«Nessun taglio alle bollette dell’acqua». Vendola «cancella» il referendum sulle tariffe
È indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’Acquedotto Pugliese abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’efficientamento e su quella proseguiremo. Per questo non abbasseremo le tariffe». È quanto annunciato dal “Mitico” Vendola, a margine dell’assemblea dell’Acquedotto Pugliese (che ha approvato il bilancio 2010 – chiuso con 37 milioni di utili – e il piano industriale 2011-2014 che prevede investimenti per 674 milioni di euro con un indebitamento che raddoppierà da 219 a 402 milioni) l’impossibilità di adeguarsi a quanto deciso dal recente referendum sull’acqua appoggiato dallo stesso governatore pugliese: nonostante i «sì» abbiano abrogato la norma che consente «al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio», il taglio del 7% delle tariffe non ci sarà mai. Tutto ciò “il Mitico” lo sapeva benissimo da tempo, anche quando arringava i telespettatori ad andare alle urne per votare “SI” a tutti i referendum a dimostrazione che il “SI” non era la giusta conclusione di una grande battaglia sul tema “acqua” ma era soltanto una delle tante sfide all’odiato “Cavaliere”. A questo punto sorge spontanea una domanda : “ma perché queste cose non sono state dette prima del voto??”. La risposta del “Mitico” Governatore è lapidaria: “Nessuno me lo ha chiesto».
Sapete perché dal 1993 in molti (compreso il sottoscritto) non vanno più a votare per i referendum?
Perché nel ’93 abbiamo vinto contro il finanziamento pubblico dei partiti… Difatti non c’è più il finanziamento pubblico adesso viene chiamato “rimborso elettorale”
Perché sempre in quegli anni abbiamo vinto nel votare “la responsabilità civile del giudice” ma vi sembra che ha mai pagato nessuno per gli innumerevoli errori giudiziari che ci sono stati???
Perché sempre a cavallo di quegli anni abbiamo vinto nel votare “si” affinché la ritenuta sindacale non dovesse essere più addebitata al lavoratore nella busta paga… qualcuno di voi (ancora iscritto al sindacato) ha mai visto entrare in vigore questa norma???
E adesso tutti coloro che in questi giorni si sono riempiti la bocca di parolone del tipo “grande vittora della democrazia” oppure “i cittadini vogliono essere ascoltati e partecipare alle grandi scelte della politica” ecc… cosa diranno quando, ancora una volta, si accorgeranno di essere stai presi in giro perché tutti sapevano ( in particolare il PD che aveva a suo tempo approvato la legge ) che non sarebbe stato possibile per i Comuni fare a meno dell’intervento “privato” nella gestione e ottimizzazione del servizio idrico.
Potremmo poi parlare del referendum n. 4 “Legittimo impedimento”. Si è votato per abrogare una legge che si sarebbe abrogata da sola (senza possibilità di poter essere ripresentata) a Ottobre 2011. Sono stati spesi alcune decine di milioni di euro per far in modo che tra l’entrata in vigore dei referendum, le ferie e la lentezza della Giustizia si potesse costringere il Presidente del Consiglio a presentarsi (da oggi ad ottobre) ad una e non di più udienze dei processi che lo riguardano.
Mi chiedo ma qualcuno si era documentato, come ho cercato di fare io, per conoscere bene la veridicità dei quesiti?
La risposta credo sia ancora una volta un “SI”, di certo lo sapevano tutti coloro che hanno proposto e cercato le firme per i referendum, tutti i responsabili dei partiti (destra compresa…e questo fa ancora piu’ schifo) a dimostrazione che a pochi interessava veramente quanto scritto nel quesito, ma, al contrario, a tutti interessava battere il Cavaliere.
COMPLIMENTI A TUTTI PER QUESTA GRANDE VITTORIA DELLA DEMOCRAZIA.
Hai ragione sul fatto che è improponibile una marcia indietro sugli accordi in essere perchè le penali ci schiaccerebbero. Ma questa convenzione dovrà pur scadere prima o poi e noi, grazie al referendum, siamo liberi di non rinnovarla. Ci sono anche comuni virtuosi che riescono a far bene senza cadere nelle grinfie delle multinazionali, intanto cerchiamo di studiare come fanno…….. Il tempo ce lo abbiamo
Noto che parlate tutti (e lo ripetto) dell’acqua ma nessuno, tranne Luciano, spendono una parola su ciò che affermo degli altri referendum sia passati che attuali.
Mi viene da credere che la pesiate come me e la cosa mi fa piacere. A Francesco mi permetto di dire che non esiste “exit strategy” perchè tutto rimarrà come è adesso, poichè nessun comune si può permettere di cambiare lo stato delle cose senza rischiare grossi fallimenti.
Non so se vedremo effetti slle bollette. nel breve probabilmente no. Però la vittoria del sì nei due referendum sull’acqua riaprirà almeno la discussione sulle “privatizzazioni”. I Ds presero quella strada convinti e a spada tratta (il nosro ATO fu il primo in Italia a “privatizzare), ora il Pd sembra avere un atteggiamento diverso… Non si tratta, secondo me, si cacciare i privati dalla gestione dell’acqua, ma di non affidare una risorsa-bene comune ad aziende e privati che operano solo per il profitto. Il nodo è ilo profitto e la salvaguarda della risorsa: i comuni deveno tendere a salvare la risorsa idrica (che non è infiniya), il provato, che trae lucro dalla vendita, ha invece l’interesse contrario, quello del consumo. Le due cose sono in contraddzione: per questo la privatizzazione non funziona e va ripensata.
non credo che ci possano essere effetti immediati, ma il si al referendum ci permette quantomeno di poter elaborare una sorta di “exit strategy” da ora alla scadenza del contratto, in modo da trovarci pronti in quella data per riprendere il controllo democratico e pubblico dell’acqua. Una eventuale vittoria dei no non ci avrebbe dato vie di uscita e avrebbe costretto gli altri comuni che ancora non erano caduti nel tranello a finirci obbligatoriamente. Noi ovviamente, quando c’è da prendere una fregatura, cerchiamo sempre di essere in prima fila… ma ora abbiamo il tempo per prendere provvedimenti.
Sono uno di quelli che ha votato Si ai referendum pur conoscendo le questioni, rimaste certamente nell’ombra in campagna elettorale, che ci ricorda Alfio Rossi.
Non sono pentito, anzi. Ad esempio il Si contro il nucleare sono convinto che avrà effetti enormi, perchè ora il paese dovrà orientarsi su un diverso modello di energia, come ha fatto la Germania.
Sul legittimo impedimento è chiaro che ha inciso più la voglia di dar contro a Berlusconi che il merito del quesito.
Sull’acqua la questione è più complicata e certe contraddizioni (almeno da queste parti) erano già emerse. Il Pd che all’ultimo momento si schiera contro la “privatizzazione” che ha adottato fa un po’ ridere.
Seria è invece la questione sulle conseguenze del voto. Anche da noi si seguirà l’esempio pugliese? Cioè non vedremo alcun effetto sulle bollette?