Questo è il testo dell’intervento del consigliere de La Primavera, Alessandro Bologni, in sede di approvazione del Piano strutturale.
di Alessandro Bologni
Un abito usato e vecchio che si è cercato di rattoppare con vari suggerimenti ma il risultato è che non è presentabile. Questo è il Piano Strutturale che la maggioranza ci propone di approvare.
Le numerose osservazioni presentate dimostrano che non è un Piano convincente e se anche molte sono state approvate non hanno modificato di molto quello che era il Piano adottato nel mese di dicembre. Ciò che più è evidente è che non ci sia un minimo di segnale che possa far sperare in un’idea precisa per lo sviluppo economico, culturale, turistico, commerciale, agricolo, artigianale, paesaggistico della nostra città.
In buona parte si vorrebbe fare affidamento su una ripresa economica del settore edilizio, ma, come ogni giorno si sente e ci dicono i media, abitazioni ce ne sono in abbondanza in ogni dove e acquistare una casa è diventato ormai per i più impossibile e alla faccia di tutto ciò vogliamo ancora consumare suolo agricolo.
Dal punto di vista culturale e turistico da una parte è stata accolta l’osservazione del gruppo consiliare di centro sinistra con la quale si richiede un aumento da 8.000 a 18.000 mc per il dimensionamento turistico-ricettivo-congressuale previsto nell’UTOE 1 Chiusi Città ma dall’altra parte, dietro un’osservazione presentata dal sindaco e dalla giunta, si chiede l’eliminazione del parcheggio e della risalita meccanizzata prevista dal PS adottato in zona tiro a segno confidando sul solo ampliamento del parcheggio di Porta Lavinia.
Ben poco mi sembra per una città che si dice puntare su una crescita nel centro storico dell’offerta turistica, ricettiva e congressuale. Ci siamo dimenticati di puntare ad una città che possa ospitare studiosi e studenti stranieri oltre che toscani e italiani fuori sede, che vogliono compiere un’esperienza educativa, didattica o di ricerca nel sistema universitario e formativo toscano e nella pluralità della offerta regionale di specializzazione scientifica e professionale come suggerito dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR).
Anche l’aspetto di uno sviluppo commerciale non si evidenzia poichè la speranza che la ex Fornace di Montorio possa diventare il fulcro di una zona commerciale importante cade e si capisce ormai che nessuno degli amministratori crede più in questo: perché si possa ristrutturare la fornace, è sottolineato con forza nel PS, si deve mettere in sicurezza idrogeologica Chiusi Scalo e per fare ciò non ci sono soldi pubblici quindi… possiamo costruire parcheggi con pensiline fotovoltaiche nei pressi, tanto la Fornace… campa cavallo che verrà ristrutturata.
Di spinte verso la possibilità di uno sviluppo dell’artigianato a Chiusi in questo PS io non ne vedo l’ombra come non vedo ombra di un serio recupero delle campagne a scopo turistico e ricreativo, si fa riferimento soltanto all’opera già compiuta della strada della Bonifica e delle opere Leopoldine ma non si è pensato ad una rete di strade e sentieri che potessero offrire al turista un interesse a raggiungere Chiusi e godersi la sua campagna. Non voglio prolungarmi ancora anche perché il mio capogruppo ha già fatto un ampia disamina su altri importantissimi punti.
Mi è obbligo quindi pensare che quanto da me esposto sia nell’assemblea pubblica al teatro Mascagni sia nel consiglio Comunale per l’adozione del PS sia totalmente da riconfermare: un Piano Strutturale non adeguato alle esigenze reali della nostra città.
Non adeguato alle esigenze della nostra città? Suvvia consigliere Bologni, questo piano è CONTRO la città e a favore non della speculazione, ma della speranza di speculazione.