modo trasparente, senza operazioni fatte alla chetichella come quelle cui spesso capita di assistere.
Stesso concetto, che avevo esposto poco tempo fa, per la produzione di energia.