Le famiglie fantasma per giustificare un fabbisogno che non c’è

di Paolo Scattoni

In un articolo precedente abbiamo visto che il calcolo della popolazione 2001- 2011 è basato su un dato del 2011, che non si comprende da dove sia stato preso, forse da un gratta e vinci. Infatti quello ufficiale dell’ISTAT è diverso di quasi 500 unità!! Poi abbiamo visto che la seconda argomentazione secondo cui la emigrazione verso Città della Pieve nel decennio 2001-2011 sarebbe di circa 500 abitanti. Vero, peccato che ci sia dimenticati che nello stesso decennio circa 250 abitanti si siano trasferiti da Città della Pieve a Chiusi. Un piccolo errore del 100%.

Oggi parleremo delle famiglie. Ecco come è stata integrata la Relazione generale del Piano Strutturale dopo il voto di sabato: “(…) si evince una decisa crescita  del numero dei nuclei familiari tra l’anno 2001 e l’anno 2010, evidenziando il passaggio dalle 3305 famiglie dell’anno 2001 alle 3876 dell’anno 2010, con un saldo quindi positivo di oltre 500 nuclei familiari”.

Come per la popolazione non si comprende, così come per la popolazione, dove si sia trovato il numero delle famiglie al 2001.

Allora vediamo i dati pubblicati dall’ISTAT. Al 2001 il dato di censimento dà 3478 famiglie che confrontate con le 3785 del dato provvisorio di censimento abbiamo un aumento di 307 unità. Insomma l’errore non è il 100% in più, ma quasi.

Ma c’è un secondo aspetto da analizzare. Perché nella relazione la crescita delle famiglie è calcolata al 2010 e non  al 2011 come per la popolazione? Semplice perché il dato provvisorio di censimento e inferiore al dato dell’anagrafico al 2010: 91 in meno! Allora non conveniva. Diciamo che se prendiamo per buono il dato di censimento del 2011, ritorniamo ai livelli dell’anagrafico del 2003. Si veda per questo la tabella pubblicata nel sito dei comuni italiani. Ci sarebbe molte altre cose da dire. Ne citeremo soltanto una. La presenza di badanti in  famiglia può essere computata in due modi diversi. Alcuni anziani che impiegano una badante la inseriscono nel proprio nucleo familiare. Altri invece, per motivi fiscali, preferiscono che la/il badante formi un nucleo indipendente. Si tratta quindi di una coabitazione che è però non uno stato di disagio, ma una condizione propria di quel lavoro.

Per concludere la serie di articoli. Nel primo abbiamo verificato che attraverso un artificio (dato sulla popolazione al 2001 NON VERO) si fa miracolosamente apparire un numero di abitanti di quasi 500 abitanti in più). Il mito delle migrazioni verso Città della Pieve, che si vorrebbe far apparire fenomeno massiccio dovuto a carenza di potenzialità edificatorie, è stato sovrastimato del 100% perché non si è considerato il flusso inverso. Infine le famiglie il cui aumento è stato anch’esso fortemente sovrastimato.

Di tutta questa faccenda quello che più mi meraviglia è il silenzio del Palazzo. Di fronte alla possibilità che si siano potuti utilizzare dati falsi lascia i nostri amministratori locali del tutto silenziosi. Chi tace acconsente e quindi è corresponsabile.

(fine)

ARTICOLI PRECEDENTI

1° Articolo: Popolazione: bastano dati fantasiosi per farla crescere

2° Articolo: Il mito delle grandi migrazioni verso Città della Pieve


 

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2 risposte a Le famiglie fantasma per giustificare un fabbisogno che non c’è

  1. pscattoni scrive:

    Secondo me occorrerebbe distinguere fra imprese commerciali e imprese manifatturiere. Per le prime, a mio avviso,la scelta di privilegiare per la grande distribuzione a Querce al Pino ha posto Chiusi in una situazione di svantaggio rispetto a Po’ Bandino. Per quanto riguarda le manifatturiere il discorso è diverso; lo sbilancio è assai relativo.

  2. marco lorenzoni scrive:

    Vero. Ed ha ragione Paolo Scattoni a evidenziare il silenzio del Palazzo (e non solo del palazzo) su una questione del genere. In generale sul Piano e sulle sue “ricadute”, non solo sui dati più o meno fasulli. Quanto alla migrazione verso Città della Pieve, da segnalare se mai quella delle aziende, che forse è più significativa di quella delle famiglie. Nelle aree commerciali produttive di Po’ Bandino (quella a ridosso della rotonda, quella intorno alla Ford Rosati e quella dove si trova il supermercato Famila) e nelle recentissima area delle Cardete, contigia alla zna industriale chiusiona delle Biffe, sono una quarantina, almeno le imprese gestite da titolari chiusini o trasferite lì da Chiusi. La crisi ne sta falcidiando alcune, ma il numero resta elevato… E non sembra essereci in questo caso, un flusso in direzione inversa, cioè da Città dela Pieve a Chiusi…

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