Piano strutturale: un’altra occasione persa

di Roberta Meniconi*

L’ABC conferma il giudizio negativo sul Piano Strutturale. Una valutazione critica, sia per i contenuti delle scelte fatte, sia per le modalità con cui si è arrivati allapprovazione, che non hanno permesso un reale confronto con la realtà cittadina.

 Chiusi aveva bisogno di un piano innovativo, in grado di guidare una nuova fase di sviluppo sociale ed economico della città, invece è stato approvato uno strumento basato su idee e concezioni obsolete e insostenibili sotto il profilo ambientale. Nella sostanza si stabilisce, come nei piani regolatori degli anni della cementificazione quanto e dove costruire. In termini più chiari: quanto suolo trasformare da agricolo in edificabile , quanti metri cubi realizzare, per la felicità dei proprietari dei terreni e dei costruttori che, anche in tempi di crisi vedranno moltiplicarsi il loro valore patrimoniale. Una scelta che finirà per soffocare le potenzialità di tante piccole imprese artigiane che, attraverso le ristrutturazioni, possono alimentare una crescita economica diffusa.

In definitiva, siamo di fronte ad un Piano di sola espansione urbanistica, privo di strategia, che non esprime nessun progetto di città, con il quale siamo costretti ad affrontare la difficile crisi che investe la nostra realtà.

Dopo i numerosi rilievi critici avanzati da Regione, Provincia e diverse associazioni locali, che smontavano i cardini del Piano adottato in dicembre, sia sotto il profilo della coerenza con gli strumenti di pianificazione, sia per l’impostazione politica, c’erano gli spazi e i contenuti propositivi per approfondire un’ampia discussione pubblica. L’amministrazione comunale e le forze di maggioranza si sono, invece, chiuse in un imbarazzato silenzio ed hanno solo pensato a come mettere una toppa sull’abito sdrucito, cucendola nel chiuso delle stanze del Palazzo. Il risultato è stato un modesto lavoro di “limatura” della quantità dei nuovi insediamenti previsti, mentre permangono in essere tutte le contraddizioni, le carenze e gli aspetti più negativi del Piano a suo tempo adottato.

In particolare:

  • Il Piano non promuove nessun volano economico; non incentiva lattrazione di nuovi settori, ad esempio legati alle energie rinnovabili, alle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazionesmart(ICT) o al turismo culturale, in grado di creare occupazione e aumentare la sostenibilità ambientale. Non offre reali opportunità per migliorare la qualità degli insediamenti produttivi esistenti.

  • Il Piano mantiene ostinatamente limpostazione di uno strumento che si pone artificiosamente il solo obiettivo dellaumento dei residenti. Una prioritàricercata, che continua ad essere basata su motivazioni, studi datati e inattendibili, già espresse al momento delladozione e bocciati dalla Provincia e dalla Regione. A nostro avviso il paese potrà crescere solo se prima si creeranno nuovi motori di attrazione economica, sociale e culturale, nuove occasioni di lavoro, si migliorerà la qualità della vita e dei servizi. Aspetti fondamentali che il Piano non promuove. Puntare solo su nuove urbanizzazioni è una scelta insostenibile dal punto di vista ambientale, perché comporta un ulteriore consumo di territorio e di risorse non riproducibili. Estrategicamente sbagliata, in quanto ledilizia intesa allavecchia manieranon potrà più produrre lo sviluppo di 40 anni fa per il semplice fatto che abbiamo sin troppi volumi ad uso abitativo, commerciale e produttivo inutilizzati nel nostro comune, non aumenterà la competitività del sistema economico locale, non sarà in grado di creare una ricchezza diffusa.

  • Il Piano, così concepito, non determina nessun riordino urbanistico della città, favorisce il recupero dellesistente. Anzi, le nuove lottizzazioni disincentiveranno lattività di recupero di aree e spazi che potrebbero rimanere inutilizzati ancora molto a lungo, con conseguenze di ulteriore degrado.

  • Il Piano non favorisce un adeguata tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e storico esistente. Questultimo dovrebbe essere un perno di un nuovo sviluppo sostenibile del territorio. La palese assenza di obbiettivi e visione strategica è, in tal senso, immediatamente riscontrabile nella recente decisione di sopprimere la ZTL nel cuore del centro storico, riportando Chiusi indietro di decenni.

 

L’assenza di un vero e costruttivo percorso di confronto, che rendesse protagoniste le energie della città, costituisce l’altro grande limite del Piano Strutturale. A nostro avviso tale limite ha determinato la povertà strategica e lo scarso interesse tra i cittadini che rischia in futuro di tradursi in una debolezza di iniziative.

Durante la presentazione per l’adozione i vari attori coinvolti in quella che, a posteriori, si è rivelato semplicemente un teatrino mediatico, avevano ripetuto più volte e con forza che non c’erano proposte alternative . Quando poi queste sono state espresse nero su bianco non c’è stata nessuna disponibilità ad avviare alcun confronto.

L’associazione ABC ha presentato quattro osservazioni, sulle quali non c’è stata data la possibilità di dibattere ma solo l’asciutto esito burocratico del voto in Consiglio Comunale. Un simile comportamento, da tempo trasformato in consuetudine, crediamo vada stigmatizzato. Non attivare nessun confronto pubblico con associazioni o gruppi di cittadini che, come è ovvio, non sono portatori di interessi particolari, bensì generali, ha il significato di un comportamento irrispettoso, verso tutte quelle forme associative che, anche criticamente, si interessano del bene comune della città.

Visti anche gli incontri che il sindaco aveva promosso nelle due giornate di ricevimento di cittadini prima dell’adozione del dicembre 2011, confrontarsi con tutti sarebbe stato un comportamento coerente che avrebbe valorizzato la trasparenza e la crescita del dibattito, pur fra posizioni e idee diverse, nell’interesse dalla città.

Le sporadiche iniziative messe in campo nelle due settimane antecedenti il voto di approvazione, per altro nelle sedi di partito, testimoniamo l’incapacità e la precisa volontà di non dare risposte alle domande ed alle proposte avanzate con le osservazioni. Ancora una volta gli amministratori hanno preferito il consenso silente e le platee plaudenti di berlusconiana memoria.

Un’ultima considerazione: il Piano approvato dalla maggioranza presenta, a nostro avviso, evidenti contraddizioni con quanto scritto nel programma amministrativo del Centro Sinistra e con le posizioni assunte nel corso della sua stesura e della campagna elettorale dalle diverse forze politiche.

L’impressione è che siano state scritte certe cose ai soli fini del consenso elettorale, dopo di che a prevalere sono state logiche diverse oltre agli interessi di pochi.

* Roberta Meniconi è presidente dell’associaione ABC

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7 risposte a Piano strutturale: un’altra occasione persa

  1. carlo sacco scrive:

    x Simone Agostinelli. Più che altro dovrebbero meditare coloro che si sono fatti portatori del P.S. ma con una clap che fa clap solo per interesse perchè se facesse clap per un vero sviluppo ci sarebbe da approvare e basta.A questo siamo ridotti e non da adesso.Ed allora caro Simone chi deve meditare mediti, ben sapendo che non tutte le verità stanno da una parte sola, ma quella più generale è quella che non si può mai eludere ed è l’interesse generale,non quello particolare della proprietà dei suoli e del lavoro che ne deriva alle ditte ed alle progettazioni, perchè deve finire la novella che lo svilupo passa dal mattone e chi la recita tale novella ha interesse che la novella divenga realtà,come sta avvenendo,come da tempo si annunciava che potesse avvenire.

  2. “Dobbiamo smettere di costruire nei terreni a rischio esondazione; lasciamo che i fiumi vadano ad occupare i terreni agricoli in santa pace quando hanno necessità di farlo; ci sono così tante case da ristrutturare, non ci possiamo più permettere di consumare altro suolo” ENRICO ROSSI, presidente delle regione Toscana, RADIO RAI 1, circa un’ora fa. Meditate sindaci, meditate…

  3. Non che avessi molti dubbi, ma il Piano contraddice quanto faticosamente elaborato nel programma di centrosinistra. E con il consumo di territorio previsto (ma senza crescita demografica o residenziale almeno un po’ di suolo agricolo forse rimarrà tale anche se non per merito degli amministratori) si abbligano i sindaci del futuro ad indossare gli stivali e correre per le emergenze. Bel guadagno

  4. Anche io condivido ciò che scrive ABC, tra l’altro molte delle cose scritte sono state anche da noi della lista Primavera dette nei due consigli comunali sul PS, adozione e approvazione, ed in altre occasioni. Io, che ho letto molto delle osservazioni , delle controdeduzioni e del commento finale ho capito quello che scrive Scattoni.

  5. pscattoni scrive:

    In massima parte condivisibile l’analisi di ABC. Non abbiamo ancora avuto la possibilità di consultare tutti gli elaborati così come corretti dopo le osservazioni. Gli stralci che ci ha offerto il consigliere Bologni sembrano (e sottolineo sembrano) ipotizzare che una sorta di piano per la messa in sicurezza per opere dal costo complessivo di 4 (quattro) milioni dovrà essere tutto attuato prima di poter mettere mano ai recuperi più importanti, primo fra tutti quello della fornace. Sarebbe una follia. Il progetto complessivo è auspicabile, ma poi potrebbe essere attuato a stralci (come ha detto anche Fausto Bardini). Ma aspettiamo a vedere tutti gli elaborati.

    A PROPOSITO DA QUESTA MATTINA LA DELIBERA DI APPROVAZIONE E’ IN PUBBLICZIONE ALL’ALBO PRETORIO, SENZA PERO’ GLI ELABORATI CHE QUINDI PER ALTRI 15 GIORNI SARANNO LIBERAMENTE CONSULTABILE PRESSO L’UFFICIO TECNICO (o altro ufficio deputato). IN SEGUITO LA PROCEDURÀ SARÀ QUELLA DI SEMPRE PER L’ACCESSO AGLI ATTI.

  6. Sono d’accordissimo con Sacco…….”E’ difficile far capire una cosa ad una persona il cui stipendio dipende dalla capacità di non capirlo”. Aggiungerei che forse la ‘capacità di non capirlo’ non dipende soltanto dal sistema. E’, cioè, il ‘sistema’ che è basato su completamente erronei presupposti…..continuo miglioramento, l’importanza data all’individuo etc.. tutte cose che ‘facilitano’ il non voler capire.

  7. carlo sacco scrive:

    Come sempre……si come sempre…le clap compartecipi ed utilizzate.Quando si capirà che Bersani e Renzi sono la stessa cosa al di là delle apparenze e delle parole,sarà sempre troppo tardi,ma il problema in fondo non sono loro.Il problema,come quello di Berlusconi che non era il problema dell’Italia,il vero problema sono gli Italiani.Mi si dirà:”tutti bravi a criticare”….Vorrei rispondere che il Post di Roberta Meniconi con il quale sono d’accordo, analizza per fila e per segno le ragioni dell’essenza per le quali è stato approvato il P.S. ed i fini.La sua critica negativa è facilmente intellegibile a tutti.Però mi fa sovvenire una riflessione di Upton Sinclair facilmente paragonabile alle clap ed ai diretti interessati(perchè c’è sempre un interesse dietro in una tale società,chi ne perde e chi ne guadagna(anche se le cose ci vengono presentate che ne guadagnano tutti:lo sviluppo è per tutti”.E’ difficile far capire una cosa ad una persona il cui stipendio dipende dalla capacità di non capirlo.Questo è il sistema e non c’è da battergli le mano,anzi….

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